Anche io, come voi, ho paura

04 20 clochard copiaBLOG NERO SU BIANCO - Le persone a cui non faccio pietà mi chiamano “clochard”, quelli che allontanano i bambini quando mi camminano accanto, guardandomi quasi con disdegno, invece mi appellano come “barbone”. Tutto ciò a volte mi fa dimenticare realmente quale sia il mio nome, la mia vera identità, la mia provenienza. 

Eppure io come mi chiamo me lo ricordo, così come ho bene a mente il momento in cui tutto è cambiato e ciò che mi ha portato a fare della strada la mia casa. Provo a volte a indossare gli occhi degli altri per osservare dall’esterno quanta paura posso fare alla gente, ma non ci riesco perché quella paura la provo io per primo ogni notte d’inverno quando non so se potrò ancora aprire gli occhi al mattino seguente. Quando il freddo ti entra nelle ossa, che pian piano senti non far parte più del tuo corpo, la paura ti assale e tutte quelle sensazioni, come la fame o la sete, si trasformano in condizioni quasi illusorie. Passeggere e abitudinarie ormai.

La notte fa paura, ma ci sono quelle persone, quelle che tra di noi chiamiamo angeli, che ci fanno sentire sempre un po’ meno soli e abbandonati. Coperte, cibo, bevande calde con loro non ci mancano e qualcuno ha persino voglia di ascoltarci.
Ricordo ancora quando, qualche settimana fa, un giovane ragazzo dopo avermi donato una tazza di latte caldo, si sedette al mio fianco con la sola intenzione di farmi compagnia e all’improvviso mi sentii meno solo e nei suoi occhi ritrovai il desiderio di conoscermi.
Ho quasi 60 anni e sono italiano. Un tempo avevo un lavoro, mi definivo un piccolo “tuttofare” che trascorreva la maggior parte del suo tempo a cercare piccole faccende che mi garantissero di avere un tetto sulla testa e un piatto caldo sulla mia tavola. Mi accontentavo di poco, non ho mai avuto grandi pretese dalla vita, una bicicletta e una piccola ape car erano i miei mezzi di trasporto, un monolocale era il mio regno. Possedevo poche cose che cercavo di tenere strette con la massima cura. Questa mia semplicità di vita non è stata sufficientemente forte davanti all’uragano chiamato “crisi” che ha spazzato in un attimo via tutto. Nessuno mi cercava più per riparazioni, per imbiancare le pareti, per badare ai propri animali domestici, per i traslochi; e si sa, niente lavoro niente soldi; niente soldi niente casa. Da un giorno all’altro ho dovuto vendere quel poco che mi era rimasto e come un fulmine a ciel sereno arrivò anche lo sfratto.

Così in un batter d’occhio mi ritrovai solo con me stesso. Nessun posto dove poter rientrare la sera, niente da mangiare e pochi vestiti tra le mani.
Ho cercato disperatamente qualcuno che potesse aiutarmi, qualche amico per un po’ mi ha ospitato ma ad un certo punto ho deciso che non potevo continuare a vivere sentendomi un peso per gli altri e persino per me stesso.
Ho fatto della strada la mia casa e le mie giornate sono scandite da ritmi tutti uguali. Di giorno in un angolo della strada chiedo l’elemosina e alcuni giorni riesco a “raccimolare” qualche spicciolo per poter mangiare, altri giorni sembra che io indossi il mantello dell’invisibilità e proprio quei giorni sono i più duri. Alcuni sembrano persino avere paura di me, ma tutti loro ignorano la paura che io provo di me stesso. Sono due anni ormai che la mia vita va così e in questo tempo ho scoperto che i nemici peggiori non sono le persone, ma la fame, la sete e più di tutto il freddo.
A quel ragazzo ho deciso di raccontare la mia storia, o almeno parte di essa. Non chiedo e non mi aspetto che tutti facciano lo stesso. So di non aver un buon profumo, che il mio aspetto non trasmetta sicurezza o fiducia, so che vedermi gettato in un angolo della strada con i miei vestiti ormai vecchi possa farvi pensare che io sia cattivo, ma non lo sono. Sono solo un uomo che a un certo punto della sua vita non ha più avuto la stessa fortuna, o forse anche la stessa capacità, di affrontare le stesse vostre difficoltà. Forse continuerete ad aver paura di me quando passerete per caso accanto a me, ma quando capiterà abbiate bene a mente una sola cosa: ho paura anche io. (foto dalla rete)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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