Principianti

temTEMPERAMENTE -  Quando nel 1981 Alfred Knopf pubblica Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, raccolta di diciassette racconti scaturiti dalla penna di Raymond Carver, il successo del libro è un vero e proprio terremoto editoriale. All’inizio dei luccicanti anni ‘80, però, nessuno è a conoscenza del fatto che quei racconti rivoluzionari sono in realtà il frutto di un profondo rimaneggiamento operato dall’editor Gordon Lish, il quale non esitò a tagliare il 50% del manoscritto originale. Persino il titolo non corrispondeva alla volontà dell’autore, ma era un’estrapolazione (molto furba) dal testo del penultimo racconto, originariamente intitolato Principianti.

E proprio con l’autentico titolo di Principianti la raccolta torna in libreria per Einaudi, dopo un lungo lavoro di recupero del manoscritto originale, nel tentativo di rendere giustizia ad un autore la cui sensibilità può essere compresa a fondo soltanto salvaguardando l’integrità dei testi. Testi capaci di indagare la dimensione privata dell’essere umano, cogliendo la componente fragile e irrazionale dell’animo, la frustrazione che s’insinua nel quotidiano affettivo, la paura come substrato dell’esistenza.

Pienamente a suo agio nella forma breve del racconto, Carver riesce a introdursi nelle crepe della coscienza, a tradurre in parole l’emozione inesplicabile, a ritmare una narrazione pulsante sul filo di dialoghi spezzati, in cui sono i silenzi a caricarsi di significato. Le sue storie parlano di noi, delle piccole e grandi psicosi annidate nella routine dei rapporti familiari, nell’intimità della vita di coppia. La trama delle relazioni diventa trama di narrazione: i rapporti tra le persone, tra genitori e figli, tra amanti, tra amici persino, sono sempre una rete inestricabile di sensazioni, di istinti più o meno sopiti, di impulsi incontrollabili. Nell’universo privato di Carver si muovono uomini e donne comuni, ogni giorno impegnati a far fronte alla fatica di vivere, a combattere con l’angoscia e la perdita, occupati a rimediare ai propri errori finendo spesso per commetterne altri.

Dalla nuova edizione integrale emerge tutta l’essenzialità di Carver, il suo minimalismo, la lingua semplice, di una semplicità perfettamente limata e costruita, pulita fino alla scarnificazione e per questo tanto più efficace, una lama affilata che scava nelle pieghe di anime confuse. Come in una successione di frammenti vissuti, non ci sono conclusioni definitive, soluzioni illuminanti. Si vive e si ama per tentativi, uno sbaglio dopo l’altro, una caduta dopo l’altra, eterni apprendisti nel laboratorio della vita.
Perché in fondo, diceva Carver, “siamo tutti nient’altro che principianti, in fatto d’amore”.

Raymond Carver, Principianti, Einaudi, 294 pp., euro 19

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