Valerio Fusillo, il mandolino, i Pink Floyd e la tradizione mandolinistica nocese

11-23valeriofusilloNOCI (Bari) - In che stato versa oggi la tradizione mandolinistica nocese? Da quanti viene ancora suonato questo popolare strumento musicale appartenente alla famiglia dei cordofoni? Cosa si può ancora fare perché tale strumento a pizzico possa ritornare fra le mani delle giovani generazioni e per far si che la tradizione non si estingua? Abbiamo provato a cercare delle risposte dialogando con uno dei pochi, forse l'unico, mandolinista rimasto a Noci, Valerio Fusillo (foto facebook a lato).


Ventinovenne, laureato al Conservatorio Di Musica Niccolò N. Piccinni Bari, Valerio Fusillo è stato da pochissimo tempo coinvolto in un progetto che lo ha portato, la scorsa settimana (venerdì 14 e sabato 15 novembre), a suonare, nelle piazze siciliane, un intero album dei Pink Floyd. "The dark side of the mandolin", questo il titolo del progetto che è stato proposto in quel di Palermo da parte del trio "Mandolins on the Run" di cui Fusillo fa parte insieme a Mauro Squillante e Gaio Ariani. I tre musicisti, definiti dai giornali locali "di solidissima formazione accademica" hanno insomma reinterpretato e riprodotto l'intero album da circa 48 minuti solo grazie al mandolino, la mandola ed il mandoloncello. Risultato? Un effetto spettacolare, una riproduzione da brividi che solo chi ha ascoltato ha potuto commentare.

E Valerio Fusillo è soddisfatto di questo progetto, soprattutto in previsione di una vera e propria incisione del disco, che fra qualche settimana verrà registrato a Napoli, per la gioia di quanti sono desiderosi di ascoltarne l'effetto. Ma andiamo oltre. Sulla scia di questo pazzo ma entusiasmante ultimo progetto di Fusillo, abbiamo voluto insieme a lui capire in che situazione versa la tradizione mandolinista nocese. Non potevamo non chiederlo proprio a lui che oggi vien considerato dall'accademica mandolinista pugliese uno dei primi solisti in assoluto. Ed hanno ragione a farlo, vista l'encomiabile formazione che ha alle spalle e che oggi continua a coltivare anche sulla piazza nocese.

Valerio, partiamo dal tuo ultimo progetto. Come è stato per te reinterpretare i Pink Foyd? Quanto ti ha entusiasmato "The dark side of the mandolin"?

"Mandolin on the run, nato prima come quartetto poi diventato trio, è un progetto che va avanti da un annetto. Insieme a Squillante ed Ariani abbiamo preso l'album "The dark side of the moon" e lo abbiamo reinterpretato completamente in acustico. Ne è fuoriescito un prodotto fantastico. Anche se a me personalmente non piace molto la musica anni '70, mi ha reso felice l'idea di essere coinvolto in un simile progetto. Squillante è stato ed è d'altronde mio maestro. Il bello del prodotto consiste nella parte elettronica. Non ci sono effetti. Nulla. Devo anche aggiungere che, il mese scorso, sempre con questo trio, siamo andati a suonare in Austria, in occasione dell'inaugurazione di una mostra di Hermann Nitsch, padre dell'azionista viennese e poi ancora a Napoli in occasione di uno scambio di collettive fra le due città".

In quali altri progetti sei coinvolto oltre quello dei "Mandolin on the run"?

"Oltre i gruppi nocesi Tammorra Felice, Noci Ensemble e Gli Amici del plettro, attualmente faccio parte anche di un gruppo monopolitano che propone musica sia popolare che internazionale. Faccio parte anche dell'orchestra del Conservatorio di Bari".

Aver suonato i Pink Floyd significa che il mandolino ha potenzialità che non tutti conosciamo. Perché?

"Si pensa che col mandolino si possa fare solo musica napoletana o pezzi di musica popolare. Non è così. E' un limite che solo il cervello può adoperare. Per il mandolino si è scritto anche nel classico. L'autore più suonato è infatti Raffaele Calace, lo stesso della famiglia che ha dato il via alla fabbrica di mandolini di Napoli, oggi famoso in Giappone dove attualmente lo studio del mandolino è addirittura inserito nelle scuole. Per mandolino hanno scritto Beethoven, mozart. Purtroppo oggi la tradizione mandolinistica si sta un po' perdendo. L'inutilizzo non provoca futuro".

Cosa credi si debba fare perché questa tradizione rinasca?

"Innanzitutto è necessario che questo strumento torni fra i banchi di scuola. La lista degli strumenti ammessi nei corsi della scuola media deve essere più aperta (il D.M. 201 del 6 agosto 1999 "Riconduzione ad ordinamento dei corsi sperimentali ad indirizzo musicale...", che fece uscire dalla fase sperimentale i corsi di strumento nella scuola media, riconducendoli appunto "ad ordinamento", ammise solo: flauto, Oboe, Clarinetto, Saxofono, Fagotto, Corno, Tromba, Chitarra, Arpa, Pianoforte, Percussioni, Fisarmonica, Violino, Violoncello- NDR). Non solo perché il mandolino può garantire a giovani come me di poter insegnare ma sopratutto perché il mandolino è economico, di facile trasporto e non ha nulla da invidiare ad altri strumenti. Spero che succeda quello che è accaduto con la fisarmonica, la quale pian piano comincia ad essere inserita e considerata anche all'interno di nuovi generi musicali d'avanguardia".

A Noci cosa pensi sia necessario fare perché il mandolino torni fra le mani dei ragazzi?

"Mi piacerebbe che i ragazzi imparassero così come ho imparato io. Io ho imparato da Tonino Ricco. Sarebbe bello se, ormai anche a livello gratuito, ci si dedicasse ad insegnare. E' un peccato che si perda questa tradizione".

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