NOCI (Bari) - Il terzo giorno la parola si fece musica e amore. Il Piccolo Festival della Parola porta a Noci, sabato 10 giugno, le storie di Patrizia Rossini, dirigente scolastica barese e autrice di "Eravamo 4 amiche in chat" (Gelsorosso), la poesia ironica e quindi riflessiva del "poeta professionista vivente" Guido Catalano con il suo "Ogni volta che mi baci muore un nazista" (Rizzoli) e l'esordio letterario di Federico Zampaglione con Giacomo Gensini (in foto), "Dove tutto è a metà", edito Mondadori.
Modi differenti di raccontare e raccontarsi, che convergono però su poche semplici certezze: l'amore e la musica possono muovere il mondo.
Le dediche musicali dei loro uomini e brevi poesie dell'autrice scandiscono le storie reali di Lisa, Marta, Betty e Asia, 4 amiche che spesso si ritrovano in una chat comune per raccontare, in pochi caratteri, le loro fragilità e i loro punti di vista. Patrizia Rossini raccoglie questo spaccato delle loro vite in "Eravamo 4 amiche in chat", pubblicato ieri da Gelsorosso proprio in occasione della presentazione del libro al Piccolo Festival della Parola, nel Chiostro di San Domenico, alla presenza della giornalista Elisa Forte.
La tecnologia, come la celebre applicazione di messaggistica istantanea, Whatsapp, ricopre senza dubbio un ruolo importante nella comunicazione odierna, seppur certamente limitato rispetto al dialogo diretto. Le 4 amiche si lanciano messaggi, pensieri e piccole richieste d'aiuto sullo schermo di uno smartphone, sentendosi meno sole nelle loro vite, messe alla prova dalla complessità dei loro sentimenti e delle loro azioni.
C'è Lisa, amante di un uomo già sposato che non ha però il coraggio di chiudere con sua moglie e continua a mantenere in piedi una parvenza di famiglia, soprattutto per la rispettabilità sociale; ci sono l'amicizia e la complicità tra 4 donne; la ricerca e il sogno dell'amore vero, quello eterno, che sbatte contro il muro del dolore e della sofferenza.
Davanti alle "preoccupazioni" di Elisa Forte su quanto effettivamente il nostro tempo viva la disgregazione familliare e quella a volte improduttiva ricerca-ossessione dell'amore vero, la Rossini si augura che il suo libro faccia riflettere sul connubio amore-dolore, al fine di trovare soluzioni e risposte positive, per quanto difficili, alle vite di ognuno.
"Qualcuno diceva che non nasciamo una volta, ma rinasciamo più volte e dobbiamo trovare un motivo, ogni volta per farlo. Si può fare quello che si vuole, se si vuole." - RINASCITA -
Guido Catalano, ad esempio, inseguiva da tanto tempo il primo bacio, finalmente arrivato, seppur in tarda età, racconta e per questo diventato una specie di "ossessione controllata", presente anche più volte nei suoi componimenti.
Il bacio è importante per l'amore, risponde il "poeta professionista vivente", così come ama definirsi l'artista torinese, intervistato in maniera simpatica ed empatica da Silvana Kühtz nel Chiostro di San Domenico: il bacio genera amore e l'amore è "antidoto alle bruttezze della vita", come il nazismo, appunto. "Ogni volta che mi baci muore un nazista" è infatti il titolo della raccolta di poesie di Guido Catalano, edita Rizzoli, che fonde l'ironia ad una originale profondità, la semplicità dei dialoghi alla complessità delle piccole cose.
"Io parlo di quello che capita a me e intorno a me. Sono un poeta penale. Per scrivere bisogna avere un'antenna." Catalano ha sentito dire dalla società che il curriculum è importante, ma il suo CV è tutto fuorchè professionale: racconta della sua vita un po' strampalata, dei suoi soli 2 mesi di militare per un problema ai piedi, del suo primo bacio dato in tarda età, delle sue ragazze con gli occhi chiari e dell'ultima "che il colore non si capisce". Fa ridere e sorridere Catalano, come quando con "Si può morire di ciliegie?" tocca il fondo e poi si rialza, perché è troppo di buon umore per essere un poeta e rinunciare alla vita.
Gli haters e i critici gli contestano l'ironia e la comicità, non adatti all'idea di poesia "classica" a cui siamo abituati, ma sia benedetta questa nuova poesia "del terzo tipo" che ti provoca un sorriso e che ti smuove qualcosa dentro, perché, cavolo, "lo penso anch'io, mi ci ritrovo anch'io, lo vivo anch'io quel che dici."
Avete presente l'espressione "Questa canzone parla di me, è scritta per me!"? Beh, Catalano dice di voler regalare canzoni poetiche. "Volevo essere Iggy Pop, poi ho incontrato la poesia. La poesia per me è ritmo e musica. Ho provato ad accompagnarmi a dei musicisti, ma ultimamente voglio che le mie poesie si avvicino da sole a delle canzoni." - CORAGGIO -
Federico Zampaglione, invece, proprio non riesce a staccarsi dalla sua chitarra mentre presenta il suo esordio letterario, scritto a 4 mani con Giacomo Gensini, "Dove tutto è a metà", edito Mondadori, titolo anche del suo ultimo singolo con i Tiromancino. Il palco è quello del sagrato della Chiesa Matrice, condiviso con la presentatrice, la giornalista Stefania Losito.
La musica è anche il palco del libro, con Lodo e Libero, due musicisti, l'uno emergente e l'altro affermato, a cui manca però qualcosa. Le loro donne, Giulia e Luna, sembrano essere, invece, più sicure della loro strada e delle loro azioni, sembrano sapere ciò che vogliono, ma non è detto che, per questo, già lo abbiano. Tutto è a metà, ma l'amore, anche per se stessi, riuscirà a completarli?
Zampaglione è attento a non svelare molto del libro e preferisce raccontarlo attraverso i riferimenti musicali al suo interno: Eric Clapton, David Bowie risuonano in Piazza Plebiscito, insieme a "Dove tutto è a metà"; la musica può dare risposte, ma anche porre domande. Come andrà a finire? - MUSICA -
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