NERO SU BIANCO - 21 febbraio. A Codogno, un piccolo paese in provincia di Lodi a circa 60 km da Milano, un uomo di 38 anni viene ricoverato e risulta positivo al tampone a cui era stato sottoposto. Credo che in pochi quel giorno abbiano davvero avvertito tutto quello che di lì a poco sarebbe accaduto, e io non ero tra quelli. Di quel giorno ricordo la chiamata dei miei genitori a 900 km di distanza chiaramente allarmati e il mio tentare di tranquillizzarli informandogli che quella provincia sarebbe stata chiusa e che difficilmente la situazione sarebbe potuta degenerare. Ho peccato di ingenuità o di un illusorio ottimismo? Quasi sicuramente si. Da quel giorno tutto è improvvisamente cambiato.
NOCI (Bari) – Prima “ghosting” poi “orbiting”. Ma di cosa si parla? Semplice: l’amore che diventa ogni giorno sempre più social.
Siamo nell’era in cui cuori e like hanno definitivamente soppiantato qualsiasi parola, l’era in cui innamorarsi dietro uno schermo è diventato possibile, anzi, forse quasi indispensabile.
NOCI (Bari) –Stai vivendo esattamente la vita che avresti disegnato per te?
Possiamo chiamarlo esperimento sociale o ricerca, eppure quello che ne è emerso può essere racchiuso in una semplice parola: vita.
Quando ho posto questa domanda a Maria, con gli occhi di chi ha vissuto, mi ha guardata e mi ha detto: “Figlia mia, sei così giovane e hai ancora tanto da vivere, nel bene e nel male. Io oggi ho quasi 80 anni e se devo dirti di aver vissuto come volevo la mia risposta è ‘si’. Ho avuto una famiglia, un marito che mi ha amata ogni giorno trascorso insieme, tre figli che hanno intrapreso strade diverse ma ognuno, a suo modo, ci ha regalato piccole o grandi soddisfazioni. Ricordo che quando avevo poco meno della tua età, alla domanda ‘cosa vuoi fare da grande’ non ho mai risposto con grandi pretese, chiedevo solo serenità. Ho avuto il dono di quella serenità e oggi a 80 anni posso dirti che io ho vissuto la vita che avrei disegnato per me stessa”.
NERO SU BIANCO – Ho 17 anni, solo 17 anni. È forse questa la mia colpa? La mia giovane età vi attribuisce il diritto di far di me una di quelle bamboline di stoffa da infilzare con degli spilli o, ancora peggio, il vostro bersaglio preferito per mettere a tacere la vostra insoddisfazione o la vostra frustrazione? Non so di preciso cosa vi spinga a far di me tutto questo, non so se dietro quello schermo ci siano persone che magari hanno una figlia della mia stessa età, o magari loro stesse hanno 17 anni; forse ci incontriamo spesso per strada, mi salutate come se nulla fosse. Poi tornate a casa, prendete tra le mani quell’arma potente, quell’arma che ci rende tutti più forti ma allo stesso tempo vulnerabili, e basta una tastiera per renderci tutti carnefici e vittime insieme.
NOCI (Bari) – Il Natale, quell’atmosfera quasi magica che si respira per le strade delle grandi città. Quei profumi di dolci e ragù che riempiono le strade dei piccoli paesi. Il Natale, per alcuni un’occasione per tornare a casa e rivedere i propri cari, per altri un giorno in cui forte si fa la nostalgia e il ricordo di chi non c’è più.
I miei auguri vanno a chi è felice e a chi, invece, quella felicità la sta ancora cercando.
NOCI (Bari) – Mi chiamo Maria. Ho poco più di 30 anni e faccio parte della categoria “cervelli in fuga”. Ma faccio anche parte di quelli che io chiamo “cervelli in fuga involontaria".
Qualche mese fa vi ho raccontato la mia storia. Vi ho parlato della mia difficoltà – che alcuni chiamano coraggio – a lasciare casa, famiglia e amici per trasferirmi in una città dove l’unica cosa che mi era chiesta era quella di ripartire da zero. Così ho fatto, ho sradicato le mie radici per costruirmi una nuova vita, una realtà su misura. Sono passati ormai anni da quel giorno, tanti i cambiamenti di cui sono stata protagonista e persino la mia carta d’identità ha un nuovo indirizzo. Eppure qualcosa è rimasto invariato e a ricordarmelo è stato lui, la persona che anche se spesso in silenzio, questa volta ha preferito scrivere piuttosto che parlare, colui che anche se da lontano continua a guidarmi senza lasciare la mia mano: mio padre.