NOCI (Bari) - Urbanistica, viabilità, parcheggi, mobilità sostenibile. Ci capita spesso di imbatterci in queste importantissime tematiche, di porci nei loro confronti in maniera costruttiva o distruttiva a seconda dai casi. Ci capita di ritrovarcele nei lunghi discorsi elettorali, nei grandi paginoni dei programmi di coalizione (di qualsiasi estrazione) o addirittura nel corso di grandi tavoli partecipativi organizzati per la cittadinanza. Insomma, ci capita di ritrovarcele ovunque queste parole, ma forse non ci capita troppo spesso di chiederci quale valore aggiunto avrebbero queste ultime se contenessero al loro interno anche il punto di vista di un disabile.
A far aprire gli occhi alla cittadinanza in questi giorni è stata l’associazione culturale Young che, con una campagna di sensibilizzazione, ha organizzato, lo scorso sabato 17 giugno una passeggiata per il paese “in carrozzina”. #SeDiventassiDisabileAncheIo: questo il titolo dell'iniziativa e l’hashtag utilizzato per l’occasione. Accompagnato infatti da tre disabili, il presidente Anastasio Mottola ha provato a mettersi nei panni dei suoi amici “diversamente abili” per capire quali criticità ci fossero in paese e cosa vuol dire “guardare il mondo” seduti su una carrozzina.
L’appuntamento, partito da Piazza Garibaldi e interamente filmato in diretta facebook, pare abbia prodotto l’effetto sperato, attirando l’attenzione di due pubblici differenti, quello che aspettava da tempo che qualcuno “prendesse l’iniziativa” e quello incredulo, forse non troppo abituato alle azioni forti, che vanno ben oltre il silenzio omertoso. Sì perchè, la campagna di sensibilizzazione Young non è stata solo virtuale, ma anche concreta, con multe simboliche da lasciare sulle auto delle macchine parcheggiate erroneamente sul posto dei disabili o in prossimità degli scivoli. Peccato però che il giro non abbia interessato, a tappeto, davvero tutte le difficoltà che i disabili riscontrano anche nelle strade un pò più periferiche rispetto al borgo antico o le sole vie del centro. Ci capita spesso infatti di assistere a percorsi intrapresi da altri disabili del paese che pur di arrivare in centro sono costretti ad allungare il percorso pur di non affrontare le salite o qualsivoglia barriera architettonica.
A nostro parere, una città a misura di disabile non può prevedere solo il parcheggio con strisce gialle dinanzi al portone di casa, ma anche una serie di servizi che possano quantomeno garantirgli di vivere il paese nella stessa e identica maniera di un altro cittadino.