IMU agricola, c’è chi dice no

02 10 terreno agricoloNOCI (Bari) - È scontro tra le associazioni di categoria e amministrazione comunale sul pagamento dell’IMU Agricola. La tassa locale sulla rendita dei terreni destinati alla coltivazione si paga anche a Noci, scadenza oggi 10 febbraio. Con una comunicazione ufficiale apparsa sul sito istituzionale del Comune di Noci a firma della dirigente di settore rag. Antonia Locorotondo, l’amministrazione comunale ha dato seguito alla modifica del D. L. n. 4 del 24/01/2015 che prevede effetti anche per l’anno 2014. Quest’ultimo, ha stabilito che, per distinguere i terreni soggetti all’imposta da quelli esenti, fa fede solo la classificazione ISTAT.

Dalla revisione il Comune di Noci risulta parzialmente montano, classificato con la lettera P, e pertanto sono esenti dall’IMU, soltanto i terreni ricadenti nel territorio comunale «posseduti e condotti da Coltivatori Diretti e Imprenditori agricoli professionali, anche nel caso in cui i terreni posseduti da Coltivatori diretti o IAP sono concessi in comodato o in affitto ad altri Coltivatori Diretti e a Imprenditori Agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola». Inoltre l’aliquota applicata, per i terreni che non rientrano nell’esenzione, è pari al 7,6 per mille. Il coefficiente di rivalutazione è del 25% e il moltiplicatore è 135.

Contrarie le associazioni di categoria. «Consideriamo ingiusta la tassa sui terreni agricoli – spiega Felice Penta della Coldiretti Noci – come associazione abbiamo più volte portato all’attenzione delle istituzioni la necessità di non dar seguito al provvedimento nazionale perché potrebbe compromettere un settore, qual è quello agricolo, fortemente condizionato dalla pressione economica. Ci siamo rivolti praticamente a tutti e rinnoviamo l’appello affinché questo settore, vitale per l’economia nocese e pugliese, non sprofondi nel baratro. Consideriamo inoltre iniqua l’aliquota del 7,6‰ e speriamo che per il 2015 si valuti una drastica riduzione».

Senza mezzi termini invece il presidente nazionale dei Forconi Mariano Ferro. «Non pensiamo sia questo il modo corretto di gestire una questione delicata che si materializza con l'ennesima imposta ingiusta del governo centrale, - scrive Ferro in una nota destinata agli organi di stampa - in un momento così grave per l'economia, soprattutto agricola, che giornalmente subisce danni dagli accordi europei e dalla contraffazione dei prodotti. Chiediamo che i Sindaci, spostino in avanti ufficialmente il pagamento del 10 febbraio, ed ufficialmente dichiarino che nessuna sanzione è dovuta. Mettano subito a conoscenza i cittadini che i sessanta giorni di proroga non prevedono alcuna sanzione, così come prevede lo statuto dei contribuenti, nel caso di situazioni poco chiare considerando tra l'altro che ancora si attende una sentenza dal TAR fissata per il 18 febbraio, che potrebbe ancora prorogare o addirittura annullare. Invitiamo i primi cittadini a non tartassare i loro contribuenti che producono e che tra mille difficoltà riescono ancora a mantenere in vita qualche posto di lavoro. Se è necessario usciamo "Fuori dalle regole" sbagliate che ci massacrano, diano un taglio a questo contesto di ipocrisia di chi da un lato finge palesemente di protestare contro il Governo in difesa dei cittadini e dall'altro ha una dannata fretta di incassare per spendere troppo spesso per spese demenziali. "Se queste sono le regole", non ci resta che resistere "FUORI DALLE REGOLE", motivo per cui l'unica cosa che rimane a noi "polli da spennare" è non pagare».

Dall’altra parte il Comune di Noci si considera “parte lesa” del sistema. «Fino al 28 novembre 2014 Noci non era nella posizione di dover gravare ulteriormente sui cittadini nocesi – dichiara l’assessore alle attività produttive Paolo D’Onghia, che prosegue - Le mutate condizioni e le modifiche sopraggiunte in tempi abbastanza ristretti non hanno consentito a noi, come alle altre amministrazioni, di poter intervenire tempestivamente. Ho comunque fatto richiesta tramite l’Anci di venire a conoscenza dei nuovi criteri imposti dall’ISTAT nella prospettiva di una risoluzione concreta sull’argomento».

Sembra quindi non essere valso a nulla l’incontro del 2 febbraio scorso dove, in Regione, le istituzioni regionali e le principali associazioni di categoria si sono incontrate per stipulare un documento da presentare al Governo centrale al fine di attendere le rispettive decisioni dei TAR – Puglia il 18 febbraio e Lazio il 27 giugno – e contemporaneamente dispensare dai pagamenti e adeguare i criteri.

Palazzo di citta'

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