Brigantaggio postunitario al Settembre in Santa Chiara, descritte le figure di Lucarelli e Romano

09-12-apertura_sett_in_s_chiaraNOCI (Bari) - Si è aperta nei migliori dei modi la decima edizione di Settembre in Santa Chiara, kermesse culturale di conversazioni storiche. Sotto l'intestazione del decennale che rimanda alla spaghetti western dell'accoppiata Leone-Morricone, la prima conversazione si è aperta con l'esibizione del coro Uten intitolato a Maria Amati Nardone che attraverso canti risorgimentali ha reso omaggio alla figura dell'insigne concittadino Giuseppe Leonardo Albanese, martire "risorgimentale" del 1799.

09-12-coro_utenLa figura di Albanese introduce il saluto del Vice Prefetto di Bari dott. Mario Volpe che, si viene a scoprire durante la conversazione pubblica, ha dato un valido contributo per recuperare il quadro che raffigura il martire nocese della Repubblica di Napoli. Convenzionale il saluto del sindaco, uno e trino vista la concomitante celebrazione presbiteriale di Don Vito Cassone in chiesa madre. Il suo saluto rimanda ad una delle tante espressioni culturali di cui la città di Noci può giustamente vantarsi, anche se questa, come tante altre, non è opera dell'amministrazione comunale. Giulio Esposito, nota firma della storia locale, presenta la figura di Antonio Lucarelli. Lo storico acquavivese segna un momento fondamentale per gli studi storici locali perché racconta non solo di Albanese, ma anche della vita dei briganti in un momento storico italiano piuttosto difficile e controverso come il ventennio fascista. "Un precursore - conclude il suo intervento Esposito - degli ideali socialisti moderni. Uguaglianza, libertà, fratellanza e lavoro i pilastri della visione di un rinnovo dello stato civile".

09-12-relatori_1_conversazioneIn ultimo è toccato a Josè Mottola, presidente del Centro Culturale Albanese organizzatore dell'evento, illustrare il ruolo dell'Esercito e dei Carabinieri nella bonifica delle murge dal brigantaggio post-unitario. Una vera e propria arringa quella dell'avvocato Mottola, contro i sostenitori degli ideali neoborbonici che secondo Mottola danno di "ignoranza crassa". Poi il nocciolo della questione. Nascita, vita e morte di uno dei briganti più abili della terra murgiana, Pasquale Domenico Romano, meglio conosciuto con il grado di Sergente Romano. Il brigante gioiese era riuscito a mettere su una masnada di banditi al suo servizio che imperversava nelle campagne delle murge e tra quelle del tarantino e del materano negli anni immediatamente successivi all'unità nazionale.

Ora sappiamo che la capitolazione del Romano ha avuto inizio proprio a Noci quando il 1 dicembre del 1862, l'Arma dei Carabinieri adoperò un autentico blitz all'interno della Masseria Monaci. La banda fu sgominata ma il boss riuscì a fuggire. Fuga durata pochi giorni. Il 5 gennaio del 1863 i Sergente Romano muore durante un conflitto a fuoco con la Guardia Nazionale e i Cavalleggeri di Saluzzo nelle campagne tra la sua Gioia e Santeramo in Colle. "Molte delle nuove notizie raccolte provengono - riferisce l'avv. Mottola - esplorando tra le 250.000 carte del Fondo G11 dell'archivio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, dalle quali emerge che Esercito e Carabinieri agirono nel mezzogiorno con spirito di sacrificio e senso dello stato". Un incentivo maggiore affinché si dia la possibilità agli studiosi e ricercatori di proseguire i propri progetti.

Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 15 settembre. Argomento: "Risorgimento e Società in periferia". Ad intervenire saranno gli storici locali Antonello Roberto e Pasquale Gentile.

Ricerche e studi

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