NOCI (Bari) - Sarà proiettato questa sera alle ore 21.00 nella sala video dei Laboratori Urbani G-Lan, Begotten, il film cult di E. Merhige Elias. L'allestimento della proiezione è curato dall'associazione culturale Akira in collaborazione con Natascia Abbattista. È tutto pronto, o quasi, per un'iniziativa che si propone di risvegliare la mente (riflettendo sul rapporto uomo/Dio) ed i sensi.
Non solo la vista sarà utilizzata per seguire le immagini sullo schermo, ma anche l'udito avrà di che sentire grazie all'intervento live del Laboratorio Musicale Suono C. I fratelli Console (Donato e Gianni), Giuseppe Tria, Walter Di Serio, con la partecipazione straordinaria di Loredana Savino (già voce della Sossio Band e U Monnacidde), ricreerà dal vivo l'intero sonoro del film. «La proiezione sarà quindi accompagnata da una esibizione performativa musicale- scrive Giuseppe Bruno nella nota di presentazione dell'evento- che pur attenendosi al medesimo concetto ambient-rumoristico del sonoro originale ne riscrive le atmosfere stabilendo nello spazio acustico della sala un ponte medianico fra immagine e suono».
Il film invece Begotten (1991) segna l'esordio del regista statunitense e vede tre attori come protagonisti: Brian Salzberg (Dio), Donna Dempsey (Madre Natura) e Stephen Charles Barry (Figlio della Terra). Il tutto ruota attorno ad uno strano suicidio. Il personaggio che si suicida all'inizio è Dio, e dalla sua morte viene generata Madre Natura che, masturbando il cadavere, genera il Figlio della Terra. Successivamente Madre e Figlio si recheranno nel mondo degli uomini, dove l'entità "generata" sarà crudelmente martoriata dagli stessi (di cui, tra l'altro, non si vede nessuno in volto, quasi a volerli rappresentare tutti) assieme alla madre. Soltanto dai titoli di coda sarà possibile comprendere il senso dell'opera.
«Questo film è una delle esperienze visive più atipiche ed ombrose che si possa intraprendere ed è bene dirlo- seguita a dire Giuseppe Bruno- al di là di tutte le possibili interpretazioni, nel complesso, sono l'atmosfera e i sensi dello spettatore i protagonisti assoluti della proiezione. Ed è così che va goduto, impulsivamente, senza affannarsi a trovare una spiegazione o interpretazione coerente».
D'altronde anche i critici cinematografici si sono divisi sulla vera interpretazione da dare al film. Di qui si sono create diverse correnti di pensiero che hanno generato più interpretazioni, ma quella che sembra andare per la maggiore è «la violenza sulla natura». Intricante, per certi versi ascetico, non resta quindi che lasciarsi trasportare in questo turbinio di sensazioni forti macchiate di colori contrapposti, il bianco ed il nero.