NOCI (Bari) - La rituale celebrazione del 4 novembre, in occasione della festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, ha assunto quest’anno un significato ancora più rilevante, poiché coincideva con il centenario dell'entrata in vigore dell'armistizio di Villa Giusti, che decretò il definitivo “cessate il fuoco” e la fine del primo conflitto mondiale. Proprio per questo motivo l’Amministrazione Comunale ha voluto che questo importante momento commemorativo fosse celebrato in maniera degna e solenne, con una cerimonia aperta all’intera cittadinanza, nel ricordo commosso di tutti quei soldati che nel 1918 avevano appena compiuto o stavano per compiere 18 anni, e che loro malgrado, si apprestavano a lasciare Noci per un futuro che oggi costituisce il nostro presente, per una pace che abbiamo il dovere di mantenere viva e difendere costantemente.
Alle 11 di domenica 4 novembre, presso Via Calvario, la cittadinanza, unitamente alle Autorità Civili, Militari e Religiose, alle Associazioni di Volontariato ed alle Rappresentanze Studentesche di ogni ordine e grado di scuola, si è radunata per la deposizione di una corona d’alloro sul Monumento ai Caduti. E’ stato toccante vedere degli studenti giovanissimi, intonare l’Inno Nazionale con la mano sul cuore e la canzone del Piave, a dimostrazione della vicinanza ad un’epoca storica che non è poi così lontana dalla nostra, poiché ha coinvolto concittadini alla nostra pari, con i nostri stessi sentimenti e valori che certamente amavano il loro paese e la vita e che mai avrebbero voluto camminare incontro alla morte.
La memoria, come monito per il presente, è il modo migliore per onorare e non rendere vano il sacrificio di tante giovani vite. “Ripercorreremo idealmente il viaggio dei nostri soldati, di una nutrita parte del futuro della nostra comunità, passando per quella stazione da cui partirono e che non avrebbero mai più rivisto, fino ad arrivare al cimitero” - ha dichiarato il sindaco Domenico Nisi. Quel cimitero che è l’ultima dimora di quei pochi che son riusciti a tornare da morti ed in cui è scritto anche il nome di chi non ha potuto avere neppure una tomba. Imboccando il viale costellato di cipressi, il corteo è stato accolto dallo sventolare delle coccarde tricolore, legate a ciascuna delle colonnine in marmo che recano scritti i nomi dei caduti sul campo: quasi come se quei soldati avessero voluto far sentire in qualche modo la loro grata presenza.
Anche presso il Sacrario dei Caduti di Tutte le Guerre, dove capeggia la bella scritta “La Patria non è una parola vana ma una bellissima realtà” è stata deposta una corona, dopo quelle che hanno capeggiato sul Monumento ai caduti e su quello dedicato al Milite Ignoto.
I ragazzi del Liceo “Leonardo da Vinci” hanno ricordato i nomi dei più giovani soldati nocesi della classe 1899-1900, alcuni dei quali non ancora diciottenni in quel fatidico 1918 e che non avrebbero più riabbracciato i loro affetti e il loro paese.
“Angiulli Tommaso (Regio Corpo di Finanza); Console Francesco (19^ Reggimento Fanteria); Garzelli Franco (21^ Reggimento Fanteria); Gentile Giuseppe(254^ Reggimento Fanteria); Girardi Luca( 1^ Reggimento Bersaglieri); Liuzzi Giovanni (24^ Reggimento Artiglieri da Campagna) e Pugliese Gregorio (artigliere)”.
“Questi figli della comunità nocese, meriterebbero di essere ricordati tutti indistintamente per il sacrificio in nome del loro paese, della loro Nazione e di altissimi ideali”- ha dichiarato il sindaco Nisi visibilmente commosso- “Adesso è tutto nelle nostre mani: ci spetta l’onere di rendere onore a questi concittadini le cui giovani esistenze sono state brutalmente spezzate”- e qui la sua voce, da commossa si è fatta ferma e decisa: “Mai più! Che mai più alcuna comunità dell’Italia, dell’Europa o del mondo, debba vedersi costretta ad imbarcare i suoi giovani figli per un viaggio senza ritorno, perdendo la parte più importante e fiorente del proprio futuro. Ringrazio idealmente quei soldati di cui è impossibile provare ad immaginare gli stati d’animo al fronte, ma a cui dobbiamo guardare sempre con enorme rispetto, e gli esponenti delle Forze Armate che si spendono quotidianamente per la sicurezza e per il bene della comunità”.
Dopo i saluti finali del Sindaco, la banda ha continuato a suonare, rallegrando con le sue note un luogo più che di morte, di meritata pace e di ricordo più vivo che mai.
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