Il grande male

temperamentenuovoTemperamente - Il grande male di David B. uscì in Francia tra il 1996 e il 2003 per l'Association, casa editrice sperimentale e indipendente francese, dedita soltanto ai bd (bande dessiné: fumetti), curata e gestita direttamente dagli artisti, conosciuta oltralpe grazie al successo di Persepolis. Da noi l'attenta Coconino Press aveva proposto questo capolavoro in fatto di graphic novel diviso in due parti nel 2004 e pubblicato infine in un unico volume nel 2010 in unico volume.

Per parlare di questo libro vorrei avere soltanto delle immagini, e non parole, perché quando ripenso a ciò che mi ha trasmesso, vedo il bianco e nero che si fonde nella fantasia espansa di David B. e tinge la pagina con miriadi di immagini. Che entrano nei miei occhi e nella mia testa, dove si riproducono in ulteriori immagini, che si formano ex novo, mischiando le strisce di David B. ai miei personali (immagini, sogni, sentimenti, emozioni, esperienze), creando un corposo e massiccio ensemble che mi sembra vivo e pulsante. Ma non epilettico, nonostante sia quello il male da cui deriva tutto.

In questo librone, infatti, David B. racconta della malattia del fratello maggiore, divenuto epilettico nella pubertà, intorno agli anni '80, e soprattutto dei tentativi, disperati e disperanti, di salvarlo dalla malattia compiuti dalla famiglia Beauchard. Ben presto ci si rese conto che non c'era molto da fare con l'epilessia, che la medicina tradizionale falliva o vedeva in Jean Christophe un "caso" da studiare e cui sottoporre esami e assurde operazioni sperimentali; a quel punto, la speranza in una salvezza per il figlio diventa per i genitori di David la speranza in qualcos'altro. Si apre così il via a tutta una serie di "esperimenti" con medicine di altro tipo: la macrobiotica, l'agopuntura, le pratiche vudù, lo spiritismo, ed anche l'esorcismo; esperimenti finiti tutti come si può ben immaginare. Il Grande Male (nome che all'epilessia si dava nel Medioevo) sembra sempre più grande, più forte, più potente di ogni loro sforzo; e forse è per questo che David lo raffigura come un enorme mostro serpentino all'interno del fratello. Per questo e anche perché David è un appassionato di storia e di guerra: Gengis Khan, Attila, i grandi samurai, la grande guerra combattuta dal nonno, compaiono tutti nelle pagine del Grande Male, con una forza visiva ed espressiva impressionante. David disegna moltitudini di soldati, spade, coltelli, scudi, ma anche bestie feroci, santi, simboli esoterici di ogni tipo, evocando in modo molto, molto suggestivo sia l'intensità immaginifica che queste storie avevano su di lui da bambino, che la forza con cui la sua famiglia lottò contro la malattia del fratello, ma soprattutto lui, in primis, usò per lottarvi. Per non cedere alla tentazione di diventare malato come lui, per essere più forte e farsi carico di un peso notevole quale avere un fratello cocciuto e handicappato, per restare sano e stabile il più possibile in quest'infanzia certamente particolare. Le sue armi e le sue armate David le schiera tutte sulle pagine: non è neanche un adolescente quando inizia a scrivere il suo primo libro, rigorosamente fumettato, su di un grande combattente dell'antichità. Il destino di David B. forse era segnato, avendo due genitori insegnanti di disegno e vista la sua storia personale; o forse no, visto che la sorella non ha avuto la stessa spinta.

Entrare nell'universo di David B. significa entrare nell'universo delle sue emozioni, paure, sogni, angosce e speranze; conoscere i suoi fantasmi del passato e gli scheletri nel suo armadio, cui si aggiungono tutti quelli della sua composita famiglia, dalla madre, che cerca tutti i modi possibili e non di strappare il figlio alla malattia che l'ha assalito, al padre, che proverà a darsi all'alchimia e a consultare sette segrete (mai sentiti i Rosa-croce?) per uscirne. E poi c'è Florence, la sorellina più piccola e forse più fragile dei tre, schiacchiata dalla sua piccolezza e dalla tristezza che il Grande Male ha buttato sulla sua famiglia («è stato in quel momento che sono diventata triste» dirà ad un certo punto). Ma è anche la storia dei nonni di David, francesi che hanno combattuto in modi diversi le loro battaglie per uscire dalla miseria. Un universo articolato, vastissimo, complesso, in cui tutto è disegnato con il fantastico, corposo, dettagliato tratto di David B., che da al bianco e nero delle proprietà espressive inesauribili.

Anche per farvi entrare nel suo universo che ho voluto mostrare alcune striscei di questo libro, perché le parole non bastano a sostituire tuto quello che troverete in questa galassia. «No, David, questo non voglio che lo racconti. Il tuo primo libro era già duro ma questo è ancora peggio, è troppo...Ti assicuro che i lettori ti pianteranno in asso». Beh, ragazzi, io le 388 pagine de Il Grande Male le ho lette tutte e quasi tutte tutte d'un fiato.

David B., Il Grande Male, Coconino Press, 2010

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