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Pasquale Gentile ricostruisce la storia del Convento delle Clarisse

11 27 GentileStoriadelleClarisseNOCI – Lo scorso 25 novembre, presso la Chiesa di Santa Chiara, a partire dalle ore 18:00 si è tenuto il primo degli incontri storici organizzati dall’Uten (Università della Terza Età) relativi ai tre conventi un tempo presenti a Noci. La serata non poteva che avere per relatore il Dott. Pasquale Gentile, studioso di storia locale, e questo primo incontro ha ricostruito la storia del convento delle Clarisse, la vita delle monache al suo interno, le regole in vigore per potersi monacare e la ricchezza del monastero. 

Sfidato da un’insegnante e sua cara amica a dare all’incontro un’impronta femminista, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Pasquale Gentile ha sottolineato la forma di violenza spirituale che spesso veniva esercitata sulle giovani donzelle costrette dai genitori a monacarsi, in modo che l’erede maschio potesse mantenere interamente l’eredità.
C’è anche però il rovescio della medaglia: fanciulle desiderose di entrare in convento per reale vocazione, a cui i genitori tentavano in tutti i modi e con ogni mezzo di impedire questa scelta, ritenendo economicamente più proficua e quindi allettante l’ipotesi di dare la ragazza in sposa a un giovane di facoltosa famiglia. Ma c’erano anche delle consorelle “furbette” che con arguzia raggiravano appunto un’intera comunità. Gentile ha raccontato infatti di una suora che pur di non effettuare gli esercizi spirituali, come imposto a tutte all’interno del monastero, arrivò a fingersi moribonda, quasi in stato comatoso per più giorni. Fu scoperta quando le consorelle, allertate da rumori sospetti, s’avvidero che ella, nelle ore notturne sgattaiolava in refettorio per fare incetta di quelle vivande che non aveva toccato durante il giorno. Ma torniamo al 1600, quando venne costruito e inaugurato il convento. All’epoca, la Confraternita del Santissimo Sacramento era una delle più potenti, e raccoglieva tantissime offerte da parte delle famiglie più agiate che con queste donazioni miravano a “comprarsi” un posto in Paradiso.
La confraternita arrivò a raccogliere quindi ben 1500 ducati dell’epoca, che furono destinati all’edificazione di un monastero. Fu Papa Urbano VIII ad autorizzare l’apertura del Convento delle Clarisse che annovera inizialmente 20 coriste (fanciulle di famiglia nobile) e 4 converse (novizie di umile origine  a cui all’interno del Monastero erano riservati i lavori più umili). Sbagliato però pensare che entrare in monastero fosse così semplice. Anche per il “matrimonio” con il Signore era richiesta infatti una dote, con tariffe se vogliamo ancora più rigide: 250 ducati per le coriste e 120 per le converse, cui andavano aggiunti altri 20 ducati.
Inizialmente, viene data la preferenza alla cittadine, e successivamente alle giovani dei paesi limitrofi. Il Monastero riscuote un grande successo: arrivano diverse ragazze anche da fuori Noci e, ovviamente, più aumentano le richieste, più si arrotondano le cifre della dote richiesta.
Il voto di povertà, assieme a quello di castità, era d’obbligo per le monache, ma il  Monastero diviene ricchissimo. Le suore hanno l’obbligo di investire il denaro accumulato, proprio in virtù dei voti formulati, ed ecco che iniziano ad acquistare beni come diverse masserie (un tipico esempio è appunto la masseria “Le Monache”). Non solo: il monastero diviene di fatto una banca, concedendo prestiti in denaro. E ad usufruirne per primi ci sono anche diversi sindaci, nel momento in cui il Comune, fortemente in crisi non può adempiere ai suoi obblighi. Pian piano, si decide di abbellire anche la Chiesa di Santa Chiara, un gioellino che Noci può vantare, con pregiati marmi colorati, affreschi e perfino le finte finestre. E tra le figure di spicco che si sono mosse tra le mura del convento delle Clarisse, c’è Agata Leone, sette volte Badessa e morta in odore di santità. Una Santa che Gentile colloca tra quelli “senza aureola”, ma la cui fama è arrivata sino a noi, e alla quale vengono attribuiti anche dei miracoli. Altra figura controversa e peculiare è quella di Modesto Notarnicola, che preso dalla rabbia in seguito all’aver scoperto la moglie tra le braccia del suo amante, uccide quest’ultimo. All’epoca, rifugiandosi in convento si scongiurava il rischio di venire arrestati. Notarnicola però ha una reale conversione e conduce una vita davvero santa per espiare quella sua grave colpa. Storie di Noci e di Nocesi che affascinano sempre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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