La senatrice D'Onghia: ''Non stiamo diventando berlusconiani e né lo vogliamo diventare''

03-12-donghia-1NOCI (Bari) - La senatrice pugliese di Scelta Civica, la nocese Angela D'onghia, intervistata da NOCI24.it ha chiarito la sua posizione sulle dimissioni di Monti e sul futuro del movimento alle prese con fibrillazioni interne sul tema alleanze e radicamento sul territorio.

Come valuta, senatrice Angela D’Onghia, le dimissioni e la fuoriuscita di Monti dalla compagine di Scelta Civica? Se l’aspettava o non se l’aspettava?

«Sicuramente no, però il presidente è rimasto comunque nel gruppo al Senato e non ha dato le dimissioni. Ha dato solo le dimissioni da presidente del movimento, ma noi speriamo che rimanga come padre nobile di questo nostro movimento. Sicuramente tutti noi ci siamo resi conto in questi ultimi mesi che lui è una persona al di sopra di quello che è il mondo politico italiano. E’ una persona perbene, eccezionale, con un grande valore in Italia e all’estero e ci ha portato fuori da questa crisi. Tutti glielo riconoscono. Noi vorremmo che rimanesse perché tanti di noi abbiamo fatto questa scelta perché c’era lui. Io glielo ho detto: quest’esperienza la ripeterei solo perché c’è lui e c’era lui. Comunque è una cosa abbastanza normale perché il nostro movimento è nato da poco tempo e si è trovato in una stagione non molto facile per le compagini politiche. Quindi anche noi viviamo queste fibrillazioni».

Ma che idea si è fatta sulle reali motivazioni di queste dimissioni legate alle eventuali alleanze da compiere da parte di Scelta Civica?

«Ma devo dire che di scelte in questi mesi ne sono state paventate tante. A noi è sembrato strano che lui abbia preso questa come goccia che abbia fatto traboccare il vaso, anche se poi non è questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso... forse sono le troppe fibrillazioni all’interno di questo nostro piccolo movimento. Fibrillazioni che è giusto che ci siano perché se non c’è un chiarimento politico, un chiarimento di identità, diventa complicato andare avanti. Noi non abbiamo preso nessuna decisione in merito alle alleanze tranne la collocazione all’interno del Ppe che poi è quella di cui tante volte ha parlato anche lui. Non c’è nessun altro tipo di collocazione: non stiamo diventando berlusconiani e né lo vogliamo diventare. Non abbiamo parlato di decadenza o non decadenza di Berlusconi… Siamo un gruppo di persone che stanno soltanto valutando l’appartenenza all’Europa e a un movimento politico europeo senza tener conto di quella che è la situazione interna».

Ma condivide l’idea di Monti il quale ha sempre creduto in un centro autosufficiente e lontano dalle logiche del bipolarismo?

«Sì io credo che dovremmo rimanere autosufficienti, ma non possiamo rimanere non collocati. La gente vuole capire. E poi in Italia si è creata questa identità di bipolarismo e la gente vuole capire se siamo da una parte o se siamo dall’altra. Sicuramente io che non vengo dal mondo politico vi devo dire che questo fatto di essere o da una parte o dall’altra lo riesco a capire molto poco. Sicuramente tutti noi non siamo degli estremisti né di una parte, né dell’altra».

Scelta Civica è in fibrillazione per le alleanze con le forze politiche: per quale ragione si è schierata contro l'estromissione dell'UDC?

«Noi non abbiamo parlato ancora di europee. Abbiamo solo detto che stiamo nel Ppe e nel Ppe c’è anche l’UDC. Qualcuno di noi ha proposto di estromettere l’UDC ed io sono stata la prima, con le mie dimissioni in mano, a chiedere un chiarimento su questo punto perché non si poteva fare una fusione a freddo a Roma e catapultarla sui territori. Sui territori andava riorganizzato un movimento politico che avesse magari anche degli esponenti dell’UDC, ma che non fosse creato sulle basi dell’UDC, ma fosse creato come movimento politico nuovo, dove le forze migliori, nostre e dell’UDC, dovevano unirsi per creare qualcosa di importante e di prospettico. Io ho posto questa domanda ed ho detto che non ero disponibile  a nessun tipo di aggregazione che non fosse stata fatta con lucidità, tenendo conto delle sensibilità politiche e delle nostre idee riformiste. L’ho detto mettendo a disposizione il mio mandato se non fosse stata accettata la mia proposta. Quindi mai da parte mia c’è stata questa grande voglia di fare questa fusione a freddo. Però dopo otto mesi che sono in politica ho capito che noi comunque abbiamo bisogno di aggregarci sul territorio e di costruire senza distruggere le cose buone che ci sono secondo me. Perché finché la politica avrà sempre voglia di distruggere quello che c’è, e di solito si distruggono le cose buone perché quelle non buone le si ritrovano sempre libere sul mercato, non si fa molta strada. Ecco perché per noi il discorso di estromettere l’UDC non andava fatto. Io devo dire per quelli che sono i rapporti nel gruppo del Senato io ho un buon  rapporto con Casini e De Poli. Se parliamo di idee e proposte ho un buon rapporto. Poi io non parlo di altro, parlo solo di idee e di come possiamo incidere nel governo di questa nostra nazione».

Cosa si auspica per il prossimo futuro di Scelta Civica?

«Monti il nostro padre nobile. Un ottimo segretario politico che sia in grado di mettere insieme tutte le nostre varie identità, le nostre grandi professionalità e che sia in grado di costruire questo nostro partito e renderlo un vero partito riformatore per l’Italia, ma anche per l’Europa. Mi auspico che il partito e le persone che compongono questo partito sappiano essere umili nel loro approccio per definire una strada comune. La mia posizione però non cambia: se ero là per incidere e per fare delle riforme rimango là per questo. Se il partito si dovesse dividere o da una parte o dall’altra la mia idea di fare politica è quella di fare bene e di essere a disposizione del paese. Ma mi auguro davvero che il partito si sappia definire e rilanciare al meglio».

L’ha più sentito Monti in questi giorni?

«Sì. L’ho sentito la scorsa settimana. Ci siamo visti per un incontro in cui ho ribadito la mia piena fiducia nel presidente».

Secondo lei ci potrebbe essere una sua marcia indietro?

«Ripeto: lui è rimasto nel gruppo al Senato. Ha già deciso di rimanere e questo secondo me è un fatto importante e poi io penso che lui sia il padre nobile che ci debba rappresentare in Europa, in Italia c’è bisogno di avere un partito aggregante con segretario politico in grado di fare politica, cosa che a noi forse un pochino è mancata anche per la nostra provenienza da al di fuori della politica». 

 

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