'Dove eravamo', per non dimenticare le stragi di mafia

07-29doveeravamorecensione copyNOCI (Bari) - Ha inizio da questa settimana la nostra collaborazione con "Temperamente.it", un sito di recensioni letterarie. Una rubrica viene così aperta ai nostri lettori per consentire settimanalmente un approfondimento letterario su grandi temi. Cominciamo oggi con "Dove eravamo": una recensione di Susanna Maria de Candia che offre un'ottima riflessione sulle stragi di Capaci  e di Via d'Amelio di 20 anni fa. Buona lettura. 

 


 

Non si può solo andare avanti, senza riconsiderare il passato e capirne il peso e l'influenza che ha sulla vita presente e sulle prospettive future.

A vent'anni dalle stragi di Capaci e via D'Amelio (dove persero la vita rispettivamente Falcone e Borsellino), Massimiliano Perna – giornalista e scrittore – raccoglie le testimonianze di parenti (come Maria Falcone o Salvatore Borsellino), attuali magistrati, procuratori, poliziotti, attori, scrittori, sacerdoti che dopo quel 23 maggio o 19 luglio del 1992 hanno repentinamente e decisamente dato una svolta alla loro vita, facendo dei due magistrati così uniti – nella vita come nella morte – non degli eroi, ma degli esempi, dei modelli, dei punti di riferimento o di partenza. Tanti, troppi nomi per citarli tutti. Eppure ognuno ha riportato una sfumatura indispensabile per restituire colore a vicende che ne hanno avuto uno solo: il rosso sangue.

Così quelle date, i nomi degli agenti della scorta, le vie, quegli scenari visti in tv in più spezzoni durante i telegiornali o gli speciali, quelle reazioni tra rabbia e convinzione che qualcosa si deve fare per smuovere il mondo, ritornano con ritmo quasi ossessivo, in ogni racconto/testimonianza. Quasi a dire che questa pagina triste della storia italiana non si può cancellare, perché per ogni vita strappata si cuciono coscienze che, individualmente o collettivamente, lavorano non solo per ricordare, ma per portare avanti gli ideali di giustizia e legalità. Ognuno nel proprio campo d'azione: nelle forze dell'ordine, a scuola, negli incontri coi giovani, in parrocchia, in teatro.

Sfogliavo le pagine e sentivo ora bollire il sangue per rabbia, ora affiorare lacrime per commozione, ora l'impeto e lo slancio della mia giovane età, ora la speranza che le parole e i gesti di chi ha scritto, di chi ha fatto memoria, di chi li ha conosciuti possano fare il giro del mondo e fermarsi sui più impavidi. Perché c'è bisogno di coraggio e di unione oggi più che mai.

Ma, oltre a sdegnarmi, ho guardato a quest'evento anche con altri occhi, con sguardo costruttivo. Così che un giorno possa dire anch'io, come don Giacomo Panizza a cui ho rubato le parole di poc'anzi, ho reagito e proagito.

AA. VV., a cura di Massimiliano Perna Dove eravamo, Caracò, pp. 149, 13 euro.

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