BARI - “Siamo italiane siamo antifasciste e celebriamo il 25 aprile! Nella nostra Italia non ci sarà mai posto per chi gioca con i distinguo. Siamo con la nostra Carta Costituzionale.
Il 25 aprile lo dobbiamo anche alle 35.000 donne che operavano come combattenti; le 20.000 donne patriote, con funzioni di supporto; le 70.000 donne organizzate nei Gruppi di difesa; le 4.653 donne arrestate, torturate e condannate dai Tribunali fascisti; le 2.756 donne deportate nei lager tedeschi; le 2.900 donne giustiziate o uccise in combattimento; le 512 donne commissarie di guerra; le 1.700 donne ferite; le 623 fucilate o cadute in azione (dati A.N.P.I.).
La resistenza è una storia che ci appartiene, è una storia che ha ancora molto da dire alle donne di oggi che lottano contro stereotipi e generalizzazioni. Anche sulle loro gesta si è costruita la storia che è la storia d’Italia che è la storia di tutte noi. Ancora oggi il loro ruolo non è stato adeguatamente riconosciuto, rimanendo relegato ad un ruolo secondario, che scontava ‘di fatto’ una visione in cui anche la Lotta di Liberazione veniva ‘declinata’ al «maschile».
Eppure le nostre città bombardate erano quotidianamente attraversate da donne intente a dare ordine al caos seguito all’8 settembre, donne che sostenevano da sole il peso della famiglia in mezzo alla tragedia della Guerra e della povertà, donne che protestavano per il pane, donne che affiggevano clandestinamente manifesti, che operavano nelle campagne, nelle città, nelle scuole nelle fabbriche, negli uffici, progettando atti di sabotaggio alla produzione di guerra (in larga parte destinata alla Germania), supportando le brigate partigiane, organizzando le interruzioni delle vie di comunicazione e l’occupazione dei depositi alimentari.
Il mio 25 aprile lo dedico a noi donne Italiane. La Liberazione tanto deve alle donne, ed io sono con loro”.