NOCI - A partire del 2 aprile, Domenica delle Palme, tornano i tradizionali riti della Settimana Santa nocese. La comunità cittadina si prepara agli appuntamenti religiosi che animano questi particolari giorni dell’anno, non senza novità.
La commemorazione dell’Ingresso a Gerusalemme con la benedizione dei ramoscelli d’ulivo e le altre celebrazioni del Triduo pasquale si svolgeranno nelle singole parrocchie secondo gli orari da ciascuna prestabiliti. Come di consueto, a livello cittadino si terranno le Viae crucis. In particolare, domenica 2 aprile, alle ore 18.30 avrà inizio la Processione dei Misteri, che quest’anno a causa della chiusura per lavori della Chiesa Madre muoverà dal Chiostro delle clarisse. Nella serata di venerdì 7 aprile la città sarà attraversata dalla processione con il Cristo di Casaboli. Il crocifisso a partire dalle ore 20.00 potrà essere venerato sul sagrato della Chiesa Madre. Alle 21 comincerà la processione, che per la prima volta vedrà la partecipazione, in qualità di portatrici della sacra immagine, un piccolo gruppo di donne.
In occasione delle festività pasquali abbiamo rivolto alcune domande all’arciprete, don Stefano Mazzarisi, affinché tutti i nocesi, credenti e non, possano essere meglio accompagnati a scoprire come il messaggio gioioso della Resurrezione sia ancora attuale.
Il primo pensiero si volge ai cristiani ortodossi che celebreranno la Pasqua “sotto le bombe” in Ucraina...
... e in tante altre parti del nostro mondo, dove si soffre per la “follia della guerra”. Penso, poi, alla Turchia e alla Siria, dove stanno organizzando la “risurrezione” dalle macerie causate dal terremoto, e all’Afghanistan, dove tante donne stanno cercando di ribaltare le pietre di tombe culturali in cui viene sepolto vivo il dono che sono. Per tutti, il Signore crocifisso, morto e risorto, è segno della vittoria e della rivoluzione dell’amore, che non “chiama alle armi”, ma a “dare vita”.
La Pasqua a Noci. Che momento sta vivendo la città? Come la gioia Pasquale può inserirsi in questo contesto?
Siamo alle prese con le ferite sociali da povertà, emergenza casa e lavoro, ludopatia, hikikomori... per le quali come Comunità Cristiana e Civile cerchiamo di fare del nostro meglio, garantendo il necessario e accompagnando in percorsi volti all’autonomia e alla socialità riconciliata. Solo continuando ad intensificare l’impegno comune - avendo a cuore tutto l’uomo (e, per noi cristiani, modulando il Vangelo nei giorni) - potremo dare delle risposte giuste alle domande giuste dei più poveri e sfiduciati. La gioia pasquale, attraverso i cristiani e non solo, si intercala anche così nel quotidiano.
Negli ultimi giorni, poi, si è aperto per tutti i cittadini - nessuno escluso - un tempo di grande responsabilità politica. In questo contesto i cristiani lasciano fiorire la gioia pasquale, e i non cristiani la gioia profonda, per esempio con il “calore” di comizi non improvvisati e di affermazioni e scelte leali, in cui viene bandito lo stile per niente politico, di cattiverie gratuite e falsità e in cui viene scelto quello della promozione appassionata e sincera del proprio programma politico, impregnato di bene comune.
In diverse occasioni, parlando di “tradizione”, ha ripreso una citazione che recita «la tradizione è la custodia del fuoco, non l’adorazione delle ceneri». Vuole spiegarcela in riferimento ai riti della Settimana Santa che la comunità nocese rivivrà a breve?
Immagino che faccia particolarmente riferimento alla prossima partecipazione di un gruppo di donne (come portatrici) alla processione del Cristo di Casaboli. Un percorso di cinque anni ci ha portati alla costituzione di uno specifico comitato parrocchiale per tale evento (composto anche da donne) e alla scelta di coinvolgere le donne come portatrici. Perché? Prima di tutto, come Chiesa, stiamo facendo un cammino sinodale, che - in ascolto della Parola di Dio e della vita - ci ri-chiama ad uno stile di servizio comunitario e non individualistico. Poi, siamo stati incoraggiati dal fatto che Papa Francesco abbia “aperto” alle donne l’accesso ai ministeri del lettorato e dell’accolitato... “Ma la nostra tradizione non prevede le donne come portatrici del Cristo di Casaboli!” (in realtà neanche gli uomini, ma solo il clero...). Non le prevedeva neanche per San Rocco, né per le altre processioni, ma avviene già. Custodire il fuoco della tradizione - alimentandolo con legnami contemporanei - ci evita di rimanere infreddoliti attorno alle ceneri di esperienze ferme per principio o perché “si è sempre fatto così”. Resto a disposizione per incontri di chiarimento e dialogo. A proposito, però, attendo interlocutori da anni, anche rispetto ad altre scelte e situazioni.
Vuole rivolgere un augurio per i nostri lettori?
La Pasqua non è solo il lieto fine della vicenda di Gesù di Nazareth, ma è anche l’inizio dell’umanità nuova. Cristo è l’assente tra i morti. L’augurio è che noi, ogni girono della nostra unica vita, siamo sempre “presenti” - che è un altro modo per dire “doni”, no?! - tra i vivi.
A don Stefano e all'intera comunità cittadina sono rivolti i più sinceri auguri di una serena e Santa Pasqua dalla Redazione di Noci24