NOCI - Lo scorso 6 maggio, presso Palazzo della Corte, a partire delle ore 18:30, si è tenuta la presentazione del libro “E Croce gli disse: vestiti da fascista!”, biografia di Giuseppe Bartolo edita dalla casa editrice Laterza e scritta dalla figlia Antonella, sulla base non solo dei ricordi, ma anche di una importante ricerca che ha coinvolto tante testimonianze da parte di chi abbia avuto l’onore di conoscerlo. A partire dal Dott. Nicola Simonetti, che ha dialogato con l’autrice e che in fase di stesura del libro è stato da lei intervistato, in quanto custode di episodi e importanti ricordi del padre. A porgere i saluti istituzionali è stata la Consigliera con delega alla cultura, Marta Jerovante. Ma scopriamo qualcosa in più sull’alta e luminosa figura di Giuseppe Bartolo.
Professore di filosofia, mai sazio di studiare e di apprendere; azionista e per tutta la vita politicamente impegnato al servizio della comunità Barese anche come assessore; tra i primi speaker radiofonici di radio Bari. Giuseppe Bartolo fu questo e tanto altro. Fu soprattutto, fin da giovanissimo, un convinto antifascista, uno di quei ragazzi innamorati del pensiero di Tommaso Fiore e di Benedetto Croce. Senza alcun dubbio uno dei tanti tenaci e coraggiosi che in tempi bui come quelli contrassegnati dal totalitarismo, hanno covato il “sacro fuoco” della libertà e della Pace Universale. La prof.ssa Antonella Bartolo, sulla base dei suoi ricordi d’infanzia e con la sinergica collaborazione della sorella Lilly e dei fratelli maggiori ha cercato di ricostruire una accurata biografia del padre, proprio come fatto precedentemente con il suocero Antonio Colaleo, internato militare nei lager nazisti. La stessa Antonella ha dichiarato però che “Io non sono una storica, sono solo una figlia. Scrivere di un genitore è sempre molto difficile, proprio perché lo si guarda sempre con occhi di figli”- aggiungendo: “Ho dunque cercato di lasciarmi andare il meno possibile ai ricordi personali, raccogliendo testimonianze e attingendo a qualunque archivio che potesse contenere materiale sulla vita del papà. E’ stato realmente emozionante scoprire così tante cose che non sapevamo!”. Uno degli episodi che i familiari ignoravano è appunto quello che dà il titolo al libro. Ebbene sì, un giovanissimo Giuseppe Bartolo, su ordine nientemeno che di Benedetto Croce, dovette indossare la divisa da fascista e “infiltrarsi” in una delle adunate della “Mistica”. Purtroppo per lui, fu però sgamato. I fascisti sapevano riconoscere da lontano “le spie”; coloro che aborrivano l’ideologia del regime. E Bartolo la abborriva così tanto da non essere mai stato troppo orgoglioso di aver indossato quella divisa, anche solo per fare la spia. Un episodio che è però indice di coraggio incrollabile e integrità morale. Se il nome di Bartolo lo si trova anche in diversi libri di storia locale, significa che ha rappresentato una pagina importantissima della stessa. La serata si è conclusa con una poesia in vernacolo barese dedicata a Giuseppe Bartolo da Vito Barracano, a corredo di una simpatica vignetta realizzata da Mino Colonna. A declamarla è stata la prof.ssa Lilly Bartolo De Tommasi, amatissima dai nocesi quanto il genitore lo fu dalla comunità barese e non solo.