NOCI (Bari) - Nel Chiostro delle Clarisse, lo scorso 25 Novembre, si è trattato dell’attualissimo tema dei minori in rete. Cyberbullismo, sexting, adescamento online, grooming, stalking sono solo alcuni dei pericoli che un ragazzo può incontrare durante la sua navigazione su internet. E’ stata quindi quantomai attuale la tematica del convegno "Minori in rete: cyberbullismo, adescamento online e scomparsa - aspetti giuridici e profili di responsabilità di minori e genitori”, organizzato dall’associazione culturale Gens nova Onlus, dall’associazione Penelope Onlus, dall’associazione culturale professionisti Noci e dell’ A.s.d. Handball Club Noci.
Ha aperto l’incontro l’Ing. Paolo Conforti in qualità di portavoce dell’associazione culturale professionisti nonché moderatore del convegno, sottolineando che quella dei minori in rete “è una problematica che viviamo tutti tutti i giorni”. Dopo aver presentato i relatori, la parola è subito passata ad Antonio Genchi, presidente dell’associazione Penelope Puglia e consigliere della onlus Gens Nova, che si è soffermato a spiegare l’importanza di Penelope, associazione che nasce nel 2002 in sostegno dei familiari delle persone scomparse. “Alcuni datori di lavoro sono arrivati a sottoporre il padre di un ragazzo scomparso alla scelta: tuo figlio o il lavoro?” è solo una delle esperienze raccontate da Genchi, che dopo il suo intervento e dopo aver mostrato un breve video ha ceduto la parola a Costantino Tosto, poliziotto, che ha illustrato i vari pericoli a cui un minore può andare incontro tramite una presentazione e alcuni video: il sexting (l’invio di testi o immagini sessualmente espliciti su internet), il grooming (stabilire un contatto con un bambino per abusarne) e l’oramai noto cyberbullismo.
Dopo queste forti testimonianze, la questione è stata focalizzata sotto lo sguardo prettamente psicologico e psicoterpeutico: sono intervenuti, infatti, il dott. Giuseppe Loparco, psicoterapeuta, e la dott.ssa Olga Mauriello. Quest’ultima si è soffermata maggiormente sulla psicologia clinica, sottolineando che, con l’avvento della rete, “per le vittime c’è mancanza di continuità: c’è mancanza di un luogo circoscritto dove avvengono le aggressioni. La vittima è aggredita in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo si trovi. Non c’è più la possibilità di trovare un luogo in cui sentirsi sicuri e un tempo in cui sentirsi protetti. Fondamentale è la problematica del silenzio [...] cosa fare quindi? Dobbiamo educare i nostri figli al dialogo, perché si riesca a confrontarsi con loro.” ha aggiunto, poi, che “Bisogna riportare tutto sul piano più umano. La rete non deve essere più tanto informatica, quanto sociale”. Il dott. Loparco, invece, ha da subito precisato che bisognerebbe educare con un approccio più psicoterapeutico: la psicoterapia, infatti, non è la “scienza dei pazzi”, ma può sia aiutare a risolvere problemi di bullismo, sia a prevenirli educando i più grandi ad essere buoni genitori, “il mestiere più bello e più difficile del mondo”.
Sono poi intervenuti due rappresentanti delle istituzioni scolastiche nocesi: il dirigente scolastico dell’ Istituto Comprensivo Pascoli 1° circolo, Giuseppe D’Elia, che ha sottolineato che il degrado scolastico è sintomo di un degrado sociale che ha nel bullismo i suoi frutti devastanti, e la docente Giovanna D’Onghia, insegnante presso l’istituto comprensivo Gallo 2° Circolo, che ha sottolineato l’importanza dell’essere genitori unita alla necessità di educarli all’uso della rete e ha evidenziato la dipendenza con cui i giovani d’oggi vivono il rapporto con il web. Ha concluso il convegno la presentazione, da parte del presidente dell’ A.s.d. Handball Club Noci, Moreno Cosi, delle nuove magliette della squadra, che vedono campeggiare al centro il logo dell’associazione Penelope Onlus.