Il tempo delle donne: il circolo PD per il 70° anniversario del voto

04 04intempodelledonneNOCI (Bari) – Ancora una volta donne, ancora una volta una discussione sul ruolo del genere femminile con relativi diritti e doveri. La scorsa domenica 3 aprile 2016, nel chiostro di San Domenico, si è tornato a parlare di donne e di parità di genere, non utilizzando profili esperienziali bensì storici ed attuali. L’invito alla discussione, organizzata alla presenza di illustri relatori, è stato inoltrato dal circolo del Partito Democratico di Noci, desideroso di ricordare il 70° dalle prime elezioni amministrative alle quali le donne furono chiamate a votare (10 marzo 1946) con un dibattitto intitolato "Il tempo delle donne".

L’incontro, moderato ed introdotto da Marta Jerovante, è stato impostato per dare la possibilità ai presenti di tornare a riflettere su fatti accaduti negli ultimi settant’anni e per ragionare sul presente: gli obiettivi raggiunti, le battaglie vinte, le acquisizioni dei diritti da parte del genere femminile. E a contribuire a quanto presupposto, due ospiti importanti: il professor Gianfranco Liberati (Docente di Storia del Diritto Italiano presso l’ Università degli Studi di Bari Aldo Moro) e la dottoressa Lorena Saracino, giornalista de Il Corriere del Mezzogiorno. Interessante l’introduzione della Jerovante ad inizio conferenza, volta a sottolineare evidenti disparità di genere presenti nel mondo attuale, lavorativo e non.

Un indirizzo di saluto non poteva mancare da parte del primo cittadino Nisi, padrone di casa oltre che massimo esponente politico del circolo, cui è spettato sottolineare la sua esperienza diretta elettorale e politica dello scorso 2013, anno in cui per la prima volta i cittadini furono chiamati ad esprimere la doppia preferenza di genere. Un avvenimento che ci fa capire quanta strada ancora ci sia da percorrere – ha sottolineato – affinché ad essere legittimata non sia solo la parità di genere ma i diritti ed i doveri assoluti. Una strada lunga per davvero, se consideriamo quanto, per secoli, la donna sia stata considerata inferiore per intelletto e per natura dall’uomo, dalla chiesa e dalla scienza, come ha dettagliatamente spiegato Romina Giannini in quest’occasione, venendo a relazionare sul tema “Donne naturalmente inferiori: le singolari teorie scientifiche del tardo settecento” .

Excursus storico ed approfondito da parte del professor Liberati al quale è stato chiesto di relazionare sul tema “Dalla sinistra italiana alla Costituente”: una vera lezione di storia del diritto quella di Liberati che non poteva non prendere in esame lo sviluppo, negli anni, delle diverse leggi elettorali, iniziando da Zanardelli, rispolverando l’attività di Agostino De Pretis e quella più tarda di Di Rudinì, fino ad arrivare alla storia politica degli anni 40 del ‘900, in cui le donne cominciarono, per la prima volta, a considerarsi a tutti gli effetti cittadine.

Il contributo ultimo della dottoressa Saracino sul tema “Donne e potere: essere femministi conviene allo sviluppo” è stato invece incentrato su dati di rappresentanza femminile in Italia ed in Europa, di alcuni punti percentuali ancora inferiori rispetto a quella maschile. I dettagli sono stati presi in considerazioni per presentare anche la teoria di Chimamanda Ngozi Adichie, attivista e fimminista nigeriana, autrice del saggio “Dovremmo essere tutti femministi”, all’interno del quale spiega il suo punto di vista sul femminismo moderno. Afferma che il vero problema alla base della disuguaglianze sociali è la differenza di genere, sottolineando più volte quanto sia importante educare ragazzi e ragazze all'uguaglianza e al rispetto altrui. Qui l'autrice racconta in particolare anche alcuni episodi della sua infanzia e giovinezza, che le hanno fatto capire quanto la società abbia bisogno di femminismo. Inoltre, affronta anche la tematica del femminismo dal punto di vista della società nigeriana, raccontando di come in Nigeria una donna acquisti dignità solo se sposata o di come le donne sono fin da piccole educate nei lavori domestici e non spronate a raggiungere traguardi ambiziosi. E’ indubbio, ha commentato la Saracino a supporto di tale teoria, quanto le donne siano produttive, creative e studiose sull’ambito lavorativo tanto da poter essere in grado di garantire sviluppo ad un paese e all’economia.

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