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Giornata mondiale dell'Acqua, viaggio al centro dell'impianto depurativo di contrada Brisacane [Fotogallery]

03 23centrodepurativodinociNOCI (Bari) – Da rifiuti a risorse. Oggi l’acqua usata può essere riutilizzata e a Noci ancor di più, vista l’imponenza dell’impianto di depurazione, a servizio dell’agglomerato, che si innalza a 3,5 km dal centro lungo la SP 239. Qui infatti, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, Legambiente Puglia, con il patrocinio di Assessorato alla Mobilità, Lavori Pubblici, Risorse idriche e Tutela Acque della Regione Puglia, Comune di Noci, Acquedotto Pugliese, Autorità Idrica Pugliese e Arpa Puglia, ha scelto di organizzare l’iniziativa di carattere nazionale “Depuriamolacqua: dall'uso al riuso. Processi virtuosi e nuove opportunità”, per promuovere la buona depurazione e il riuso delle acque depurate e affinate. La scelta è ricaduta proprio a Noci per una duplice ragione: l’avvio del tanto atteso impianto e l’argomento della giornata mondiale dell’acqua.

Al depuratore di Noci, in contrada Brisacane, Strada Vicinale Scarle quindi, l'onore di ospitare la grande manifestazione dedicata alla “Wastewater” ossia alle acque reflue che, dagli impianti di depurazione civili e industriali, vengono scaricate nei corpi d’acqua e che da anni sono oggetto di studio in tutto il mondo. Fra scuole coinvolte nella campagna di educazione ambientale di Legambiente “Non si butta un tubo nei tubi” (cui era legato un vademecum realizzato per identificare i rifiuti da non buttare mai nel wc o nel lavandino per non intasare i sistemi fognari e favorire così una corretta depurazione delle acque), visite al depuratore e laboratori ludico esperienziali sull’acqua (per i quali sono state coinvolte associazioni di volontariato nocesi) si è distinto il momento di confronto tra esperti e tecnici nazionali e regionali sul tema della depurazione e, in particolare, sul riuso delle acque in agricoltura. “In una regione che ha carenza di risorse idriche, è utile adottare un atteggiamento di risparmio” ha commentato l’Assessore regionale alle risorse idriche e tutela delle acqua della Regione Puglia, Giovanni Giannini. “Riuso significa infatti trasformare un rifiuto in una risorsa, nel massimo rispetto dell’ambiente e Noci per questo rappresenta un modello, vista la localizzazione dell’impianto in aperta campagna. Una struttura che ha comportato sacrifici economici ingenti da parte della Regione, ma che oggi porta un buon risultato al comparto agricolo: per la qualità dell’acqua dall’elevata componente chimica, l’eliminazione del rischio di desertificazione e la maggiore produttività dei terreni”.


Durante il confronto, moderato da Antonio Stornaiolo e dall’elevata qualità dei contenuti tecnici trattati, oltre a essere intervenuti Domenico Nisi, Sindaco di Noci, Piero Liuzzi, Senatore della Repubblica, Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia, Nicola Giorgino, Presidente Autorità Idrica Pugliese, Luca Pucci, Presidenza Comitato Scientifico Legambiente, Francesco Fatone, Coordinatore Azione di innovazione Horizon2020 Smart-Plant, Vito Uricchio - Direttore CNR-IRSA e Giorgio Zampetti, Responsabile Scientifico Legambiente, particolare rilevanza ha avuto il commento di Nicola De Sanctis, Presidente Acquedotto Pugliese. “Noci rappresenta un modello di tecnologia avanzata” ha commentato, “per la macchina organizzativa investita sia dalle istituzioni che dalla nostra azienda. Un impianto per cui è stato speso mezzo miliardo di euro e che ancora una volta dimostra quanto l’acqua pugliese sia eccellente”.


L’IMPIANTO – L’edificio, che abbiamo visitato passo passo, ha una superficie complessiva di circa 25ha ed è stato progettato tenendo conto del contesto dove si inserisce e dei lineamenti delle Masserie della Murgia. La tecnologia della filiera di trattamento dei reflui adottata è quella che dà maggiori garanzie, ovvero la tecnologia denominata MBR (Membreane Bio Reactor) che, seppur costosissima, ha consentito di ridurre al minimo gli ingombri. Le griglie hanno, non a caso, spaziatura di 1-2 mm. Si susseguono fase di ossidazione delle sostanze presenti nel liquame e chiarificazione finale (separazione biomassa/acqua), che avviene tramite membrane microcorpose, a differenza degli impianti tradizionali dove la separazione biomassa – acqua avviene tramite principio fisico di precipitazione. L’intero processo, seguito da personale specializzato, è automatizzato attraverso un PLC dedicato, che comanda e controlla i dispositivi collegati alle membrane e registra i parametri di processo. Le acque reflue depuranti vengono convogliate in trincee drenanti per un assorbimento sul suolo o possono essere convogliate tramite una stazione di sollevamento presso il vicino lago Milecchia per un riutilizzo in agricoltura.

Di seguito la fotogallery dell’intera manifestazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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