Sgombero del Tribunale penale di Bari, Rapanà: "Una tragedia annunciata"

rapanàNOCI (Bari) - Le recenti vicende che riguardano il Palazzo di Giustizia di Via Nazariantz, sono il triste epilogo di una tragedia annunciata, frutto della superficialità con cui le Istituzioni ed il Governo hanno affrontato la questione dell’edilizia giudiziaria. Le sollecitazioni da parte delle Istituzioni forensi, delle associazioni di avvocati, magistrati, cancellieri, non hanno sortito alcun affetto, con la sensazione inevitabile di essere gli unici soggetti interessati alla risoluzione del problema.

L’immagine di una “giustizia” che crolla è frutto di scelte legislative nate con lo scopo di sostenere una riduzione della spesa pubblica, che di fatto, hanno scaricato sugli operatori del diritto e sugli utenti uno spirito di adattamento, al limite della sopportazione. La giustizia penale a Bari è stata fino ad oggi amministrata in uno stabile, costruito con funzioni diverse da quella giurisdizionale, che non possiede i minimi requisiti di sicurezza e decoro che dovrebbero richiedersi per un Palazzo di Giustizia: evidente promiscuità negli ambienti; gli spazi destinati ai detenuti sono divisi dagli altri ambienti da pareti in cartongesso; le aule sono sottodimensionate rispetto al carico di processi e gli ambienti lavorativi non presentano il minimo standard di salubrità, dignità e decoro; v’è stata presenza di topi all’interno del palazzo; i soffitti sono a pezzi; all’ultimo piano entra acqua in caso di pioggia; le Cancellerie hanno spazi angusti; difficoltà nella ricerca di fascicolo tra le montagne di faldoni; i servizi igienici sono pochissimi e spesso non funzionanti; i parcheggi sono insufficienti; risulta che recentemente il proprietario del palazzo (l’Inail) abbia intimato lo sfratto al Ministero, per morosità negli ultimi tre anni.

Nonostante il Protocollo d’intesa del 24.01.2018, tra il Sindaco di Bari e gli organi istituzionali, si è approdati a un nulla di fatto, mentre i consigli comunali monotematici sul punto, vanno deserti. All’esito dell’ordinanza comunale, che ha avviato il procedimento amministrativo teso alla revoca dell’agibilità della sede giudiziaria, sospendendola con efficacia immediata, il Presidente del Tribunale di Bari ed i Presidenti delle sezioni penali hanno dovuto adottare provvedimenti di sospensione per le attività non urgenti, al fine di garantire il trasferimento dei beni strumentali e dei documenti indispensabili allo svolgimento delle funzioni giudiziarie, in vista dello sgombero dell’immobile.

Diverse sono state le iniziative intraprese da questo dipartimento, in autonomia, nonché al fianco delle istituzioni forensi, rimaste prive di effetto. Il risultato di tale inerzia è l’immagine di un Palazzo, sinonimo di decadimento del servizio giustizia che perviene al cittadino, che si imbatte nel sistema giudiziario. E’ arrivato il momento di adottare provvedimenti urgenti, non si può più attendere e per questa ragione il dipartimento rapporti con le professioni ha elaborato una interrogazione parlamentare che sta per essere pubblicata, presentata da Fratelli d’Italia, nella persona dell’On.le Marcello Gemmato.

Nelle prossime ore, saremo al fianco di avvocati, magistrati, cancellieri, ufficiali giudiziari, funzionari, utenti tutti del sistema giustizia, in ogni manifestazione ed in qualsiasi contesto utile a sollecitare una immediata risoluzione del problema. In questi momenti c’è chi si professa “avvocato del popolo italiano”…..sarebbe opportuno abbandonare spasmodiche ricerche di frasi ad effetto, tipiche delle campagne elettorali, e difendere per una volta anche la Giustizia italiana.

E’ finito il tempo degli slogan, attendiamo i fatti!.

Dipartimento Rapporti con le Professioni di Fratelli d’Italia – Puglia

Presidente

Avv. Michele Rapanà

dalla Città Metropolitana di Bari

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