NOCI – “Abbiamo chiamato il 118 6 volte. Poi abbiamo provato anche con il 113. E di nuovo con il 118. Otto telefonate a cui non ha mai risposto nessuno e che forse avrebbero evitato la morte di mio padre”. Comincia così il racconto di Umberto Fiorelli, figlio di Domenico, il 92enne nocese da anni residente a Bolzano che è deceduto lo scorso 4 agosto scivolando su una scala esterna del suo trullo in campagna.
Il signor Domenico era un anziano come tanti: “Tornava a Noci ogni estate – ci racconta Umberto - lo accompagnavo a maggio e lo venivo a riprendere a ottobre. Trascorreva le giornate con i parenti, curava i suoi fiori e si dedicava alla campagna. Poi il martedì andava al mercato e faceva la spesa per la settimana”. Quel venerdì mattina è inciampato, ferendosi la testa, ed è rimasto incastrato per terra, fuori dal suo trullo. Lo hanno trovato i vicini che lo aspettavano per il pranzo e, non vedendolo arrivare, si sono preoccupati e sono andati a cercarlo. Lui era cosciente, ferito alla testa e leggermente sanguinante. Così hanno subito chiamato i soccorsi, ma - come detto - non hanno ricevuto nessuna risposta. A quel punto sono corsi in ospedale, sperando che qualcuno potesse aiutarli e andare a soccorrere l’anziano. E lì, di fronte al medico che per spostarsi aveva bisogno di un’autorizzazione, richiamano ancora il 118, a vuoto. Così ci ha provato lo stesso medico che è subito riuscito a mettersi in contatto con il centro operativo. L’ambulanza è partita praticamente subito dopo, ma intanto erano trascorsi circa quaranta minuti dalla caduta. “È assurdo – dice Umberto. – Quando sono arrivati al trullo mio papà era ancora vivo ma nel momento in cui lo hanno sollevato per metterlo sulla lettiga ha avuto un infarto. E il medico non ha neanche fatto una manovra di rianimazione come credo che si debba fare in questi casi. Solo un elettrocardiogramma, per poi dirci che era deceduto. Mio papà è morto così”. Una volta tornato a Bolzano, il figlio ha denunciato quanto accaduto alla Procura; il caso adesso verrà preso in gestione dalla Magistratura di Bari. Nel frattempo il centro operativo sta cercando di ricostruire l’accaduto e capire di chi sono le responsabilità di questo tragico avvenimento. “Io ho denunciato tutto perché cose così non capitino di nuovo – conclude Umberto. – Se invece di un anziano si fosse trattato di un pullman pieno di bambini caduti in una scarpata?”