Non ho ancora finito di guardare il mondo

temTEMPERAMENTE - Ho sempre pensato che gli scrittori fossero prima di tutto degli ottimi osservatori: voyeuristi insaziabili di un mondo che può essere scorto da migliaia di punti di vista, ma che solo a particolari fortunati si rivela nella sua realtà, mettendosi finalmente a nudo.

David Thomas però non spia il mondo di sottecchi, nascondendosi per non farsi scorgere: questo scrittore francese si tuffa in modo elegantemente penetrante nella vita, negli uomini, nelle donne, descrivendone ogni minima emozione, ogni singolo sguardo, ogni maledetto rimorso che stia lì a martellare la mente umana, giorno dopo giorno. Non ho ancora finito di guardare il mondo di David Thomas si presenta come un’enciclopedia del genere umano, permettendo al lettore di essere scoperto da uno scrittore tanto abile da fargli esclamare “quanto è vero, è proprio così!”, ad ogni pagina, ogni riga, ogni parola.

E così, nel primo racconto ci si ritrova a Fare l’amore in una calda notte d’estate, mentre l’io narrante si diverte ad ascoltarci; a pag 47 si ha Paura di tutto, mentre 20 pagine dopo si torna a Casa, quella casa dove “ognuno ha un posto tutto suo. E ogni muro assorbe qualcosa di noi”. E poi si viaggia, si viaggia tra la sincerità delle cose dette ad un figlio con la violenza della schiettezza, fino a quella caverna in cui una donna rischia di risvegliare i tuoi demoni; ci si immerge nella frustrazione della vita di ogni giorno, in cui il viso del tuo compagno assume sempre più le sembianze di un nemico, per poi passare ad una giornata spensierata, in cui il pensiero più pesante è quello di scegliere la bici perfetta. Tutta questa immensità di volti senza nome, di città anonime e di rapporti personali così tanto universali, sono condensati in una o due pagine e a volte in poche righe, con una maestria scrittoria che non ammette errori, rasentando quasi la perfezione di un lungo aforisma.

Perché si sa: “Se per dirlo bastano tre righe, bisogna limitarsi a quelle tre righe. Se per dirlo bastano tre parole, bisogna limitarsi a quelle tre parole. E per dirlo basta una strizzata d’occhio, bisogna limitarsi a quella strizzata d’occhio. Se per dirlo basta una ruga, bisogna limitarsi a quella ruga. Se per dirlo basta il silenzio, bisogna limitarsi a quel silenzio.

Non aggiungere. Togli.

Taci.”

Non ho ancora finito di guardare il mondo di David Thomas è una raccolta di racconti che conquistano il lettore fin dalla prima pagina, mettendolo di fronte ad uno specchio, che assume la forma di quel colorato caleidoscopio che sia chiama vita.

David Thomas, Non ho ancora finito di guardare il mondo, Marcos y Marcos, 189 pp., 16,00 euro

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