"Nuovi standard terapeutici: l’anticoagulazione reversibile", incontro presso la Casa di Cura Monte Imperatore

clinica monte imperatoreNOCI (Bari) - E’ ormai dimostrato che la Fibrillazione Atriale è causa del 15% di tutti gli ictus cardioembolici. Ciò significa che in Italia dei 200.000 casi di ictus stimati all’anno, 30.000 sono determinati da questa frequente anomalia del ritmo cardiaco.

Per esercitare misure preventive adeguate, l’elemento cruciale è rappresentato dall’utilizzo di un sicuro ed efficace regime terapeutico, attraverso una valida terapia anticoagulante orale. Da oltre cinquant’anni la profilassi farmacologica utilizzata è rappresentata dagli antagonisti della vitamina K, che richiede frequenti controlli ematici  per l’aggiustamento del dosaggio, data l’alta variabilità di risposta inter-individuale.

Da tre anni, però, anche il nostro Paese può contare su una classe di farmaci innovativi, i Nuovi Anticoagulanti Orali - NAO, più sicuri e maneggevoli, in grado di venire incontro alle esigenze di medici e pazienti: non richiedono controlli ematici costanti, non hanno interazioni con gli alimenti e ridotte sono quelle con altri farmaci, hanno una somministrazione a dosaggio fisso e presentano un basso rischio di sanguinamenti maggiori rispetto alla terapia tradizionale.

Se i NAO hanno ridotto, rispetto al trattamento anticoagulante orale tradizionale il rischio di sanguinamento cerebrale (il più pericoloso per la vita di una persona) ciò non significa che non si possano verificare situazioni di emergenza, soprattutto quando ci troviamo di fronte a pazienti politraumatizzati o per i quali vengano richiesti interventi chirurgici urgenti.

Dal momento che i Nuovi Anticoagulanti Orali (NAO) stanno assumendo un ruolo sempre più strategico nella prevenzione di eventi tromboembolici nei pazienti a rischio, diventa importante poter disporre, per le rare situazioni d’emergenza, di strumenti che ne inattivino gli effetti in maniera rapida, specifica e sicura. Da pochi mesi è stato introdotto nel nostro Paese, un farmaco (idarucizumab), che neutralizza in maniera specifica l’effetto di dabigatran, inibitore diretto della trombina, primo della nuova generazione di anticoagulanti orali, entrato entrato in Italia da circa tre anni.

All’introduzione nella pratica clinica di questo antidoto è dedicato un incontro dal titolo: “Nuovi standard terapeutici: l’anticoagulazione reversibile” tenutosi a Noci, il 7 maggio 2016 presso la Casa di Cura Monte Imperatore, organizzato con il contributo non condizionato anche di Boehringer Ingelheim Italia, rivolto alla comunità medico-scientifica, in particolar modo specialisti in cardiologia e medicina interna e Medici di Medicina Generale.

“I Nuovi Anticoagulanti Orali rappresentano una preziosa opportunità terapeutica per migliorare la profilassi tromboembolica di pazienti con Fibrillazione Atriale – dichiara il Dottor Giuseppe Cellamare, responsabile scientifico dell’incontro - Fino a poco tempo fa, tuttavia, non disponevamo di un antidoto, capace di bloccare un’emorragia in corso o prevenirla nel caso di interventi chirurgici di urgenza o procedure interventistiche invasive come un’angioplastica primaria in un infarto acuto. Ora solo per i pazienti che assumono dabigatran, questo problema non esiste più.”

“Idarucizumab, infatti, ha questa capacità e finora, negli studi effettuati non ha mostrato reazioni avverse o controindicazioni - continua il Dottor Cellamare - La disponibilità di idarucizumab, dunque, offre ai clinici maggiore sicurezza nella prescrizione di dabigatran, il primo NAO in assoluto per il quale esiste un inattivatore specifico che ne neutralizza gli effetti terapeutici in maniera rapida e sostenuta nel tempo”.

“I vantaggi della possibilità di avere a disposizione un antidoto per un NAO come dabigatran si manifestano anche nella prevenzione secondaria dell’ictus, ovvero nei pazienti che hanno già avuto un evento cardio-embolico – aggiunge il Dottor Giuseppe Benedetto, Primario Neurologo e Direttore Sanitario della Casa di Cura Monte Imperatore di Noci – In questo caso, infatti, noi neurologi abbiamo la possibilità di estendere la profilassi anche ai pazienti più anziani, finora penalizzati dalla terapia anticoagulante per un rapporto rischio/beneficio non favorevole, ora superato dall’arrivo di idarucizumab”.

Comunicato stampa Boehringer Ingelheim Italia 

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