NOCI – Lo scorso 23 ottobre, presso il Chiostro delle Clarisse, a partire dalle ore 19:30, si è svolto l’incontro organizzato dal Partito Democratico di Noci relativo a una serie di tematiche importanti, come l’autonomia differenziata delle Regioni, la revisione del PNRR e il futuro che queste due proposte del centrodestra potrebbero avere per il Mezzogiorno. Sono intervenuti Marta Jerovante, Segretaria Partito Democratico Noci; Ubaldo Pagano, Deputato Partito Democratico - Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione; Francesco Intini, Sindaco del Comune di Noci e Vito Plantone, Direttivo del Partito Democratico Noci.
L’incontro avrebbe dovuto segnare la conclusione della Festa dell’Unità, nella serata del 16 settembre. Sfortunatamente, però, la pioggia costrinse a rinviare questo appuntamento, recuperato poi martedì scorso. Di grande interesse e attualità le tematiche trattate, anche e soprattutto per il futuro delle Regioni del Mezzogiorno. Come i più attenti alle pagine politiche sicuramente sapranno, ci sono due provvedimenti che il centrodestra vorrebbe fortemente attuare: l’autonomia differenziata (su proposta del Ministro Calderoli) e la revisione del PNRR. Ma proviamo a spiegare in parole semplici e chiare, senza inoltrarci negli stretti tecnicismi della politica, quali saranno le conseguenze che queste due proposte potrebbero avere soprattutto per le Regioni e i Comuni del Mezzogiorno. Mentre il sistema che tutt’ora vige è perequativo (cerca cioè di livellare il più possibile le disuguaglianze) l’autonomia differenziata porterebbe invece il divario tra Nord e Sud a crescere esponenzialmente e pericolosamente. Va da sé che i nostri giovani talentuosi e qualificati, lascerebbero senza remora alcuna le Regioni del Sud, dove sanno di non essere mai completamente apprezzati e di potersi realizzare professionalmente, per trasferirsi al Nord dove c’è un ventaglio di possibilità molto più ampie e soprattutto retribuzioni molto più adeguate. Per quanto concerne la revisione del PNRR, L’Onorevole Fitto vorrebbe applicare dei tagli non indifferenti. Non verrebbero cancellati i progetti destinatari delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma semplicemente li si finanzierebbe con altre risorse. Risorse, come i Fondi di Coesione, che quei comuni avrebbero comunque dovuto avere, e che si sarebbero sommate a quelle del PNRR. La matematica non mete: se dovessi avere 10 dal PNRR e 10 derivanti da altre risorse, avrei in totale 20. Se mi viene sottratta la 10 del PNRR resto solo con 10, e mi viene preclusa la possibilità di realizzare altri progetti. Al momento, la situazione si presenta alquanto incerta: non è detto che queste proposte del centrodestra vengano attuate, ma restare in una specie di limbo senza sapere cosa accadrà, è certamente aberrante. Quello che è certo, è che anche noi del Mezzogiorno vorremmo poter dimostrare la nostra capacità di investire adeguatamente e intelligente quelle risorse; di farle fruttare e di crescere, così come di saper trattenere sul territorio i nostri talenti.