Pierre non esiste

temTemperamente - Lorenzo Vargas è un giovane scrittore particolare per molti versi. Lo conosciamo da prima della pubblicazione del primo libro, lo abbiamo visto in televisione. Ha partecipato alla prima (e fino a questo momento unica) edizione di “Masterpiece”, il talent letterario che mamma Rai ha inventato e trasmesso in collaborazione con la Bompiani.

Il meccanismo è quello che a cui la televisione italiana ci ha abituati da qualche tempo a questa parte: tre giudici integerrimi ma comunque capaci di commuoversi davanti alla storia personale dei concorrenti, giudicano con occhio esperto giovani e meno giovani accorsi da tutto lo stivale rincorrendo un sogno. Il sogno in questione è in questo caso, come facilmente intuibile, la pubblicazione con la grande casa editrice del gruppo RCS.

Vargas è arrivato ad essere uno dei finalisti del programma, ma non ha vinto. Ricordo pure che ebbe una discussione col conduttore del ‘dietro le quinte’, quello che va di moda chiamare coach, Massimo Coppola, il quale sosteneva che certi classici letterari devono obbligatoriamente essere letti. Vargas non era e non è ancora adesso di questo avviso, supportando la tesi secondo la quale ogni lettore sceglie cosa leggere e cosa eleggere a proprio must personale, evitando omologazioni di massa. Le polemiche attorno al format sono state infinite, perché i detrattori del programma sostenevano a spada tratta l’impossibilità di portare la letteratura all’interno del tubo catodic… ops, pardon, all’interno del digitale terrestre. A me personalmente il programma non è dispiaciuto, e poi sono sempre aperto a nuovi metodi per attrarre i giovani alla lettura.

Ma entriamo nella testa del giovane Lorenzo e vediamo dove andiamo a finire. Nel suo Pierre non esiste ci troviamo in un futuro (molto? troppo) prossimo in cui lo Stato governa e controlla i cittadini con una registrazione perpetua dei loro movimenti, dove tutto è controllato e dove i confini sono segnati da muri altissimi. Il Pierre del titolo è un uomo mediocre, che tira avanti a caffè e troppe ore di sonno. Convive con la sua fidanzata Viola, impiegata statale, e lavora per una donna in carriera consapevole di essere ancora affascinante. Una terza donna però, dal nome sconosciuto, è quella più presente nella sua vita disordinata, nei suoi pensieri e, soprattutto, nelle sue proiezioni oniriche. Cercando il nome di lei e interagendo per tutta la vita con un’illusione che lo perseguita e lo sbeffeggia, Pierre arrivare a dubitare di tutto. Del suo passato, dei suoi genitori, della sua casa, del suo amico Michel Mouriet, della nipote, addirittura di sé stesso. È dipinta sulla carta una critica feroce della società, dello Stato, dell’Uomo stesso. Ormai il generale appiattimento delle emozioni, dei sentimenti e addirittura delle intenzioni sta mandando allo sfacelo tutto quello che di buono avevamo costruito (c’è qualcosa che si possa annoverare in questo gruppo?). E le illusioni che ci siamo costruiti per sentirci migliori non aiutano per nulla, anzi, per certi versi aggravano la nostra situazione. Il non sentire il bisogno di nulla non significa essere felici.

“Sei felice perché di nulla hai bisogno o nulla abbisogni perché sei felice?”

Questo libro mi ha fatto pensare a una canzone di Mistaman, al secolo Alessandro Gomiero, che esprime bene la ricerca di sé stesso, pietra angolare del pensiero filosofico umano. La canzone si intitola Chi sei?, e prova a rispondere a questo difficilissimo quesito. Questo uno stralcio del pezzo:

Dimentica il tuo nome, dimentica il tuo cognome, il colore, la religione, gli amici, la tua fazione, i nemici, la tua nazione, i vestiti e la professione, ora cosa rispondi se ti chiedo chi sei? Che persona sei? Se tu non sei il tuo conto in banca e non sei l’auto che hai comprato né la moto né la barca? Se tu non sei le fighe che ti sei fatto alla fine sei quello che sei solo per quelle che hai amato. Fotte zero del tuo grado d’istruzione, c’è più di una lezione che non danno nelle scuole. Ehy! Dimmi adesso chi sei. Hai tre lauree? Ok! Ma io ti ho chiesto chi sei. Quel che conta davvero è il grado di sopportazione, se tu ti sai adattare quando stai sotto pressione. Oh! Dimmi adesso chi sei. Hai mille bazze? Ok! Ma io ti ho chiesto chi sei.Dimentica il passato, quel che hai fatto e quel che eri ieri e quel che sei sicuro tu sarai in futuro, mi segui? Non è quel che prendi dai geni o trasmetti agli eredi, cosa rispondi se ti chiedo chi sei? Che persona sei se tu non sei solo una faccia, non sei il tatoo sul braccio né la t-shirt con la marca? Non ti stupisce che cercando il contatto stiam riciclando stereotipi e modi di qualcun’altro? Fotte zero delle droghe che hai provato se tu sniffi, ti sprizzi, t’impasticchi, fumi oppure hai l’alcool. Hey! Dimmi adesso chi sei. Sei strafuori? Ok! Ma io ti ho chiesto chi sei. Quel che conta davvero è se ti senti realizzato o se tu riesci a sembrarlo quando sai di aver sbagliato. Oh! Dimmi adesso chi sei. Ti sei sposato? Ok! Ma io ti ho chiesto chi sei. Leggendo le pagine di Pierre non esiste mi è subito balenata alla mente, dalla polvere dei ricordi, questa canzone, prova tangibile che la ricerca degli artisti e, più in generale, degli uomini, va tutta verso la stessa direzione, indipendentemente dallo strumento utilizzato. Lorenzo ci spiega con una bravura e una logica ferrea, prematura per la sua età, tutta una serie di cose che rendono importanti la nostra esistenza. Vita. Amore. Morte.

Sono tante le cose curiose che ho scoperto leggendo questo libro. Ho scoperto di non essere l’unico al mondo ad odiare la macchinetta a cialde del caffè, e a preferirle l’antico rito della moka. Sono venuto a conoscenza che Rho non è solamente una cittadina lombarda. Che esistono le note dell’autore ancora oggi. Pensavo che le cosiddette NdA o NdR (Nota della Redazione) fossero esclusivamente per i testi stranieri, quando si parlava di fatti che il lettore italiano non poteva conoscere, perché accaduti nel Paese dello scrittore, o una felice reinvenzione di Foster Wallace. E invece no. E vi dirò: addirittura le note sono piacevoli da leggere, per il sarcasmo che Vargas ha ampiamente dimostrato di possedere.

L’autore sa scrivere bene; sa riversare su carta con efficienza i suoi abissi e tutta la scontentezza che prova per il mondo che vede attorno a sè.

Vivamente consigliato. Perché non è necessario leggere trattati di filosofia per esplorarci l’anima. Perché a volte basta un ragazzo classe ’91. Perché quando l’uomo smette di chiedersi chi è e perché esiste, cessa di esistere.

Lorenzo Vargas, Pierre non esiste, Bompiani, 2015, 13 €

Altre recensioni su "Temperamente.it"

 

Temperamente

© RIPRODUZIONE RISERVATA