NOCI - Sabato 26 ottobre 2024 alle ore 11, Padre Dom Paolo Maria Gionta O.S.B riceverà la benedizione abbaziale dalla mani di S. E. Mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano – Monopoli nella chiesa dell’Abbazia “Madonna della Scala” di Noci (Bari).
Padre Abate Gionta subito dopo la sua nomina ad Abate della Madonna della Scala, avvenuta il 9 agosto 2024 (LEGGI QUI), ha voluto raggiungere la sua nuova comunità monastica, domenica 18 agosto (LEGGI QUI), per incontrare i fedeli e concelebrare la Santa Messa insieme ai monaci sacerdoti ed ad altri sacerdoti ospiti, per poi ripartire il giorno dopo per Roma. Ritornerà nell’abbazia nocese nei primi di ottobre.
Nella sua prima omelia Padre Abate Paolo Maria Gionta ha commentato in modo particolare la prima Lettura (dal libro dei Proverbi, cap. 9,1-6 e oltre: Il contrasto tra sapienza e stoltezza) e il Vangelo del giorno (Gv 6,51-58): «Io sono il Pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno…», dai quali ha tratto delle riflessioni illuminanti. Il Padre Abate Paolo Maria ha esordito affermando che Gesù è «il pane che dà la vita per almeno due motivi. Il primo, perché è il Verbo di Dio, cioè la Parola. Parola che col Vangelo, Parola che con il suo esempio, Parola che col suo essere con noi suggerendoci passo passo la via da prendere ci nutre. E poi certo è Pane anche nella forma eucaristica, della carne data, come Gesù stesso ha detto: “della carne offerta per la vita del mondo”».
Poi, facendo tre esempi di comportamenti errati per indurci a ravvederci, ha sottolineato come spesso preferiamo seguire la voce della stoltezza, invece che ascoltare la voce della Sapienza. Infatti il Padre Abate ha parlato di coloro che si divertono andando in vacanza «magari con crociere, magari nei posti più sofisticati, dove le persone felici sono quelle radunate attorno ad un tavolo oppure sdraiate sulla spiaggia del mare o sullo yacht. Certo non è sbagliato questo - ha detto l’Abate - prendersi giorni di vacanza, però è sbagliato considerare cosa più importante la soddisfazione di sé stessi. Questo è il più grande idolo. Il Signore ci insegna mille volte, ne ha dato l’esempio, che la vera felicità si ha quando si vive certo bene, ma si condivide il proprio bene con gli altri, non viviamo per noi stessi» Poi il Padre Abate ha continuato dicendo «Ci sono persone, ci siamo anche noi di mezzo, che si divertono, prendono il loro gusto a dire male degli altri, a passare il tempo a sciorinare, diciamo così, le litanie, quello ha fatto questo, quello ha fatto quell’altro. Però per queste persone, che magari effettivamente non si comportano bene, non facciamo niente, prendiamo solo il gusto a sparlare. Oppure, anche questa è qualcosa che ci tocca, noi cerchiamo di pregare, frequentiamo l’Eucarestia la domenica, noi monaci preghiamo, come dice San Benedetto, sette volte al giorno e anche la notte o al mattino presto. Però forse sotto sotto viviamo come se Dio non ci fosse, cioè non entra quando dobbiamo fare delle scelte che contano, non entra nelle nostre preoccupazioni, nei nostri desideri più grandi, c’è ma è un po’ da parte».
Quindi ha detto l’Abate Gionta: «La parola di Dio è qualcosa che corregge come questa briciola di pane un po’ amara ci ha fatto sperimentare, ma la parola di Dio è anche qualcosa che conforta, che consola. Dice Gesù: “chi mangia me vivrà per me”, (cioè) chi mangia me vivrà per me, a motivo a causa, grazie alla forza che io come pane do in fondo. L’eucarestia è la comunione viva con Cristo. Ecco l’Eucarestia è non il cibo dei perfetti, ma è il nutrimento di chi sa che è fragile e che riceve da Gesù, e glielo chiede, la forza per andare avanti, per affrontare le difficoltà della vita. Ringraziamo Gesù in questa celebrazione perché anche oggi si offre a noi come Pane e come Parola, perché certo, ci vuole correggere, ma ci vuole anche nutrire per essere Lui la forza della nostra vita, essere Lui la carica che non ci fa vivere più per noi stessi, ma anche per quelli che ci pone accanto».
Abbiamo così riportato solo alcuni passaggi dell’omelia del Padre Abate Paolo Maria Gionta, un’omelia bellissima, efficace, che è arrivata dritta al cuore. La benedizione abbaziale di Padre Abate Gionta è attesa con gratitudine dalla comunità monastica e dei fedeli per domenica 26 ottobre 2024.