NOCI - In questi giorni siamo tutti diventati inconsapevoli testimoni del devastante spettacolo provocato dall’alluvione in Emilia Romagna.
La nostra mancanza di cognizione non è poi così scontata poiché, più che un fenomeno legato al maltempo, l’alluvione è un problema di “malterritorio” (come è già stato definito da altri) perché presenta comunque una firma antropica: in tempi in cui l’equilibrio naturale non era stato ancora alterato dall’uomo, un evento del genere, o non si sarebbe verificato o non avrebbe avuto conseguenze di questa portata.
Purtroppo stiamo mettendo a dura prova la capacità di carico (o carring capacity in inglese) del nostro Pianeta e la natura, sebbene non credo che sia “matrigna”, come invece la definiva Leopardi, ha comunque un’ottima memoria storica: quindi, prima o poi, presenta il suo conto.
Spesso a farne le spese sono anche le creature più innocenti e laboriose della Terra; ossia le api, verso le quali noi uomini siamo debitori della nostra stessa sopravvivenza!
Vi sembra un’affermazione esagerata? Invece no, se pensiamo che senza le api, molti fiori, frutti e verdure non potrebbero esistere e noi umani avremmo a disposizioni solo pochi alimenti.
In più, anziché essere riconoscenti verso questa operosa impollinatrice; non solo con l’inquinamento e i cambiamenti climatici ma anche con l’abuso di pesticidi, stiamo provocando una drastica riduzione del numero e della diversità delle api nel mondo.
Un grido di allarme parte da Nicola Di Nuzzo, presidente dell’Associazione Apicoltori Lucani Cia, che può vantare 150 associati con un totale di 13.000 alveari, il quale dichiara: “La piovosità di questi giorni sta provocando non pochi danni all’apicoltura che possono riassumersi in tre punti: mancata produzione, sciamature incontrollate, perdita delle famiglie”.
L’amarezza che lascia questa dichiarazione stride notevolmente se pensiamo che proprio oggi, 20 maggio, ricorre la Giornata Mondiale delle Api che l’ONU celebra da sei anni a questa parte.
La data del 20 maggio è stata scelta in onore di Anton Jansa, un apicoltore sloveno, che può essere ritenuto il padre della moderna apicoltura rispettosa degli impollinatori perché, nel XVIII secolo ha introdotto innovazioni nelle tecniche di allevamento delle api mellifere.
Ciascuno di noi dovrebbe vivere la Giornata Mondiale delle Api come un’occasione per riflettere sulle nostre responsabilità verso l’ambiente perché concretamente ognuno può fare la sua parte per salvaguardare le api mellifere e tutti gli altri impollinatori. Come? E’ sufficiente piantare fiori sul balcone o nel proprio giardino; non usare insetticidi o altri repellenti cimici antinsetto; non aver timore delle api; non danneggiare o bruciare gli sciami che potrebbero aver nidificato nei nostri comignoli e/o in altre cavità domestiche di nostra proprietà…
La società delle api e il loro super organismo sono davvero affascinanti e potrebbero farci lezioni di morale e di civiltà!
Ed io resto a disposizione di tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza di queste operese sentinelle dell’ambiente naturale perché credo che dalla conoscenza nasce poi il rispetto.