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La parola agli ultras Gruppo Squadra B

12-05-Ultras-Gruppo-squadra-b-prima#Faccebiancoverdi - Il secondo appuntamento della rubrica #Faccebiancoverdi ideata da noci24 abbiamo deciso di riservarlo non a una figura sportiva nocese, bensì ad una tifoseria, il Gruppo ultras squadra B, che da circa tre anni segue con calore e passione tutti gli incontri della pallamano Intini Noci.

Tifoseria apprezzata da tutta l'Italia pallamanistica per l'attaccamento ai propri colori ed ai propri giocatori, sempre presente alle trasferte e che ha ricevuto anche i complimenti, in occasione della final Four di coppa Italia due anni fa a Bressanone, dal presidente federale Porromuto. E attiva da circa tre anni al sostegno della squadra del presidente Cammisa.

La storia del gruppo ultras, narrata dalle parole di uno dei massimi esponenti e co-fondatori Ciro Laera, tocca diversi temi: dalle origini, passando per i ricordi e per gli idoli della tifoseria, concludendo con un commento all'operato dei giocatori e della società nel campionato attuale.

Sig. Laera, quando nasce questo movimento ultras della Pallamano Intini Noci? Quale significato ha il nome che gli avete attribuito?

"Questo gruppo ultras nasce durante la prima trasferta della squadra a Bologna, tre anni fa, nell'anno della prima iscrizione del Noci al campionato di serie A d'Elite. Questa è una tradizione che risale a molti anni fa e negli ultimi anni insieme ad altri esponenti, Rocco Curci, Giampiero Luciani, Giacomo Degiorgio, Pasqule Lippolis e Leonardo Fasano , abbiamo deciso di riproporla per supportare la squadra che ci rappresenta nel mondo della pallamano. Il nome lo abbiamo preso da un film di Stallone, il primo rambo, dove un generale chiamava il suo esercito proprio Gruppo Squadra B. Oggi, forse insieme alla tifoseria del Pressano, siamo la più apprezzata di tutta Italia".

Qual è sostanzialmente il vostro scopo?

"Il nostro scopo è quello di tifare la squadra in casa ed in trasferta, di coinvolgere la gente che viene al palazzetto a vedere le partite e di aggregare a noi i ragazzi che sono appassionati di questo sport. Vogliamo insegnar loro come si tifa per una squadra di pallamano".

Anche voi avete delle rivalità sportive con altre tifoserie? Da dove nascono?

"Si ci sono delle rivalità che restano comunque tali nell'ambito sportivo, anche perchè nella pallamano non è come nel calcio. Il Fasano e il Putignano sono le nostre tifoserie rivali per eccellenza. Quella con il Fasano è la più forte e nasce, forse, dalla nostra invidia riguardo le potenzialità dei loro roster, spesso superiori ai nostri. Un po' fastidio ci da anche il loro modo di fare, quasi arrogante, nel sentirsi superiori e non solo a noi. A quanto già detto mi duole aggiungere anche la scorrettezza e poca sportività di alcuni dei loro giocatori e di alcuni dirigenti.
Sono atteggiamenti che non tolleriamo e nel tempo è nata questa frattura tra noi e loro. Storia diversa con il Putignano, come si sa, anche fuori dall'ambito sportivo ci sono sempre degli sfottò tra gli abitanti dei due paesi, e anche nello sport questa rivalità si ripropone".

Quanto è importante secondo lei il vostro appoggio ai giocatori durante le partite?

"Penso che sia molto importante perchè con il nostro supporto loro sono spinti a dare di più. I nostri cori sono un pò come adrenalina per loro".

Passiamo ai ricordi. C'è una partita particolare che gli ultras squadra B portano nel cuore?

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"Di partite ce ne sono tante. In primis la prima trasferta a Bologna. Siamo partiti di qui in venti più o meno, e siamo andati ad assistere ad una partita bellissima, che abbiamo ben gestito, sopratutto in casa di chi l'anno prima si contendeva il titolo di campione d'Italia. Quando siamo ritornati a Noci volevamo ripartire e rivivere quelle emozioni. Poi, sempre in trasferta, il secondo anno di serie Elite quando siamo andati a Bolzano. Quella partita ci è stata scippata dagli arbitri. Stavamo vincendo contro la squadra che fino a quel punto aveva dominato tutto e forse questa cosa non andava bene. Una squadra di media classifica che si imponeva sul campo della prima forse non era concesso. A parte questo è stato trionfale,anche se abbiamo perso, ritornare a Noci consapevoli che avevamo ben figurato su un campo così ostico. Poi, mi piace tanto ricordare il primo impegno del Noci in una competizione Europea. Quella partita, in casa tra l'altro,contro il Targu Jiu, il palazzetto era strapieno. Abbiamo cantato e tifato e i nostri gtiocatori non ci hanno delusi, hanno vinto una partita che molti davano già per persa. E poi la finale della coppa Italia a Bressanone due anni fa. Eravamo circa un centinaio, a tantissimi kilometri di distanza da Noci, e nonostante abbiamo perso la partita, siamo sempre stati contenti di aver visto la nostra squadra arrivare fino a quel punto e perdere solo di un goal contro il Conversano che si è poi lauerata campione d'Italia.In quell'occasione ci sono giunti anche i complimenti del Trentino che ha organizzato la manifestazione e del presidente Purrumuto, a bocca aperta difronte ad un gruppo così organizzato, tutti con le maglie verdi. Ci sono anche state delusioni: su tutte la finale di supercoppa italiana sempre contro il Conversano al pala San Giacomo di Conversano.Ci siamo riuniti sin dal mattino, abbiamo fatto un pick nick al Santuario Madonna della Croce e poi siamo partiti, circa un centinaio di macchine,per Conversano. Sapevamo che quella partita potevamo vincerla, il Conversano non era imbattibile e noi ci eravamo molto rinforzati nella campagna acquisti. Purtroppo forse per la paura di sbagliare i giocatori non c'è l'hanno fatta e siamo ritornati a casa a mani vuote.Ancora oggi quel trofeo è il trofeo che ci manca in bacheca".

Chi è il vostro idolo pallamanistico che ha vestito la maglia biancoverde?

" Penso che sia indubbiamente Alejo Carrara. E' stata un giocatore amato da tutta la cittadina, un vero uomo in campo e fuori dal campo.A volte era il trascinatore dell'intero gruppo.Un guerriero. Queste poche parole lasciano capire quanto ha fatto per il Noci. Un pò come Maradona per il Napoli, se vogliamo fare un paragone calcistico. E poi mi permetto di dire anche un'altro giocatore, Miki Millet. Lui non era solo un giocatore del Noci, lui si sentiva nocese. Quando è andato via ha pianto. Anche lui è stato importante per noi".

Passando al presente, come valuta il percorso della squadra dall'inizio del campionato ad oggi? I movimenti societari soddisfano voi tifosi? E chi è secondo lei il trascinatore di questo Noci?

" Premettendo che molti erano scettici all'inizio del campionato per le scelte fatte dalla società, sul modo di allestire la squadra per il nuovo campionato, questi si son dovuti ricredere perchè fino ad oggi l'impressione è più che buona.E' un gruppo giovane che cresce partita dopo partita e i sedici punti maturati fin'ora sono un buon punto di partenza.Il commento è più che positivo. Sulle scelte societarie sono il meno indicato per commentare. Comunque c'è da diere che il Noci così come altre realtà sportive hanno dovuto fronteggiare questo momento di crisi, e per una società che fino allo scorso anno vantava nomi di spicco nella propria squadra, automaticamnete bisognava anche ridimensionare il tutto.Sulla scelta di investire sui giovani penso che forse ci dovevano pensare prima, perchè oggi avremmo avuto una squadra già collaudata, pronta a poter ben figurare. Comunque piena fiducia nel progetto.Sulla terza domanda, il gruppo è sicuramente il nostro punto di forza. Se devo dare un nome, penso che Danesi è il leader della squadra".

Per concludere, una battuta sulla partita di sabato, cioè il derby contro il Putignano.

"La partita di sabato è la più attesa per noi.Quando abbiamo saputo che il Putignano si iscriveva al campionato di serie A1 abbiamo sempre aspettato la partita che ci sarà sabato.Sarà un bel match, il Putignano lo scorso anno ha vinto il campionato di A2 quindi guai sottovalutarla. E' il derby, un pò come dire Milan-Inter, Boca-River, per fare un paragone calcistico, è la partita più attesa.Speriamo bene".

 

 

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