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04-03-2012, Ciao Lucio

03-04-lucio-dallaNOCI (Bari) - Tanti i nocesi che in queste ore stanno tributando il loro omaggio al grande maestro Lucio Dalla sulle pagine dei social network. Un legame profondo quello tra Noci e Dalla, consolidatosi nel settembre di 8 anni fa in occasione del suo bel concerto svolto nel Nuovo Foro Boario nocese con l'orchestra della Magna Grecia diretta dal maestro Beppe D'Onghia. Anche il sindaco Liuzzi ha voluto inviare una lettera d'addio a Lucio Dalla.

Lucio Dalla dopo il concerto di settembre 2004 è tornato più volte a Noci ed ha stretto legami di amicizia con parecchie persone. Anche con l'artista Carlo Vicenti, maresciallo dei vigili urbani di Noci, con cui ha condiviso anche la gastronomia locale. Dal suo repertorio abbiamo recuperato alcuni scatti inediti che ritraggono Lucio Dalla nel dicembre 2004 e nel marzo 2005 qui a Noci. Proprio nel dicembre 2004 Dalla fu ospite gradito del ristorante "L'antica Locanda" dove potè degustare una specialità tradizionale "la pecora nella pignata". E nelle foto che pubblichiamo Dalla si dimostra interessato nel conoscere la procedura di preparazione. 

Proprio come ha scritto su Facebook il suo grande amico Gianni Morandi, Dalla era un artista completo e curioso "Prima dei concerti - scrive Morandi - io passavo gran parte della giornata in albergo o in camerino, avevo mille cose da fare. Lui si svegliava prestissimo e partiva alla scoperta della città. La sera, immancabilmente, mi esibiva i suoi tesori: «Sapessi quel museo… avessi visto qulla chiesa». E mi rimproverava di non averlo seguito". E questa sua passione per l'arte e la cultura l'ha dimostrata tornando più volte a visitare la chiesa Madre di Noci ed apprezzandone le sue bellezze e i suoi tesori artistici. Grazie a Lucio Dalla anche per questa sensibilità artistica a tutto tondo e questa sua grande umanità.

4 marzo 2012. Ciao e auguri, Lucio.

 Beppe Novembre

 

 

 


 

La lettera del sindaco Liuzzi a Lucio Dalla

Caro Lucio ti scrivo,
e non ripeterò la formula di rito "a nome dell'Amministrazione comunale, etc." perché il protocollo/cerimoniale non prevede che il sindaco scriva a chi non c'è più. Voglio parlarti come cittadino, che conosce i suoi cittadini, ed un po' da sindaco che, nell'aver ricevuto l'onore di rappresentare i suoi concittadini in tante occasione di festa, di gioia e di partecipate emozioni, ti ha accolto otto anni fa - era trascorso poco più di un anno dall'inizio del mandato - nella principale delle nostre piazze e ti aveva accompagnato nella più antica delle nostre piazze.

Da Piazza Garibaldi, appuntamento nei pressi della fontana monumentale, una singolare passeggiata passando per Porta Putignano, il vecchio Municipio, la torre dell'orologio e Piazza Plebiscito; eravamo in pochi, ci ritrovammo in un migliaio sul sagrato della Collegiata. E tu salutavi tutti, dico tutti e non ti sfuggivano gli sguardi curiosi e l'entusiasmo di chi ti scopriva uno di noi, un forestiero si, ma fatto in casa. Era la sera del 3 settembre 2004, in piena atmosfera di festa patronale: ti illustrai la differenza fra la devozione per i santi patroni al Sud e quanto invece avviene al Nord. Tu apprezzavi e chiedevi notizie sul nostro taumaturgo. San Rocco, ti dissi, è il santo degli appestati, le anziane nocesi lo supplicavano e con timore lo appellavano "u' francese". Anche lui forestiero, ma fatto in casa. Ricordo che, in mattinata, avevamo preso parte alla conferenza-stampa convocata presso l'albergo Cavaliere e c'era Beppe D'Onghia (dalle lontane ascendenze locali), che l'indomani avrebbe diretto te e l'orchestra tarantina della Magna Grecia. Un avvenimento culturale unico nel suo genere. Un concerto che nasceva a Noci per verificare, senza volerlo, la tenuta della provincia, dell'entroterra, nei confronti dei grandi eventi. Lo spettacolo, preceduto dalla tua vulcanica presenza in città, ingenerò un metabolismo civile straordinario - fatto di reciprocità inedite - come mai era accaduto prima. Fu un successo.

L'altro ieri, ho ricevuto un sms da una giornalista, giunta a Noci in quei giorni, che mi rammentava una circostanza sfuggita alla mia valutazione: mi scrive Antonella Millarte che il nuovo Foro Boario, da allora, sviluppò le potenzialità che noi amministratori avevamo sempre auspicato. E' merito tuo. Tu non lo sapevi ed ora lo sai. Ma non è la stessa cosa: avevi tutto il diritto di saperlo da vivo. E torniamo al sagrato. Entrati in chiesa lo sguardo cadde sul polittico di Nunzio Barba, sulla  Madonna con Bambino in attesa di restauro (sappi che nel frattempo quella brutta patina di stucco è stata rimossa ed ora il capolavoro si manifesta sotto il dolce sorriso della Vergine scolpito da Stefano da Putignano), sulle colonne policrome del vecchio tempio angioino imprigionate dai poderosi pilastri posticci. Eri come rapito. Per te la storia del Meridione si materializzava nelle chiese , nelle cattedrali. Ed avevi colto nel segno. Cesare Brandi, "pellegrino di Puglia", è lì a confermare questa tua acuta riflessione.

Ma il bello doveva ancora avvenire. All'uscita, complice quel ragazzo alto quanto te che risponde al nome di Piergraziano Ritella, alle prime armi nel percorso difficile di impresario,  aveva collocato un organo con tastiera elettrica collegato ad un paio di diffusori: discorso, abbracci, un paio di tue battute alla piazza gremita, le signore del centro storico che non credevano ai loro occhi; ti feci dono di un grande piatto di ceramica con il profilo dei tre campanili - opera indovinata del nostro Mimmo Fiorelli - e subito ringraziasti come noi tutti ci aspettavamo che tu facessi: quattro-cinque pezzi del tuo più conosciuto repertorio, da "Piazza grande" a "Caruso", da "Attenti al lupo" a "4 marzo 1943". Spettacolo gratuito, entusiasmo allo stato genuino. Dopo, nel percorso inverso, notai il cielo lungo i profili degli edifici: era di color cobalto, di una tonalità che mette di buon umore e che si appalesa in particolari serate dell'anno. Nei giorni successivi, mentre tu facevi la spola fra i diversi alberghi di Noci, i buoni ristoranti di Noci e le attrazioni turistiche a noi confinanti, mentre venivi raggiunto da Rosalino Cellamare, Ron, colto cantautore apulo-bolognese cresciuto nella tua scuderia, venivi ripetutamente notato e salutato dai nocesi a bordo del tuo Cayenne blu: "la casa di Lucio" era scritto sulle fiancate di quel veicolo ed ai più giovani dei nostri concittadini veniva la voglia di aggregarsi alla comitiva, tanta era la certezza che la vita sarebbe scorsa creativa e inossidabile al tuo cospetto.

"Salutatemi la ridente Noci" raccomandasti a mia figlia Antonella che, insieme ad alcuni giovani nocesi, incontrasti, qualche anno fa, in Piazza Duomo a Milano lasciandoti andare nei ricordi e riempiendoci di lodi per questa nostra straordinaria terra. Un destino, il tuo, che privilegiava le piazze, le agorà, i luoghi aperti al pubblico, alla gente. Che ti ha sempre voluto bene.

Ora che te ne sei andato "lasciandoci credere che si sia trattato di un banale affare di cuore" (lo ha detto, rispettando la tua ironia, per il Tgr Puglia, Raffaele Gorgoni l'altra sera su Rai 3 mentre ricordava l'amore che nutrivi per la Puglia, dalle Tremiti al Salento, al Petruzzelli, alle nostre masserie) un vuoto indescrivibile si impossessa di noi. Noi nocesi non ti perdoneremo mai di averci lasciato senza un ultimo tuo saluto, un profetico incitamento ad andare avanti, fra serietà e vacuità dell'impegno. Ne avevamo bisogno.  Al sindaco magari il compito di rappresentartelo, di fartelo notare: questa volta di certo "a nome della comunità cittadina". La nostalgia si appropria dei nostri pensieri.

La notizia della tua morte ha sconvolto tanti italiani, tante donne e uomini dal Settentrione a Mezzogiorno, giovani e adulti attempati. Siamo cresciuti con le tue canzoni, con le tue melodie ed i testi di poetica leggerezza. Ma qui, a Noci, il ricordo si fa struggente perché noi, diversamente, ad esempio, dagli abitanti di Mottola, Putignano, Gioia, ti abbiamo conosciuto, stretto la mano e siamo venuti ad ascoltarti nel delirio del Foro Boario. Per noi non è una semplice partecipazione al lutto. E' qualcosa di più di un frammento della nostra recente esperienza di comunità: con te abbiamo assaggiato la partecipazione allegra ed immaginato il futuro prima che la crisi ci incupisse. Ciao Lucio. E torna a Noci quando vuoi.

Piero Liuzzi
Sindaco

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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