NOCI – Lo scorso 5 settembre, all’interno dell’ormai iconica location del Chiostro delle Clarisse, lo studioso di storia locale Pasquale Gentile ha inaugurato la XIII edizione di “Settembre in Santa Chiara”. Il ciclo di conversazioni storiche è organizzato dal Centro culturale “Giuseppe Albanese”, dal Comune di Noci e dalla Biblioteca Comunale “Mons. A. Amatulli” con la collaborazione delle associazioni nocesi “Terra Nucum” e Puglia Trek&Food e del Gruppo Umanesimo della Pietra che ha sede a Martina Franca. Il Dott. Gentile, massima autorità in fatto di storia locale, ha trattato il tema “I problemi della chiesa locale nel ‘700”.
Nell’introdurre la serata, tanto Giuseppe Basile, direttore della Biblioteca Comunale, quanto il sindaco Francesco Intini, hanno ribadito l’importanza di guardare al passato per progettare il nostro futuro. Non possono esserci evoluzione e miglioramento sociale, senza uno studio curioso e approfondito di ciò che siamo stati. Microfono subito tra le mani del Dott. Pasquale Gentile, per illustrare con documenti alla mano (frutto di lunghe e impegnative ricerche) quali problematiche ha dovuto affrontare il clero nel 700. In verità, un primo assetto istituzionale della Chiesa lo si ha nel 1402. Il popolo, per “curare” già in vita le sorti della propria anima nell’aldilà, indirizza alla Chiesa una quantità di lasciti sempre più consistente. Donano tutti: il ricco, il povero, e perfino i membri dello stesso Clero. Viene donato di tutto: case, vigne, terre, pozzi ecc. E’ datato 1461-1462 un primo inventario dei beni in possesso della Chiesa. I lasciti testamentari e le donazioni effettuate dal “pio legato” sottopongono il clero a celebrare messe in suffragio di quell’anima per il tempo pattuito. Com’è facilmente immaginabile, si pone il problema di un esubero di funzioni da celebrarsi. Con il passare degli anni (e dei secoli), tale obbligo diviene talmente pesante da non poter più essere soddisfatto. Nell’Ottocento, si arriva al punto da chiedere quindi un provvedimento legislativo di pia sanatoria. Va sottolineato, inoltre, che spesso, si ingenerano delle dispute giudiziarie (anche molto dispendiose per il clero) con i parenti della persona defunta. Essi tentano di recuperare almeno una porzione del patrimonio familiare. La gestione degli introiti e del patrimonio lasciato in donazione dai fedeli, è motivo di attriti e di vere e proprie liti all’interno della Chiesa. Potremmo citare, ad esempio, la lite tra il Clero e i potenti Domenicani sull’ufficiatura delle esequie e, in modo particolare, per quanto concerne chi muore senza lasciare indicazione alcuna circa la propria sepoltura. Un’altra importante querelle si instaura tra il Clero e Don Orazio Resta. Costui, esige da 27 anni la congrua per l’assistenza prestata alle anime bisognose, per le prediche e altro. E’ il popolo a porre la parola “fine”, chiedendo in maniera ferrea la sua abolizione. Vi è poi la questione del Beneficio Ecclesiastico come Patronato. Chi innalza un altare o una cappella, può indicare il beneficiario, tra i preti di famiglia o appartenenti al proprio ramo. Potrebbe apparire come una forma di esibizionismo, una ostentazione del proprio status symbol. La verità è ben più concreta: si tratta di un espediente utilizzato per sottrarre all’imposizione fiscale i propri beni immobili, essendo le istituzioni esenti dall’obbligo di tasse. Di particolare interesse storico sono state delle immancabili “chicche”. Il Dott. Gentile ha infatti mostrato alcune pagine dei primissimi registri parrocchiali. Il Concilio Ecumenico di Trento del 1563 sancisce l’obbligo di compilazione dei vari registri parrocchiali. In verità, a Noci, quello di battesimo è in vigore già dal 1544. Si aggiungono successivamente, anche quelli di matrimonio, cresima e morte, rispettivamente dal 1606,1604 e 1716. Nel 1806 viene invece imposto il Registro di Stato Civile, che entra in vigore nel 1810. In conclusione, durante la serata si è appreso quanto il vero volto della chiesa sia sempre stato tutt’altro che “ascetico, pio e tranquillo” e quanto il Clero sia da sempre stato ancorato a questioni tutt’altro che spirituali.