NOCI (Bari) – Eccoci qui, come ogni anno, a tirare le somme. Il momento in cui tutti inevitabilmente ci ritroviamo a stilare un rapidissimo resoconto di quanto vissuto in questi ultimi 365 giorni è arrivato. E chissà come e perché la maggior parte di noi si ritrova ad augurarsi un anno migliore di quello appena trascorso. Allora la domanda sorge spontanea: perché? Non siamo capaci di cogliere il lato positivo di quanto vissuto? O forse qualcosa davvero non è andato come avremmo sperato?
Eppure qualcosa ci accomuna: allo scoccare della mezzanotte ognuno di noi avrà buttato alle proprie spalle un anno e forse con gli occhi rivolti al cielo chiederemo ancora una volta la possibilità di lasciarci stupire, di lasciarci credere che niente e nessuno potrà mai toglierci la speranza.
Allora, sarà proprio in quel momento che alcuni di noi decideranno di ripartire, mentre altri continueranno a percorrere la loro strada.
Infondo è questo che dovremmo augurare ad ognuno di noi: ritrovare serenità o perseguire con tenacia quella lentamente costruita.
Ad ognuno il suo augurio.
A te che devi ricominciare, pur non sapendo in che modo e da quale punto preciso farlo, ma senti di doverlo fare: ricominciare non è mai facile, ma talvolta è necessario.
A te a cui il vecchio anno ha tolto tanto, improvvisamente e ingiustamente; a te che hai dovuto rimboccarti le maniche, fare i conti con un’assenza troppo grande e rivoluzionare la tua vita.
A te che ancora ti chiedi chi sei, qual è il tuo posto nel mondo, cosa è giusto e cosa no, a te che lotti per far valere un sogno che non tutti sanno comprendere.
A te che in silenzio combatti la tua lotta, a te che ancora una volta hai creduto “fosse diverso” e, invece, hai scoperto che non sarà mai diverso se non sarai tu ad esserlo.
A te che quel sogno l’hai realizzato, ma per farlo hai dovuto mettere a tacere il cuore.
A te che ami il tuo mondo e te ne freghi se quel mondo resta il tuo e non trova comprensione negli altri.
A te che sei stanco di dirti “mi sono sbagliato” e per una volta vorresti dire “è la volta giusta”.
A te che con fatica hai costruito il tuo mondo e ora raccogli i frutti dei tuoi sacrifici.
A noi che tra pochi giorni saliremo su un treno, lasciandoci alle spalle famiglie e tradizioni, e torneremo a sentirci spaccati a metà tra quello che siamo stati e ciò che sentiamo appartenerci un po’ meno.
A te, a me, a voi, a noi. Ovunque siate, con chiunque abbiate deciso di passare questo giorno, per un attimo fermiamoci e chiediamoci se è davvero giusto chiedere di cancellare un intero anno passato semplicemente a vivere. Tra piccole o grandi sofferenze, tra momenti in cui sicuramente abbiamo creduto di essere felici e altri in cui avremmo voluto mollare tutto, tra persone che ci hanno scaldato i cuori, tra altre che invece hanno bruscamente soffiato sopra quella fiamma, tra mancanze, presenze, assenze, 365 giorni non potranno mai essere cancellati. E se davvero siamo qui ad alzare i calici e a brindare in un nuovo anno augurandoci che sia migliore, prima di guardare avanti, volgiamo un solo attimo lo sguardo a quello che è stato, prendiamo quel poco o tanto di buono che è stato e ripartiamo. Più forti, più sorridenti, ma infondo sempre noi.