NOCI (Bari) - Lo scorso 20 giugno, a partire dalle ore 21, si è svolto presso il nuovo anfiteatro il saggio di danza di fine anno presentato da Asd Studio Danza. Lo spettacolo, intitolato "Una vita di colori" è stato ideato dalle insegnanti Marilisa Daprile e Rossella Bianco, che assieme ad Antonella Ivone, Giuseppe Palmisano e Tarantafil hanno curato anche le coreografie. Giulia Colucci (in arte “Fatalamanga”) si è occupata invece dei testi e del coordinamento teatrale. A cura di Milko Laera l’acustica, le luci e la realizzazione della locandina.
La danza non è stata però l’unica protagonista: con l’aiuto di coreografi ed insegnanti, gli alunni di età compresa tra i 3 e i 30 anni, l’hanno intrecciata anche con la recitazione, sul filo di una trama coinvolgente. Il tema? Tutti i colori che contraddistinguono la vita dalla nascita alla morte Diversi i generi di danza e i rispettivi gruppi che si sono succeduti a ruota sul palco dalla danza classica alla breakdance fino alle danze popolari come la pizzica.
Prima che i riflettori si accendessero e la musica partisse, l’emozione e la tensione si respiravano a pieni polmoni in quel del nuovo anfiteatro. Le insegnanti e i coreografi, con la loro dolcezza, tranquillizzavano soprattutto gli alunni più piccini. Più sicuri di se e sorridenti i ragazzi più grandi, anche se la paura di qualche defaiance ha attanagliato anche loro sino al momento di salire sul palco. E sul palco, è risaputo, l’adrenalina si scarica completamente, la paura si azzera e, quasi senza accorgersene, si riesce a dare veramente il meglio di se, sotto lo sguardo fiero di insegnanti, amici e parenti, incoraggiati anche dagli applausi del resto della sconosciuta platea. Lo spettacolo è stato capace di catturare momento per momento l’interesse di tutti, perché alla danza si sono intrecciate anche le capacità recitative dei ragazzi.
L’inventiva e l’originalità delle insegnanti Marilisa D’Aprile e Rossella Bianco, sta nell’essere riuscite a mettere in piedi un vero e proprio musical con una trama ben costruita e dai contenuti attuali e profondi. Come suggerisce lo stesso titolo dello spettacolo, la tematica è stata incentrata sui colori che dominano ogni fase dell’umana esistenza, dalla nascita fino alla vecchiaia.
Ogni età ha i suoi colori, e non ce n’è uno che sia meno bello ed importante rispetto agli altri. Dall’alba al tramonto, la vita è sempre un tripudio di colori che va goduto appieno. Parlando di colori, viene automatico pensare alla pittura, tracciando un parallelo tra la vita e l’opera d’arte su tela. Si spiega così “l’incipit” dello spettacolo: delle tele ad adornare il palco, i ragazzi nei panni degli allievi di un anziano pittore e quest’ultimo che annuncia che quella sarà la sua ultima lezione, poiché ha intenzione di godersi un lungo viaggio per il mondo. “Alla sua età?”- esclamano stupefatti i ragazzi. L’attempato artista non ci trova invece nulla di strano: ora che i suoi figli sono ormai adulti e non hanno più costantemente bisogno di lui, ora che ha trasmesso ai suoi allievi tutto ciò che poteva, vuol pensare a se stesso, perché anche i colori che costellano il tramonto dell’esistenza sono belli e vivaci. Sarebbe quindi sciocco non goderne. Il viaggio poi, avrebbe anche una motivazione ben più alta oltre al concedersi relax e la possibilità di esplorare nuovi luoghi e nuove realtà: il farsi portatore di pace proprio attraverso un arte che non sarà comunque mai messa da parte. Un meraviglioso imprevisto sconvolgerà però i piani del protagonista: sua figlia aspetta un bambino e il viaggio dovrà aspettare: c’è bisogno che lui rimanga al suo fianco. Ritrovarsi nonno da un momento all’atro: ma cosa significa essere nonno? E soprattutto, ne sarà all’altezza?
Queste le domande martellanti che il pittore si pone. Un angioletto e un diavoletto, che rappresentano rispettivamente i due lati dell’animo umano (quello più luminoso e quello un po’ più oscuro) permettono al protagonista di incontrare in sogno la nipotina non ancora nata. La incontra già “cresciuta”, all’età di otto anni e dovrà spiegarle in sintesi di cosa è fatto il cammino della vita, quali sono i colori che incontrerà e le difficoltà che dovrà superare. Difficoltà come il non essere compresa dalle insegnanti, la dolorosa e infamante realtà del bullismo e il dover vivere perennemente di corsa anche a causa dei ritmi lavorativi. Per spiegare alla nipotina cosa la attende, il futuro nonno le racconta la storia di una bimba come lei, che è ha affrontato lo stesso cammino e alla fine l’ha concluso lasciando l’esistenza terrena. Quella bimba, altri non è che la sua nonna, diventata ora luce, perfettamente distinguibile tra le stelle che ricamano il cielo. Evidentemente, completata la tela dell’esistenza terrena, non è detto che ci sia la definitiva parola “fine”. Ci attendono magari un'altra tela e colori totalmente diversi. Al termine di questo "sogno lucido", così lo definisce l'Angelo, l'uomo viene avvertito che la nipotina deve tornare lassù per poter poi ridiscendere qui in terra, e che non conserverà assolutamente memoria dell'avvenuto incontro. Anche al pittore non rimarrà che un ricordo molto molto vago e sbiadito. Dovrà però continuare la sua "magica missione" di insegnare la vita alla nipotina attraverso le sue opere.
Per rendere l’idea di quale potenza abbia la musica, come veicolo immediato e “complemento” della recitazione, basti ricordare come sugli spalti, mamme, figli, nonni e nipotini si siano lasciati trascinare dalla musica assieme ai danzatori e alle danzatrici.
Questi i gruppi che si sono esibiti nell’ambito di ciascun genere di danza
Classica: le bimbe della scuola “Giocodanza” (della tenera età di tre anni)
Gruppo pre-primary, primary, 1°, 2°,3°e 4° classico; intermediate, advanced foundation e classico adulti.
Danza contemporanea: principianti; intermedio e laboratorio coreografico avanzato.
Breakdance: (a cura di Giuseppe Palmisano). Ginnastica artistica: (a cura di Antonella Ivone). Pizzica e danze popolari (a cura di Tarantafil).
Danza moderna 1,2,3,4.