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Sergey Kuryokhin, il ricordo del pianista russo che registrò all’Europa Festival Jazz a vent’anni dalla sua scomparsa

Sergey kuryokhin noci24NOCI (Bari) –Sergey Kuryokhin era un genio folle come Frank Zappa. Faceva degli spettacoli incredibili e sul palco ci metteva di tutto: cavalli, oche, attori, bande di paese, fanfare di cornamuse, rock band. C’è anche un suo disco registrato in Italia, a Noci, In Puglia”. Così scriveva domenica 26 giugno 2016 il giornalista e critico musicale Flavio Massarutto su “La lettura” del Corriere della Sera, ricordando il pianista e musicista russo nel ventennale dalla sua morte. Ed è stato proprio così che siamo venuti a conoscenza della sua esistenza e del suo passaggio da Noci, nel luglio 1990, per partecipare alla 2° edizione dell’Europa Festival Jazz allora organizzata dall’associazione musicale “Hic et nunc”.

Pochi di noi lo avranno sentito nominare, pochi altri ricorderanno le sue performance, molti altri staranno leggendo il suo nome per la prima volta: quel che è certo è che un suo disco è stato inciso a Noci ed è di qui che siamo voluti partire per ricordare il genio di un pianista scomparso vent’anni fa (6 luglio 1996), i cui valori (secondo il CdS – come dargli torto!) oggi possono ritenersi scomparsi in una Mosca che ormai si riduce a replicare attraverso le proprie agenzie video di matrimoni con singolari musiche d’intrattenimento. 

CHI ERA - Sergey Kuryokhin, pianista, musicista – guastatore della Leningrado degli anni 70, nacque precisamente in Urss nel 1954. Amava rispondere alle interviste con un gusto bizzarro e un amore per il paradosso (che si ritrovano anche nell’universo sonoro da lui creato) e si impose presto in quegli anni come uno dei protagonisti dell’underground musicale insieme ad altri alfieri del soviet jazz che animavano il mondo culturale alternativo con un sound radicale e provocatorio. I Pop Mekhanika furono una sua creatura: più che un gruppo, una situazione musical – teatral ogni volta diversa nella costruzione e negli esiti: destavano sensazione per la presenza di animali sul palcoscenico (galline, cavalli, uccelli) e per la musica, irresistibile collage di marcette da circo, furiosi assoli improvvisati, rock – blouse. Kuryokhin , pur avendo avuto una regolare educazione musicale di tipo accademico, si divertiva a dare concerti di piano – solo in cui smontava e ricomponeva in lunghe sequenze vertiginose, con lo stesso felice stupore di un bambino nella stanza dei giochi canzoni pop e reggae time, Chipin e Monk, Nino Rota e Taylor. Il suo essere compositore era tutto lì, in quell’atteggiamento rispetto alla musica che ricorda un artista pop o un performer concettuale, che combina elementi incongrui o ricerca situazioni e gesti esemplari. Questa sua ubiqua e onnivora curiosità l’ha portato a suonare con jazzisti come Vapirov, Che -kasin, Valentina Pomoraneva; ma anche con la rock star Boris Grebenshikov, del gruppo Aquarium da cui Kuryokhin prelevò alcuni dei suoi abituali accompagnatori all’interno del progetto Pop Mekhanika. Negli Usa e in Giappone ebbe modo di suonare con Jhon Zorne, Frank Zappa zappa, Henry Kayser (con cui ha anche registrato un album su etichette Ryko). Ha registrato molto materiale pubblicato poi alla Leo record per il mercato occidentale (tra cui gli album Ways of Freedom, Popular Zoological Elements, Subway Culture). La Melodia pubblicò nel 1989 in URSS un disco, Polinesia, realizzato per metà in solo e per metà in duo con Sergey Letov. La prima apparizione di Kuryokhin in Italia, per un concerto di piano solo e una performace dei Pop Mekhanika, avvenne a dicembre del 1989 a Bari per la rassegna “Prospettiva Nevskij”).

L’EUROPA FESTIVAL JAZZ ‘90 ED IL DISCO “ITALY”- Come per tradizione e come per ogni edizione dell’Europa Jazz festival che si ricordi, non potevamo che rivolgerci al poeta e sassofonista Vittorino Curci, coordinatore in quegli anni di uno dei festival musicali più importanti di Noci, dell’Italia in genere. Ricordando quindi il concerto dei Pop Mekhanika avvenuto il 15 luglio 1990 Curci ricorda l’idea di musica totale di Kuryokhin, e la sua apertura totale a tutti i generi. “Collaborava con artisti pop, rock e gli piaceva l’idea di unire più sonorità con il jazz e la musica classica, coinvolgendo realtà diverse del territorio e partendo sempre, ovviamente, da un’idea sua di base. Riusciva a creare opere monumentali che avevano una dimensione teatrale. Erano veri e propri concerti spettacoli. Morì nel 1996 ed esattamente un anno dopo l’8° edizione dell’Europa Festival Jazz 97 fu dedicata a lui. Fu allora che la casa discografica più importante di Mosca, nonché etichetta di Stato, la Solyd, mi chiamò per pubblicare il cd Kuryokhin in Italia. Si trattava di pubblicare il concerto tenuto a Noci il 15 luglio in collaborazione con il gruppo folk La murgia e il concerto bandistico della città di Rutigliano: un concerto che vide quasi 100 persone salire sul palco con una sola prova pomeridiana. Oggi a distanza di anni possiamo dire che Kuryokhin era depositario di una cultura underground sovietica fino al 1990 mai arrivata in occidente. Lo ricordo come un ragazzo generoso, buono e che lavorava per far conoscere i suoi amici, anche poeti. Nell’underground sovietico il jazz ed il rock vivevano insieme. “Italy” è un disco leggendario per il contributo che gli stessi nocesi sono stati in grado di dare”.

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