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Il tempo che resta, vivere la storia in prima persona

01 26iltempocheresta1NOCI (Bari) - Ricordare fa rima con cambiare. Ieri 25 gennaio 2017 si è svolta la prima delle tre giornate nocesi dedicate alla giornata della memoria. Le attività previste nell’ambito della manifestazione “Il tempo che resta - storie di ieri, visioni di domani” hanno così avuto inizio nel magico e suggestivo chiostro delle Clarisse di Noci, luogo da quale, in questa tre giorni, ritroveremo spunti di riflessione, ospiti che ci stimoleranno a farlo, laboratori per bambini ed alunni dedicati.

01 26tempocheresta2PERFORMANCE TEATRALE - Ad inaugurare l’intera manifestazione, gli alunni delle classi quarte dell’istituto Pascoli guidati dall’insegnante Dora Intitni. “Siamo qui perchè abbiamo organizzato questo evento per parlare di memoria legata alla Shoah e per questo abbiamo coinvolto una serie di componenti, tutti provenienti da ambienti diversi ma uniti dalla volontà di proporre al territorio una riflessione profonda. Una riflessione che non mettesse in evidenza semplicemente le menti a se stanti ma che proponesse un percorso variegato. L’itinerario prende spunto dalla legge 211 del 2000 (che il Parlamento italiano ha istituito per il giorno della memoria) ma prende in considerazione anche gli accadimenti ultimi in fatto di intolleranza. Abbiamo quindi ricordato ed organizzato questo momento per rendere viva la parola ricordo affinchè questo “ricordo” ci dia gli strumenti per leggere l’oggi, nell’interpretarlo e per progettare il domani”. Partendo dunque dalle parole di Primo Levi “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”, i primi attori de “Il tempo che Resta” hanno conosciuto ed interpretato alcune pagine della storia della Shoah, fatte di reticolati, camere a gas, baracche, forni crematori. La casa delle farfalle è stato un lavoro che ha riguardato la scrittura di testi, l’analisi di documenti sul campo di Terezin e quindi trasposizione in spettacolo per continuare a fare memoria e per ricordare che “gli uomini che non investono nei bambini, non contribuiscono a costruire la propria identità”. Piccole storie che sono state rivisitate e riscritte, rivisitando i sentimenti del tempo. Una performance che ha visto interagire i bambini anche con spunti poetici di Majakovskj, canzoni ebraiche il discorso di Charlie Chaplin tratto da “Il grande dittatore” e tante altre danze.

01 26carlogreppiCARLO GREPPI - La seconda parte della serata è stata invece vissuta in compagnia di Carlo Greppi. Storico, fondatore dell’associazione Deina (che organizza corsi formativi dedicati alla memoria e non solo), “appasionato militante della memoria” e collaboratore di numerosi programmi televisivi Rai dedicati alla memoria, Greppi ha dialogato e presentato alla cittadinanza, in compagnia della professoressa Maria Sofia Sabato i suoi due libri editi da Feltrinelli “Non restare indietro” e “Uomini in grigio”. Libri che hanno ricordato il concetto che la Storia, quella con la s maiuscola, non si ripete mai uguale ma cambia con le rime; una storia nella quale tutti gli uomini hanno la responsabilità del cambiamento e per la quale è necessario che la memoria diventi “esercizio nel tempo”. Due libri nei quali figurano due protagonisti, Francesco e Gino, entrambi catapultati in viaggi che porteranno i lettori stessi alla riflessione e a dover scegliere da che parte stare. Francesco, infatti, nel suo viaggio incontra l’alterità e la diversità, affronta paure e scelte che lo porteranno a chiedersi “ e se ci fossi stato io in quel posto, in quel lager, cosa avrei fatto?” con conseguenti domande esistenziali e scelte morali. Gino invece, di undici anni, sa solo che la guerra porta la fame, e che quando arrivano gli aerei si scappa in cantina. Insieme a lui tanti altri personaggi di un romanzo in cui tutti cercarono, ogni giorno, di prendere decisioni e di sopravvivere in un contesto sempre più difficile, in una dimensione esistenziale che non può coesistere con facili schematismi, ma è immersa nel grigio della nebbia morale. Uomini in grigio che si ritrovano a dover fare i conti con il passato così come viene chiesto oggi a noi, immedesimandoci in venti mesi di guerra civile (1943-1945) considerati tutt’oggi un campo di battaglia storiografico. Romanzi che interrogano così ogni lettore: cosa avresti fatto, tu? Che ruolo avresti scelto? E come avresti convissuto con le tue scelte? Per non farci vivere la storia separandoci da persecutori e perseguitati, ma facendoci immedesimare in essi. Due libri insomma che insegnano un nuovo modo di leggere la storia sopratutto alle nuove generazioni.

CAVIARDAGE - Nuove generazioni (classi quarte dell’IIS Da Vinci - Galilei; classi terze dell’icsm Gallo e Pascoli) che erano sedute ai suoi piedi e che dopo averlo attentamente ascoltato, hanno letto alcune poesie ricavate con la tecnica del caviardage (metodo di scrittura creativa poetica ricavato dall’annerire parti di un testo che non ci servono, evidenziando quello che ci colpisce), appese anche sulle pareti dell’intero chiostro e seguite, durante l’intero laboratorio, dalla professoressa Patrizia Lippolis. Ne riportiamo qui di seguito un esempio: Brivido/ Auschwitz/ morte/ vuoto che pugnala tradimento/ sbarri di metallo/ lacrime/ tic tac/ tic tac/ perchè io?.

Il prossimo appuntamento con “Il tempo che resta” è previsto questa sera a partire dalle ore 18.30.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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