NOCI – Si è tenuto lo scorso 26 settembre, nella storica cornice del Chiostro delle Clarisse, l’ultimo degli appuntamenti della XXIII edizione di “Settembre in Santa Chiara”, iniziativa organizzata dal Centro culturale “Giuseppe Albanese”, dal Comune di Noci e dalla Biblioteca comunale “Mons. A. Amatulli”, con la collaborazione delle associazioni nocesi “Terra Nucum” e Puglia Trek&Food e del Gruppo Umanesimo della Pietra.
La serata è stata introdotta dal noto Architetto nocese Francesco Giacovelli, cultore e conoscitore della storia locale. Ha relazionato poi la Dott.ssa Cristina Ancona, archeologa e archivista. Avvincente e coinvolgente la tematica trattata: l’esistenza di una necropoli classica a Noci, e precisamente in Contrada Corticelle delle Monache. E’ quanto ipotizzava il Colonnello Giovanni Gabrielli nel suo manoscritto “Primordi di Noci”, redatto nel 1927 e frutto di meticolose e appassionate ricerche del militare, uomo di cultura immensa e appassionato di archeologia e di storia. Ma scopriamo perché, l’ipotesi del Gabrielli, avvalorata da testimonianze raccolte oralmente e dalla collaborazione con un profondo conoscitore dell’archeologia come Vincenzo Roppo, potrebbe cambiare davvero il volto della storia locale.
Della necropoli, datata tra il III secolo a.C. e il III secolo d.C. nessun reperto è purtroppo arrivato fino a noi. Non bisogna dimenticare un aspetto importante: solo nel 1929 i reperti rinvenuti nel corso di scavi iniziarono a essere considerati per legge proprietà statale. Fino a quel momento, chiunque avrebbe potuto tenerli per sé, venderli o donarli. Non è comunque escluso che il Gabrielli, persona integerrima, abbia affidato a qualche museo partenopeo parte del materiale ritrovato.
Seppur vi sia assenza di reperti, e seppure all’epoca gli strumenti di ricerca non fossero quelli di cui possiamo disporre oggi, il Gabrielli, in questo suo preziosissimo documento è stato tutt’altro che approssimativo. Egli ha designato l’area interessata e descritto i reperti ritrovati con una precisione pari a quella di un archeologo professionista. Per quanto riguarda l’area geografica, punto di riferimento importante è Casino Lenti. Vi sono poi i vari possedimenti di altre note famiglie dell’epoca, citate nel manoscritto: Ciliberti, Gioia, Gabrieli ecc. Proprio all’interno dei possedimenti della famiglia Gioia, vennero effettuati una trentina di ritrovamenti. La domanda che la Dott.ssa Ancona, l’Architetto Giacovelli e gli altri soci dell’Associazione Culturale “Umanesimo della Pietra” si sono posti è “Quanto è attendibile il manoscritto del Gabrielli? La necropoli romana è realmente esistita? E soprattutto, è andata distrutta oppure se ne potrebbero trovare ancora importanti tracce, qualora l’area fosse attentamente periziata dalle autorità preposte?”
Partiamo dal presupposto che è vero, la storia si fa con i documenti e, come appunto ricordavamo, quello tramandatoci dal Gabrielli è ben lungi da essere un documento approssimativo e pieno di ipotesi fantasiose. Come avrebbe potuto fare i nomi e cognomi dei testimoni che hanno assistito direttamente ai ritrovamenti e visto i reperti, o di coloro che, come appunto il Roppo, hanno coadiuvato il suo lavoro di ricerca? E, vale la pena di ricordarlo ancora, lo storico cegliese Vincenzo Roppo era persona seria, precisa, integerrima, appassionata e affidabile quanto il Gabrielli. La questione, com’è a questo punto ovvio, non riguarda più se il Gabrielli abbia asserito il vero. Come avrebbe potuto il Colonnello descrivere in modo così accurato i reperti, con finanche il diametro di alcune monete e la rifinitura di vasi e lucerne? Il lavoro della Dott.ssa Ancona ha consistito nell’incrociare pazientemente e accuratamente i dati toponomastici, storici e archivistici. E’ stato appurato che tutto combacia alla perfezione. A questo punto, la questione nodale riguarda il trasferire in primis il materiale online, sul Portale Nazionale per l’Archeologia, dove non v’è menzione di alcuna zona archeologica per quanto riguarda Noci. Non viene citata neanche Barsento. Cosa ben più importante, sarebbe coinvolgere in primis la Sorpintendenza e altri archeologi, in modo che vengano effettuate quelle indagini autoptiche che mai nessuno ha ritenuto opportuno avviare dal lontanissimo 1927 ad oggi. Potrebbe poi essere coinvolta, in un secondo momento, anche l’Università degli Studi di Bari. Il Comune di Noci dovrebbe chiaramente essere parte attiva affinchè si possa finalmente chiudere il cerchio. Attraverso le nostre pagine, noi di Noci24 ci sentiamo profondamente in dovere di unirci all’appello che la Dott.ssa Ancona ha rivolto alle autorità locali, in particolare ai membri dell’Amministrazione Comunale. Sarebbe realmente un peccato che il meticoloso e appassionatissimo lavoro di ricerca avviato quasi 100 anni fa dal nostro illustre concittadino Giovanni Gabrielli restasse chiuso negli archivi, senza possibilità di essere valorizzato e completato da ulteriori indagini. Il Colonnello Gabrielli ci ha dimostrato quanto sia importante la passione per la propria storia e non ha avuto alcun tipo di remora nel “lanciarsi” in delle ricerche così tanto impegnative. Noi che saremmo di gran lunga facilitati dalla quantità e dall’efficienza dei mezzi a nostra disposizione, non dovremmo esitare a ricalcare le sue orme. Anche (e soprattutto) con curiosità, volontà e dedizione si fa la storia!