Riforma Terzo Settore: cosa cambia e perché

05 31 terzo settoreNOCI (Bari) - Lo scorso 28 maggio, presso la Sala Consiliare del Palazzo Comunale, si è tenuta una conferenza promossa dall’Assessorato alla Socialità del Comune di Noci, e rivolta alle organizzazioni che, nel nostro territorio, operano negli ambiti del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale.

Focus del momento illustrativo, le novità introdotte dal d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117, ossia il cd. Codice del Terzo Settore, che ha abrogato alcune precedenti normative, tra le quali la l. 11 agosto 1991, n. 266 (legge-quadro sul volontariato), la legge 7 dicembre 2000, n. 383 (disciplina delle associazioni di promozione sociale) e gran parte del d.lgs n. 460/1997, n. 460 (disciplina degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale-onlus); e ha raggruppato in un solo testo tutti gli Enti del Terzo settore (ETS), individuandone le sette nuove tipologie (organizzazioni di volontariato-ODV; associazioni di promozione sociale-ApS; imprese sociali, incluse le attuali cooperative sociali; enti filantropici; reti associative; società di mutuo soccorso; altri enti – associazioni riconosciute e non, fondazioni, enti di carattere privato senza scopo di lucro diversi dalle società), e definendo nuovi obblighi e vantaggi, soprattutto dal punto di vista fiscale.

Alla presenza di numerosi rappresentanti delle associazioni e delle organizzazioni della nostra comunità attivi nei settori del sociale, della promozione culturale e del territorio, dell’educazione ambientale e dello sport, e delle dott.sse Ivana Quarato e Giuliana Angelillo, assistenti sociali del nostro Settore, il dott. Vito Intino, portavoce del Forum Terzo Settore Regione Puglia, e la dott.ssa Anna Gentile, consulente fiscale esperta di associazionismo, hanno illustrato le modifiche più impattanti del Codice del Terzo Settore – e dei successivi provvedimenti correttivi: il dott. Intino ha subito rilevato che il nuovo provvedimento rappresenta una riforma epocale, che raccoglie e razionalizza l’intera normativa in materia, disciplinando a tutti gli effetti il diritto degli enti non profit e consacrando l’“economia sociale”, ossia quelle attività che sono imprenditoriali ma che vengono gestite secondo criteri solidaristici e democratici. La riforma valorizza il volontariato, riconoscendo che il Terzo settore sia anche capace di produrre utilità sociale. Rispetto ai nuovi obblighi e agli adempimenti statutari, sia il dott. Intino che la dott.ssa Gentile hanno evidenziato come la modifica dello Statuto debba essere accolta dagli enti come un importante momento di revisione interna, di eventuale ripensamento delle proprie finalità e dei propri obiettivi, di riarticolazione delle stesse compagini associative.

Il dottor Intino ha poi rilevato l’importante ruolo degli Uffici comunali, soggetti già responsabili della tenuta dei Registri regionali, nei quali venivano iscritte le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale e che resteranno in vigore fino all’operatività del Registro unico nazionale del Terzo Settore (RUN). All’Ente locale risulteranno attribuiti nuovi e più pregnanti compiti di verifica e controllo poiché spetterà agli Uffici del Comune la trasmissione al RUN di tutti i dati degli Enti già iscritti presso i Registri regionali, previo accertamento della sussistenza dei requisiti per la qualificazione di Ente del Terzo Settore-ETS. 

La dott.ssa Gentile ha inoltre evidenziato come la scadenza del prossimo 2 agosto, fissata per il completamento delle operazioni di adeguamento degli Statuti non sia perentoria: anche dopo la suddetta data sarà possibile intervenire, con il diverso criterio della maggioranza qualificata in sede di voto. Detta circostanza non rappresenterebbe un limite, piuttosto un’opportunità di avviare un proficuo confronto dialettico in seno agli organismi decisionali. Al momento peraltro molte delle agevolazioni fiscali non sono ancora operative; tuttavia la dott.ssa Gentile ha consigliato di non limitare la scelta tra l’una o l’altra forma giuridica all’aspetto meramente contabile, invitando tutti i presenti ad una serie riflessione sul piano reale delle attività che si intendono realizzare.

La dott.ssa Marta Dongiovanni, ultima Presidente della Consulta comunale delle Associazioni, ha infine posto l’attenzione sulla necessità di riprendere e rivitalizzare l’esperienza di questo organismo, invitando a superare un certo personalismo e il piano meramente rivendicativo delle istanze, pur legittime, delle singole organizzazioni: le associazioni che insistono sullo stesso territorio e che sono variamente impegnate nel perseguimento delle rispettive finalità devono avere la capacità di porsi come obiettivo finale il bene e la crescita dell’intera comunità.

A margine della Conferenza, le dichiarazioni della dott.ssa Marta Jerovante, Assessore alla Socialità del Comune di Noci: «L’efficace attuazione del principio di sussidiarietà si scontra con i reali nodi del rapporto tra la PA, in particolare l’Ente locale, e il mondo del Terzo Settore: se da un lato le occasioni di confronto si fanno certamente più frequenti, d’altro canto, come spesso rilevato, le relazioni faticano a consolidarsi a causa di una non completa conoscenza e di un non reciproco pieno affidamento, complici anche la scarsità delle risorse finanziarie da parte dell’Ente e la difficoltà degli organismi del Terzo Settore, soprattutto quelli di dimensione locale e più contenuta, ad accedere invece a fonti di finanziamento pubblico e non solo in ambito sovracomunale. Nell’ambito delle associazioni giovanili e di più recente costituzione, stiamo in realtà assistendo ad un progressivo superamento di una certa resistenza al lavoro di rete e alla programmazione di interventi sistemici. L’attivazione di percorsi in tal senso innovativi richiede però una specifica preparazione; riconoscendo l’importanza della volontarietà e dell’assoluta gratuità delle azioni poste in essere da tutti gli operatori del nostro Terzo Settore, la nostra Amministrazione intende connotare il proprio intervento a loro favore avviando un nuovo processo di coordinamento tra le diverse realtà, mettendo a disposizione anche delle risorse a supporto della formazione e del consolidamento delle competenze indispensabili al superamento dei limiti di una certa frammentarietà. I rapporti tra Amministrazione locale ed Enti del Terzo Settore – e tra le stesse associazioni – devono necessariamente ispirarsi ad un paradigma collaborativo, che parta da una lettura condivisa dei bisogni e giunga alla progettazione comune degli interventi».

Palazzo di citta'

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