NOCI - L’auditorium gremito della scuola media L. Gallo ha accolto, lo scorso 27 aprile, S.E. Mons. Domenico Cornacchia, vescovo della diocesi di Molfetta - Ruvo - Giovinazzo - Terlizzi, autore del libro “Testimone e maestro di virtù. Il cammino cristiano di don Tonino Bello”. La presentazione del volume, promossa dall’UTEN, è stata l’occasione per celebrare il trentennale della morte del vescovo salentino attraverso la voce del suo successore.
L’intervento iniziale della prof.ssa Vanna D’Onghia, dirigente scolastica dell’istituto ospitante l’evento e rappresentante dell’associazione UCIIM-sezione Barsentum, tra le organizzatrici della manifestazione, ha introdotto i partecipanti ad un lungo e affascinante racconto dedicato al venerabile don Tonino. Mons. Cornacchia, in dialogo con don Stefano Mazzarisi, è stato subito chiamato a descrivere come ci si senta nel sedere sulla medesima cattedra che era stata di questo grande “testimone e maestro”, riconoscendosi come «un figlio» di don Tonino, che è stato un «dono per la Chiesa che è in Molfetta» e non solo. La presentazione è proseguita attraverso un intrecciarsi di aneddoti e riflessioni che hanno contribuito a tessere l’«elogio» di Mons. Bello come «uomo delle virtù evangeliche». Egli le ha «incarnate» come un vero e proprio «santo della porta accanto», «l’uomo in cui l’essere e il fare hanno trovato piena corrispondenza». La biografia tracciata nel volume, edito dalla “Libreria Editrice Vaticana”, evidenzia, così come sottolineato dall’autore, il fatto che tali virtù siano state incarnate durante tutta la vita di don Tonino, non solo dopo la nomina a vescovo: «ci sono delle testimonianze che ci dicono come egli viveva secondo le virtù evangeliche già da ragazzo, da giovane seminarista». «È stato uno - continua il vescovo - che non ha tenuto per sé i talenti che gli erano stati donati». La narrazione della vicinanza del «vescovo della stola e del grembiule» ai poveri, ai giovani, agli ultimi, della sua vita di preghiera e di azione (è lui che ha coniato l’espressione “vita contemplattiva”), della sua malattia ha suscitato l’interesse della platea, soprattutto perché essa proveniva dalla voce di un testimone diretto, qual è Mons. Cornacchia. Non è mancata l’ammissione della difficoltà che oggi la Chiesa vive nel fare proprio l’insegnamento di don Tonino, «un apripista», «non un maestro saccente, ma un testimone credibile». Il suo “cammino cristiano” e umano è davvero un esempio per tutti ed è riconosciuto come tale anche ufficialmente dalla Chiesa; infatti, Mons. Cornacchia ha ricordato che papa Franceso il 25 novembre del 2021 ha proclamato il prelato di origine salentina «venerabile», in seguito «al parere favorevole di due commissioni incaricate, che hanno deliberato all’unanimità», segnando in tal modo un traguardo importante nel processo di canonizzazione.
La serata si è conclusa con l’intervento del presidente dell’UTEN, Cesareo Putignano, il quale, oltre a ringraziare l’autore e gli intervenuti, ha ricordato come la testimonianza di don Tonino sia ancora attuale, soprattutto per chi decide di assumere l’impegno sociopolitico.
(Foto di Vito Trisolini)