L'assessore Paolo D'Onghia alla manifestazione Coldiretti di Roma

12-06-noci-coldiretti-1NOCI (Bari) - Ieri mattina a piazza Montecitorio è andata in scena la protesta della Coldiretti nazionale a sostegno del Made in Italy agroalimentare  e per difendere l’economia e il lavoro delle campagne dalle importazioni di bassa qualità che varcano ogni giorno i confini per essere spacciate come italiane. Noci ha partecipato con il proprio gonfalone ed una delegazione guidata dall'assessore Paolo D'Onghia, dal vigile Stefano Bianco e dal rappresentante della Coldiretti Noci Felice Penta.

L’iniziativa della Coldiretti si inserisce nell’ambito della mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia” mentre continua il presidio alla frontiera del Brennero di allevatori e agricoltori per combattere le imitazioni che fanno concorrenza sleale ai nostri produttori in vista delle festività di Natale dalle quali dipende la sopravvivenza di migliaia di stalle e aziende agricole e dei posti di lavoro. A sostenere gli allevatori guidati dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo sono giunti centinaia di Sindaci con i loro gonfaloni, parlamentari, rappresentanti delle associazioni dei consumatori e della società civile e moltissimi cittadini.

12-06-noci-coldiretti-2Noci ha aderito con la delibera di Giunta n°85 del 2 dicembre scorso all'azione di tutela del Made in Italy agroalimentare in attuazione del regolamento UE 1169/2011.

Coldiretti fa sapere che insieme ai maiali, simbolo della protesta di ieri, "gli agricoltori hanno portato anche il “bottino” dei presidi alle frontiere dalle quali arrivano in Italia miliardi di litri di latte, cagliate e polveri, ma anche milioni di cosce di maiale, conserve di pomodoro, concentrati di frutta e altri prodotti come formaggi, prosciutti, sughi, succhi di frutta che diventano magicamente italiani perché manca l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata". Secondo fonti Coldiretti "Dalla stalla al salumiere trovano occupazione 105mila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione, ora in pericolo. Insieme alle stalle e agli allevatori, a rischio di estinzione c’è una buona parte del patrimonio enogastronomico nazionale con i prelibati prodotti della norcineria nazionale dal culatello di Zibello alla coppa piacentina, dal prosciutto di San Daniele a quello di Parma, la cui produzione è calata del 10 per cento dall’inizio della crisi nel 2008. La chiusura forzata degli allevamenti è stata provocata dall’impossibilità di coprire i costi di produzione per i bassi prezzi provocati dalle importazioni dall’estero di carne di scarsa qualità per ottenere prosciutti da “spacciare” come Made in Italy per la mancanza dell'obbligo di indicare in modo chiaro in etichetta la provenienza. “In Italia due prosciutti su tre oggi provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta”, ha denunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si tratta di “un inganno per i consumatori e un danno per gli allevatori italiani impegnati a rispettare rigidi disciplinari di produzione per realizzare carne di altissima qualità che non ha nulla a che fare con quella importata dove per l’alimentazione dei maiali si usano spesso sottoprodotti”. 

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dal Parlamento

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