ADV

 

U litte mminze all’ère: sacrificio e rinascita nella raccolta poetica di Giuseppe Plantone

03 11 Ulittemminzeallere 1 copyNOCI (Bari)- Presso il Chiostro di San Domenico, nella serata dello scorso 9 marzo è stata presentata la raccolta poetica di Giuseppe Plantone, intitolata “U litte mminze all’ère” (il letto nell’aia). Il libricino, piccolo per volume ma prezioso quanto a contenuti, è stato pubblicato dalla casa editrice AGA di Alberobello e curato nei minimi dettagli dall’associazione “Centro Studi sui Dialetti Apulo Baresi”. Giovanni Laera e Mario Gabriele, nel condurre la serata, hanno spiegato come siano casualmente venuti in possesso delle quartine di Plantone e come questo libro sia stato un piccolo grande miracolo. Un miracolo che forse Giuseppe meritava e che non è stato del tutto casuale.

03 11 Ulittemminzeallere 6“U litte mminze all’ère” (il letto nell’aia). Soffermandoci solo sul titolo, ci viene in mente un’immagine fantasiosa, onirica e quasi magica. Un letto collocato nell’aia, il letto del sognatore che si corica sotto le stelle, baciato dall’argento della luna e con un cuscino di sogni che vuole tenacemente realizzare. Se ogni poesia è un po’ un’autobiografia, già il titolo della raccolta poetica, delinea un frammento della dolorosa vita dell’autore.
Giuseppe (da tutti conosciuto come Pinuccio) perse la mamma nel 1944, quando non aveva neppure dodici anni. La famiglia non versava certo in floride condizioni economiche e il ragazzino fu costretto a subire quello che avvertì come un vero e proprio castigo: lasciare gli studi per dedicarsi alla pastorizia. In famiglia sapevano benissimo che detestava l’idea di doversi occupare del bestiame, ma bisognava sbarcare il lunario e ogni piccolo contributo era fondamentale.
Il destino però, dopo avergli mostrato il suo volto più duro e arcigno, rivelò a Pinuccio anche quello più dolce, che lasciò intravedere un barlume di speranza.
Suo zio “Ciccillo”, gli fece dono di un’enciclopedia e di un libro di poesie scritte da Vittorio Tinelli. Per il ragazzo, innamorato da sempre della cultura e assetato di sapere, fu una vera e propria manna dal cielo. Al pascolo, portava sempre con se i libri, li divorava avidamente, ritagliandosi uno spazio isolato per la lettura e anche per scribacchiare pensieri e sensazioni che poi sarebbero diventati poesie.
La cultura inseguita e costruita da autodidatti, con amore e con instancabile impegno è forse la più nobile ed autentica. In una delle sue poesie più significative, intitolata 1944 (che per lui fu appunto un anno cruciale) Pinuccio racconta anche la vergogna che lo induceva a nascondersi dietro un muretto al passaggio dei suoi ex compagni di scuola. Sapeva che, come al solito, lo avrebbero schernito vedendolo in compagnia delle sue pecore, a svolgere un lavoro considerato denigrante. Erano quelli di buona famiglia, vestiti bene e che potevano permettersi di studiare.
Viene però da chiedersi quanti di loro fossero realmente consapevoli della grande possibilità di cui godevano. Magari, tra di loro, parlavano spesso di quanto fosse noioso e inutile lo studio. Poi c’era Pinuccio, che avrebbe tanto voluto ma non poteva. Egli però non si è perso d’animo: ha fatto da se, nello spazio ritagliato tra quei pascoli, ciò che non aveva la possibilità di fare tra i banchi di scuola. Pinuccio ha corso talmente veloce, che è riuscito ad agguantare la cultura, a farla propria. Ha preso come modello le poesie di Vittorio Tinelli, realizzando su quella base qualcosa di assolutamente unico e personale. Facile pensare che quartine scritte in dialetto, in una lingua arcaica, raccontino qualcosa di lontano nel tempo, dinamiche che non potrebbero mai appartenerci. Non è affatto così: i versi di Pinuccio sono grida di dolore per una condizione disperata e troppo pesante per la sua giovane età. Grida che però già contengono un desiderio di riscatto e di rinascita. E’ tristemente cantata la vita lavorativa dell’epoca, pregna di sacrifici immani, che non è poi tanto diversa da quella che conducono molti lavoratori odierni (che siano agricoltori o operai). Non è forse vero che anche oggi, più che lavorare per vivere, si è costretti a vivere per lavorare, senza riuscire a ritagliarsi un minimo di spazi personali? Non è forse vero che spesso, il lavoro assume connotazioni molto simili a quelle della schiavitù? Le condizioni di un tempo erano senz’altro più dure, ma anche oggi non si scherza di certo, specialmente per chi lavora alle dipendenze di qualcun altro e nell’ambito di quei lavori più duri che assorbono maggior quantità di energie.
Nelle sue poesie, Pinuccio descrive anche un disperato desiderio di svago e divertimento, di spensieratezza: ci presenta le famiglie dei lavoratori alla domenica, oppure in occasioni delle feste patronali e non. Gente che vuol ballare, cantare, divertirsi, in un dì di festa che, quasi come nel Leopardiano “Sabato del villaggio”, passa troppo in fredda.
“Ridevamo con la bocca ma piangevamo con il cuore”, scrive Pinuccio: perché in fondo, pur volendo distrarsi e dimenticare, la condizione a cui l’indomani si sarà riconsegnati, incombe come una spada di Damocle. Nei versi di Plantone, è descritta anche la sfolgorante Noci degli anni 50’, quella del divertimento, della gioventù che sognava, della Piscina Comunale che era motivo di orgoglio anche nei paesi limitrofi. Ne emerge un senso di comunità e di unione che va assolutamente recuperato. Come hanno ricordato sia Giovanni Laera che Mario Gabriele: “In una società in cui i giovani sono senza memoria e senza futuro, è necessario ripanare la storia”.
03 11 Ulittemminzeallere 2Stefano Plantone, il figlio di Pinuccio, che oggi vive lontano da Noci e dall’Italia, si è detto orgoglioso di suo padre e si è battuto con tutte le sue forze perché le poesie fossero pubblicate divenendo accessibili a tutti e acquisendo un meritato valore storico-culturale.
03 11 Ulittemminzeallere 3Mentre Giovanni Laera lo definiva poeta, Pinuccio scuoteva la testa quasi a volersi scrollare di dosso, con grande umiltà, un appellativo che forse neanch’egli sa quanto gli si addica.
Un vecchio detto, che i signorotti facoltosi e ben vestiti dell’epoca usavano ripetere per schernire chi apparteneva ad un ceto sociale inferiore, recitava: “Guai quando il contadino mette la camicia bianca”.
Quasi come se quella camicia bianca simboleggiasse una dignità, un rispetto, una considerazione che ai più umili non spettasse e che non dovessero azzardarsi a pretendere. Pinuccio quella camicia bianca l’ha indossata a dispetto di tutti. E’ riuscito a riscattarsi alla grande e poco importa se ha potuto conseguire solo a 21 anni la licenza elementare.
Oggi che di anni ne ha 84, firma felice le copie del libro gratuitamente distribuite in occasione della presentazione. Pinuccio è decisamente una di quelle persone a cui non avresti voglia di stringere semplicemente la mano, in maniera fredda e formale, ma vorresti proprio regalargli uno di quegli abbracci senza fine. Se la cultura fosse personificata, magari sotto le sembianze di una bella donna, ringrazierebbe Pinuccio per averla sempre amata a corteggiata in maniera serrata e determinata

© RIPRODUZIONE RISERVATA

trovo aziende

ADV

 

 

Informazione pubblicitaria

tatulli noci24 ok

 

 

Informazione pubblicitaria La pubblicità

 

 

ADV

FUORI CITTA'

Sigilli ad autodemolitore abusivo: sequestrata area di 11.000 mq

10-05-2024

GIOIA DEL COLLE – Nei giorni scorsi, i militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) del...

Altamura: rifiuti tombati in cava

30-04-2024

ALTAMURA - I militari coordinati dal Gruppo Carabinieri forestale di Bari, con l’ausilio del Reparto Carabinieri Parco Nazionale dell’Alta Murgia e...

Bari - Scoperto un deposito di sostanze stupefacenti. Arrestato un 24enne

23-04-2024

BARI - I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Bari San Paolo hanno arrestato in flagranza di reato un 24enne...

Bari e Capurso: custodia cautelare nei confronti di otto persone per i reati di lesioni…

15-04-2024

BARI E CAPURSO - Nella prima mattinata di sabato i Carabinieri della Compagnia di Bari San Paolo e della Stazione CC...

GdF Bari: ordinanza di misure cautelari nei confronti di 7 persone per corruzione, turbata libertà…

10-04-2024

BARI - I finanzieri del Comando Provinciale di Bari stanno dando esecuzione a Bari e provincia a un’ordinanza applicativa di misure...

Bari: i Carabinieri scovano centinaia di reperti archeologici nell’abitazione di due pensionati

10-04-2024

BARI - I Carabinieri della Stazione di Bari Carbonara, in collaborazione con militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e del NIPAAF...

NECROLOGI

Addio a Nicola Giacovelli: lo “scalpellino" nocese che fu internato nei lager nazifascisti

11-04-2024

NOCI – La comunità nocese dice addio a Nicola Giacovelli, padre del dott. Francesco Giacovelli, uno dei nostri architetti più...

Addio a Oronzo Colucci: aveva dedicato gran parte della sua vita al volontariato

19-08-2023

NOCI – Una gravissima perdita per Noci: ci lascia Oronzo Colucci, amatissimo dalla comunità per le sue virtù di incondizionato...

Addio a Leo Morea: padre coraggio al fianco delle vittime della strada

02-08-2023

  NOCI – Ci ha lasciati il 2 agosto il nostro concittadino Leo Morea, che pur vivendo a Milano, aveva lasciato un...

Addio alla fotografa Marta Attolini: il ricordo della nipote Angela Bianca Saponari

22-07-2023

NOCI - Ci ha lasciati lo scorso 28 giugno la nota fotografa nocese Marta Attolini, figlia dell'apprezzatissimo Giovanni Attolini, da...

Ci ha lasciato Giovanni Miccolis

08-07-2023

NOCI - E' venuto a mancare all'età di 70 anni Giovanni Miccolis, dipendente comunale in quiescenza e da sempre...

Mondo del giornalismo in lutto per la scomparsa di Patrizia Nettis

30-06-2023

Alla famiglia il sentito cordoglio della redazione di NOCI24.it. NOCI - E' scomparsa all'impovviso due giorni fa all'età di 41...

LETTERE AL GIORNALE

Associazioni e comitati contro la potatura drastica degli alberi del perimetro urbano

27-02-2024

“Eco Eventi OdV” e “Comitato di quartiere via T. Fiore” hanno incontrato l’assessora Checca Tinella e il responsabile del verde Giuseppe...

Se sarà femmina chiamiamola Crimea!

26-11-2023

LETTERE AL GIORNALE - Ci sono luoghi della terra che per la loro storia, la molteplicità degli accadimenti di cui...

L'occupazione persa, una famiglia a carico e il dover ricominciare da zero dopo la pandemia:…

26-11-2023

LETTERA AL GIORNALE - Antonio (questo il nome di fantasia che gli daremo) ha voluto raccontarci la sua complessa e...

Il centrodestra in salsa nostrana

08-06-2023

LETTERE AL GIORNALE - Egregio Direttore, la ringrazio di cuore preventivamente qualora deciderà, con generosità, di pubblicare questo mio umile e...

Alluvione in Emilia-Romagna, il racconto di un nostro concittadino

21-05-2023

FORLÌ - Sono a Forlì, è martedì 16 maggio, sono le 19:00, piove ormai da circa diciotto ore ed il...

1984

19-04-2023

LETTERE AL GIORNALE - Cari concittadini, non era mia intenzione tediarvi nuovamente con le mie elucubrazioni sull'Idra a otto teste che...