NOCI (Bari) - Una riforma che aggiorna la Costituzione e ne valorizza i suoi princìpi senza modificarli, approvata al termine di un percorso che ha coinvolto gran parte del Parlamento e che presenta per il Paese grandi prospettive future. Una riforma, che garantisce al Senato la funzione di rappresentanza delle autonomie locali ed abolisce i Senatori a vita, che non aumenta i poteri del Governo ma al contrario introduce garanzie alle opposizioni e consentirà di approvare le leggi in maniera più facile e veloce. E’ stata descritta in questi termini, dal comitato “Basta un Sì” di Noci in collaborazione con il Partito democratico (sezione locale), lo scorso sabato 12 novembre, la proposta di modifiche alla riforma costituzionale che si andrà a votare in occasione del referendum del 4 dicembre 2016. Al dibattito, organizzato nel Chiostro di San Domenico, ha partecipato anche il Sottosegretario di Stato allo Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto.
Consci di stare a discutere di una materia complessa e non ammissibile direttamente dall’elettorato ma sul quale urge l’espressione di voto per cambiare il futuro del Paese, i relatori seduti al tavolo con il sottosegretario, il vicesegretario del circolo Pd Noci Marta Jerovante, l’assessore al patrimonio Lucia Parchitelli, il segretario regionale Marco Lacarra e il segretario di Noci Vito Plantone, si sono allo stesso modo cimentati nella presentazione dei singoli punti previsti dalla riforma “per dimostrare di essere sul pezzo” e di saper motivare le ragioni per le quali ad oggi l’Italia dovrebbe approvare una proposta ampiamente condivisa dalla maggioranza ed elaborata in collaborazione con vari settori dell’opposizione.
Basandosi infatti sul principio dell’etica della responsabilità e non su quella del princìpio, Scalfarotto ha difatti dichiarato: “Si tratta di una riforma tutt’altro che pasticciata, frutto di un lavoro certosino e che sicuramente non rispetta punto per punto tutto quello quello che ognuno di noi avrebbe voluto ma che invece sintetizza a pieno i valori e che è stata cambiata ben 121 volte, equilibrata al punto di essere approvata dal 60% del Parlamento”. “Con questa riforma - sia chiaro”, ha commentato per inciso, “non viene toccato il potere del governo. Il cosiddetto voto a data fissa mette il governo nelle condizioni di legiferare ed al Presidente della Repubblica viene data la possibilità di rimandare indietro i decreti per tutelare le minoranze. Per l’elezione di quest’ultimo infine l’elezione con la maggioranza semplice scatterà solo dopo il terzo scrutinio. Insomma, si tratta di un’opportunità per il nostro Paese, dopo anni di tentativi falliti. Questa riforma risolve una serie di questioni ed è giusto che si dia a questo Paese la possibilità di governare meglio”.
Fermamente convinti sugli altri punti della riforma quindi anche gli amministratori locali del Pd, come nel caso dell’assessore Parchitelli, decisa a far sì che le amministrazioni locali si avvicinino sempre più al parlamento per fa sì che questi ne sappiano sempre di più sulla vita del Paese - senza dover solo pensare alla pratiche di burocrazia quotidiana- o ad abolire il CNEL che allo stato attuale rappresenta per lo Stato Italiano sono un largo dispendio di soldi.
Per Scalfarotto inoltre, nonostante il momento di lacerazione politica, sostenere le ragioni del Sì al Referendum significherà continuare a portare avanti quello stesso spirito costituente con il quale nemici giurati come De Gasperi e Togliatti si unirono per approvare insieme la Carta in un contesto internazionale e nazionale gravemente lacerato. La riforma costituzionale, a suo dire, è in ideale prosecuzione con la Carta di sessantotto anni fa, un modo per unire l'Italia, per rendere meno complicata e indecifrabile la struttura delle sue istituzioni.Un disegno che è collegato ad un progetto riformatore ampio e che non lede i diritti della Carta più moderna al mondo.