NOCI (Bari) - Salvaguardia dei prodotti alimentari in via d'estinzione e difesa di quelli a chilometro zero. Sono questi i punti dibattuti in un incontro internazionale organizzato da Slow Food ad Alberese, in Toscana, a cui ha partecipato anche il cuoco nostrano Pasquale Fatalino (in foto). Il cuoco "televisivo" nocese, apprezzato in tutta Italia per la cucina dal carattere tradizionale pugliese, è stato l'unico, insieme ad un collega di Corato, ad aver rappresentato la Puglia all'evento gastronomico della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus.
In questo scenario, a cui hanno preso parte solo 73 cuochi scelti, si è discusso anche del mondo quotidiano di slow, delle difficoltà, dai canali distributivi alle modalità di approvvigionamento, del ruolo della ristorazione per lo sviluppo dell'agricoltura locale. Questi cuochi si definiscono dell'Alleanza perché si alleano con i produttori locali al fine di difendere ed ottenere prodotti a km 0. «Per me è stata un'altra esperienza da ricordare-racconta Fatalino- non solo perché mi ha visto crescere sotto il punto di vista professionale, ma anche perché mi ha permesso di incontrare uno dei massimi esponenti della cucina, famoso in tutto il mondo».
Il cuoco nocese si riferisce a Massimo Bottura (insieme in foto), rinomato chef di scala mondiale, pluripremiato, riconosciuto miglior cuoco nazionale dalla rivista Food & Wine de L'Espresso per l'anno 2011. Seguendo la tradizione nata qualche anno fa, anche nel 2011 i cuochi dell'Alleanza hanno raccolto i fondi necessari per sostenere un nuovo Presidio Slow Food, che sarà il fagiolo rosso di Lucca, prodotto tipico regionale e base di moltissime ricette della tradizione. A questo vi si aggiunge la Roveja di Civita di Cascia, altro prezioso elemento (un legume) che sta scomparendo perché di difficile coltivazione.
E proprio in merito ai prodotti in via d'estinzione Bottura così si esprime: «Nel futuro vedo cuochi che entrano in cucina con le mani sporche di terra, di latte appena munto, guidati dal loro passato e dalla loro memoria, distillata in chiave critica e non nostalgica, per portare nel futuro il meglio del nostro passato. Siamo noi i veri custodi della nostra cultura, ritroviamo gli stessi principi che guidano la filosofia di Slow Food, l'attenzione ai piccoli produttori e alle tradizioni. Dobbiamo continuare a cercare i prodotti che stanno scomparendo e proporli ai nostri clienti, spiegando loro perché è così importante tutelarli».
Per il cuoco nocese dunque un altro passo verso la difesa del prodotto autoctono con cui preparare un altro delizioso piatto della cucina mediterranea e pugliese.