NOCI (Bari) - Fa bella mostra di sé al centro della sala una “testa calda” del 1934, ma non è pericolosa, anzi. Si tratta di un trattore agricolo Landini, prodotto fino al 1956, e miracolosamente portato alla vita dall'Associazione “Tratti di Storia” di Noci all'interno di una iniziativa di chiaro sapore evocativo. Il “museo storico del trattore”, questo il nome dell'iniziativa, non è però una semplice raccolta di pezzi è, piuttosto, il frutto di una passione, di una ricerca continua sia in termini storici che di tesori nascosti nei fienili e nelle cascine dell'agro.
Tutti pezzi di una storia agricola nostrana, riportati all'antico splendore e, ci tengono a sottolinearlo i promotori dell'iniziativa, tutti perfettamente funzionanti, pronti a tornare nei campi. Un restauro meticoloso, con pezzi originali, senza la minima modifica, come solo un appassionato può fare. Il museo permanente, sito a Noci (BA) in via Tommaso Fiore 2, è stato ufficialmente inaugurato domenica 19 maggio. E' il punto di arrivo di una intuizione di Domenico Tinelli, appassionato artigiano nel campo delle macchine agricole e figlio d'arte, prematuramente scomparso. La continuazione dell'opera ad opera del padre Peppino e della moglie Enza Losavio che è anche presidente dell'Associazione “Tratti di Storia”.
Il percorso all'interno del museo è un tuffo nel passato: Landini, Man, Ferguson, Fiat. Avviamenti a manovella, motori a benzina, ruote in metallo, gommate dentate in un percorso di storia e di fatica dei campi che testimonia il passaggio, nel campo del lavoro agricolo, dalla trazione animale a quella dei cavalli vapore.
“L'obiettivo è quello di offrire alle nuove generazioni la possibilità di toccare con mano la storia di questo territorio attraverso le macchine che ne hanno sostenuto l'economia agricola, accompagnandola – spiega la presidente Losavio – fino ai nostri giorni”.