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Commercio a Noci, tra ordinanze, liberalizzazioni e poca coesione nel settore

01-22-commercio-a-NociRiceviamo e pubblichiamo - Buongiorno direttore, le scrivo questa mia piccola lettera, in questo periodo invaso da “liberalizzazioni” o presunte tali. Parlo volentieri di quella riguardante il commercio, ricordando innanzi tutto, che il decreto legge non è ancora andato in vigore, e che vedo con mio notevole stupore che alcune attività commerciali, “arbitrariamente” stanno aperti anche oggi, domenica 22 gennaio 2012, senza nessun diritto.

Dico questo anche perché a Noci vige un ordinanza sindacale (in foto al centro il sindaco Liuzzi)che regola gli orari appunto dal 1° dicembre di un anno, fino al 30 novembre dell’ anno dopo, e quindi stando noi al 22 gennaio, ancora vige quella preesistente. C’è da aggiungere che il decreto potrà modificare l’assetto precedente allor quando le regioni recepiranno tale decreto, e considerando la voglia di federalismo che invade il nostro Paese,  mi sembra una cosa abbastanza lontana;  se si aggiunge il fatto che la Regione Puglia (in foto a destra)è stata tra le prime ad aver contestato il governo Monti (in foto a sinistra) per questo tipo di liberalizzazioni, l’impresa risulterà, penso,  difficile.

Poi bisognerà considerare il ruolo del Comune, ed eventualmente il ruolo delle Associazioni di categoria. Dico questo per rimarcare un piccolo episodio di anni fa, quando ancora non era in vigore questa legge, e la sera ci si atteneva alla chiusura delle ore 20.00, sia d’inverno che d’estate (cosa adesso improponibilissima a tutti i livelli). Fu sollevato da “qualcuno”, io in particolare, l’esigenza di cambiare orari per dare la possibilità, almeno la sera d’estate di permettere ai cittadini di fare la spesa senza essere “pedinati”(letteralmente, allora)  dalle forze vigilanti. Dopo aver preso coscienza che Noci era inserito nel Consorzio dei Trulli e delle Grotte, e quindi poteva avere le stesse peculiarità degli altri comuni limitrofi, fu avviata una discussione a livello comunale; e sapete come è andata a finire, che noi commercianti, non abbiamo mai voluto sapere niente del fatto che ad Alberobello, a 9 chilometri da qui, gli esercizi commerciali  stanno aperti sempre e che richiamano anche i nostri concittadini,; due pesi e due misure ? Macchè, la colpa è stata sempre ed è ancora dei commercianti nocesi che non hanno mai voluto aggiornarsi, mai consociarsi, (se si va a vedere il numero degli associati, è ridicolo rispetto al numero degli associati), e quindi siamo rimasti sempre indietro. Tornando a quello che stavo dicendo prima, quindi, bisogna vedere cosa ne esce fuori anche a livello comunale, anche perché le esigenze di Noci possono essere diverse da quelle di “forlimpopoli”.

Ma quello che voglio rimarcare oggi, mi perdoni, carissimo direttore, è il fatto che non si sta accennando minimamente al fatto che il comparto commercio ha “subito”, pochissimi anni fa, una “liberalizzazione” selvaggia e impropria, gestita male ed attuata peggio, che certamente ha dato già la possibilità di scegliere, in materia di orari, quello più consono alle proprie esigenze. Quindi proprio di questo il commercio non ha bisogno, a meno che non si vuol fare uscire allo scoperto, l’attenzione che questo governo ha nei confronti della grande distribuzione, che di commercio non ha niente, bensì ha il doppio legame con le banche. Allora appare evidente che Il Dott. Monti, insieme alla sua equipe di burocrati-tecnici-banchieri, abbia a cuore gli interessi di “operatori finanziari” (non di commercianti), “accordati” con le banche italiane, a loro volta vittime, ma finanziate ed alimentate con leggi ad hoc, da una regia europea solo tecnocratica e burocratica, ma certamente molto, ma molto lontana agli operatori del commercio e in qualche misura anche ai consumatori.

Tornando al discorso prettamente orario, mi preme sottolineare che attualmente il commerciante può scegliersi  una fascia oraria giornaliera di 13 ore + 2 ore di riposo, in base alle proprie esigenze e necessità; possono anche sopprimere il riposo a metà giornata, se vogliono. Non c’è quindi di che lamentarsi, quindi, ci sono tutti i presupposti di poter lavorare tanto e bene, se ci fossero le condizioni. Le condizioni sono state annientate, allor quando nella stesura dell’altra liberalizzazione a cui facevo riferimento, non sono stati messi i paletti e le necessarie considerazioni, per far sì che aprissero tante attività commerciali di pari forza o concorrenziali tra loro, effettivamente; si è presa in considerazione solo la parola “no burocrazia”, che ha significato aperture selvaggie di strutture commerciali di media e grande dimensione all’uopo di quelle piccole di prima.

Questa la mia considerazione, su questo argomento; mi scuso se l’ ho affrontata volontariamente, ma a volte delle piccole considerazioni da parte di chi ha vissuto in prima persona il recente passato e di chi ha anche una buona memoria, penso sia opportuna.

La saluto e le auguro Buon Lavoro.

Pasquale  Miccolis

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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