NOCI (Bari) - La giornalista de "La Gazzetta del Mezzogiorno", Carmela Formicola (prima da dx) è stata ospite dell'evento dello scorso sabato sera presso il Chiostro di San Domenico, organizzato dai Presidi del Libro di Noci, per presentare la sua prima fatica letteraria. "Quando suonavo il jazz", edito da Florestano Edizioni di Roberta Magarelli, presente all'evento, è la storia di "come l'anima guarisce" dopo una malattia e la conseguente solitudine di riflessione ad essa accompagnata. Un libro con cenni autobiografici portati altrove dalla fantasia, la storia di un jazzista, Seb Mariani costretto dalla malattia a fare il karaoke, una storia imperfetta, immersa nel quotidiano della periferia del sud est barese, con citazioni illustri e numerosi spunti tematici, un valido debutto insomma per la Formicola, pronta al sequel.
Roberta Magarelli, responsabile della Florestano Edizioni, una delle poche case editrici musicali in Italia, non ha avuto dubbi dopo aver ricevuto la bozza della Formicola: il libro, ben scritto e appassionante, era già pronto per essere pubblicato. La narrativa in campo musicale è il canale giusto, secondo la Magarelli, per veicolare una cultura musicale largamente assente in Italia, un contenuto cioè che parli della musica e dei suoi retroscena, che sappia dire qualcosa anche ai profani e che faccia conoscere la bellezza del mondo pentagrammato. "Quando suonavo il jazz" è il romanzo perfetto per parlare della musica, ma anche di una storia, quella di Seb Mariani, appunto.
Stimolata dalle domande del moderatore dell'evento, Gianni Tinelli, la Formicola parte da due spunti autobiografici importanti, contenuti anche nel libro, che hanno rappresentato per lei due energie convergenti verso la scrittura. La malattia all'orecchio di Seb è la sua, la morte del padre, presente anche nella storia del protagonista ha segnato e anticipato di poco la decisione del primo romanzo: la solitudine della malattia e degli affetti porta inevitabilmente a riflettere sulla vita, a fare il punto, guardando anche al passato.
Seb, infatti, ricorda quando suonava il jazz e nel libro sono citati i suoi pezzi preferiti, alcuni dei quali eseguiti nel corso della serata da Vito M.Laforgia al contrabbasso e Giorgio Albanese alla fisarmonica. Dopo la malattia all'orecchio, si è dovuto accontentare del karaoke. La sua malinconia è negli affollati centri commerciali, dove è solo anche in mezzo alla folla, ma seppur "sfigato", come ammettono sia la Magarelli che la Formicola, Seb vive una storia semplice, con giornate fortunate e giornate sfortunate, cede alla debolezza del 'gratta e vinci', suonava il jazz ma il karaoke lo costringe ad eseguire Gigi D'Alessio, non ha niente di speciale se non il fatto di essere un uomo con i suoi limiti e le sue fragilità.
La Formicola fa amare a Seb il jazz come lo ama lei, lo immerge nella realtà attuale con "l'eco della giornalista" sui temi sociali, gli fa vivere la malattia per portarlo a riflettere e a guardare con occhio consapevole la sua vita, è un libro, insomma, che rispecchia l'autrice e che la lancia positivamente nel mondo della scrittura artistica. La Magarelli annuncia infatti il sequel della storia di Mariani, dopo i suoi primi fortunati passi nel mondo dell'editoria.