Liturgie del silenzio: esce oggi la nuova antologia poetica di Vittorino Curci

02 28liturgiedelsilenzioNOCI (Bari) - "Quando pubblico un nuovo libro di poesia, la prima sensazione che provo è di estraneità come se non fossi stato io a scriverlo. Il che, se ci rifletto, è anche vero perchè il mio atteggiamento durante la composizione dei testi è sostanzialmente passivo: lascio che la poesia mi conduca a suo piacimento anche in territori sconosciuti e questo mi sorprende non poco. A volte mi chiedo: perchè scrivo questo? E mai ho trovato una risposta convincente a questa domanda. Federico Garcìa Lorca diceva: se mi chiedete perchè dico "i cembali di cristallo feriravano a mille l'alba", vi dirò che li ho visti nelle mani di angeli e di alberi ma non saprò dire altro ne tanto meno spiegarne il significato". Con questa sua riflessione, il poeta e sassofonista di musica improvvisata Vittorino Curci, ci presenta oggi,  in occasione della data della sua pubblicazione ufficiale, Liturgie del silenzio: la sua nuova raccolta di poesie, edita La vita Felice.

A cinque anni di distanza dalla pubblicazione de Il pane degli addii e a due anni dalla pubblicazione de Verso i sette anni anch'io volevo un cane, Curci torna, in questo martedì 28 febbraio, con una silloge in cui il tema dominante è il tempo. Una silloge in cui ciascuna parola nasce dal silenzio che la circonda, grazie ad un processo di incubazione che lo stesso autore definisce necessario; una silloge in cui la poetica è riuscita a raggiungere l'autore senza confondersi con il rumore della vita, attraversando territori vastissimi colmi di significato. Una silloge, per concludere, che si lega alla parola "Liturgie" perchè trasportatrice di storie, emozioni, sentimenti, paesaggi prima inesplorati. Le "Liturgie del silenzio", spiega infatti l'autore, "non sono altro, in realtà, che una preghiera alla vita. La poesia è qualcosa che risveglia in noi l'umanità, un grido che ti scuote e ti sveglia e ti fa ritrovare qualcosa che non abbiamo perso o non ascoltiamo più. Quando in poesia avviene quel miracolo vuol dire che c'è stata una specie di risveglio rispetto a qualche sentimento o a qualche emozione che non hai saputo dire prima. La parola poetica risveglia l'umanità addormentata che ha dimenticato qualcosa di importante che riguardava se stessa. La poesia non si può spiegare perchè è un'altra dimensione della scrittura. Sento mio il libro, ma non posso dire che sia veramente mio. Il processo della creazione arriva quando l'opera si distacca da suo autore. La poesia è composta da momenti che il poeta cerca di cucire facendo attenzione ai sentimenti e alle parole".

E quali sono dunque i sentimenti e le emozioni ricucite in quest'ultima pubblicazione di Vittorino Curci? Certo, sarebbe presuntuoso spiegarle e definirle a 360° gradi, ma quello che siamo riusciti a captare dalla lettura (in anteprima) dell'intera opera è la sensazione di dispiacere dell'autore nei confronti dell'uomo che vive il presente: un uomo che fondamentalmente non ha più la percezione "del treno in corsa dell'avvenire", "che si accontenta di essere vivo" e che insieme alle altre donne e agli uomini della sua generazione si lancia senza meta dicendo  "questo è quello che sappiamo fare". Un uomo che non ha più la visione del tempo dove si incontrano passato, presente e futuro.

Insomma, un'antologia di poesie che ha lo stesso fine di quella poesia contemporanea descritta da Montale, che scava i sentimenti in una realtà frantumata, con linguaggio teso ed incontrollato, dove addirittura nascono neologismi dell'occasione, per lasciare giustappunto, alla parola, la possibilità di muoversi. "Una poesia verticale che ti porta nell'alto dei cieli o negli abissi dell'anima".

Riportiamo qui di seguito la poesia che apre l'intera pubblicazione.

PROSSIMITA' DEL BENE

ciò che si appresta alla discussione è niente
i morti sono stati dimenticati
e i vivi si accontentano di essere vivi.
oh quanto questo oscuro brusio
intorno a noi che fummo
ci restituisce il bene
di chi credette in noi, le donne e gli uomini
che ci tenevano in braccio
sul treno in corsa dell'avvenire
 
c'è, ci deve essere, un modo per piangere
e non lasciarsi andare dalle cose
inventate, qui dove non c'è anima viva

 

Libri

© RIPRODUZIONE RISERVATA