NOCI (Bari) - Saranno stati gli abiti medievali o forse le armature esposte in bella mostra a far incrociare le spade ai contadini in rottura con gli amministratori. Stoccata e contromossa. Affondo e difesa. Sciabola o fioretto decidete voi ma è stata una partita di scherma quella avvenuta venerdì sera sul terrazzino belvedere della badia di Barsento in occasione della manifestazione "Mongolfiere a Barsento" nell'ambito del dibattito "L'utilità del parco".
Organizzata dal Comune di Noci, gli amministratori hanno pensato bene di invitare tutti coloro i quali sono a favore dell'istituzione del parco naturalistico di barsento, ma anche per la prima volta chi è contro a tale forma di istituzione.
Ne è scaturito un batti e ribatti tra i pro e i contro, tra le amministrazioni intervenute (solo Noci e Putignano) e le associazioni, tra ambientalisti e zootecnici. Fuochi d'artificio meglio che alla festa patronale. Nonostante il giovane delegato di Legambiente Putignano Giovanni Pugliese ed il Sindaco di Noci Piero Liuzzi abbiano esordito invitando al dialogo ed alla comunione d'intenti sulla istituzione del parco naturalistico di barsento, i contadini capeggiati da un'agguerrita Elisabetta Sabatelli, avvocato che si è presa in carico la difesa dei contadini della zona, ha dato battaglia in tutti i sensi e senza remore per nessuno cogliendo al balzo l'opportunità concessa. L'avvocato era sostenuta nella sua battaglia verbale, più che in un'arringa di tribunale, dagli zootecnici convenuti al dibattito.
«Qui nessuno vuole il male del territorio e tutti dobbiamo remare insieme verso l'istituzione del parco affinché tutti possano goderne dei privilegi»- dichiara il sindaco di Noci Piero Liuzzi. Lo stesso non risparmia il mondo dell'informazione e manda una stoccata agli organi di stampa: «chiedo che non venga fatta disinformazione al riguardo. I giornali devono contribuire a rendere visibile la verità dei fatti», come se noi (tutti i giornali) ad oggi avessimo mascherato qualcosa o patteggiato per l'una o l'altra parte.
L'intervento del presidente del Parco Nazionale dell'Alta Murgia e la rappresentante delegata del parco delle dune costiere sono apparsi più come esempi positivi da seguire, quasi come avvallanti per convincere la controparte a cedere, che come esperti della zona rurale di barsento, tanto che a più di qualcuno il loro eloquio è sembrato fuori luogo. Più che illuminante invece l'intervento dell'ingegnere Francesca Pace, direttrice dell'ufficio regionale preposto, che ha fatto la cronistoria dell'iter procedurale di Barsento ammettendo che nel 2001 l'area destinata, composta su cinque comuni quali Noci, Alberobello, Castellana Grotte, Putignano e Monopoli doveva contare di circa 14.000 ettari e si doveva chiamare parco di Barsento e della Lama del Belvedere. In pratica una zona che va dal belvedere delle contrade monopolitane che discende a mare, sino alla badia di Barsento con in mezzo il Canale di Pirro. Una bellissima zona, che si potrebbe definire a chiare lettere una "cartolina della murgia", che merita di essere rispettata e trattata con cura a prescindere dal parco. Venendo meno il comune di Monopoli che aveva la porzione più grande di territorio dell'istituendo parco, sono venuti meno migliaia di ettari riducendo di moltissimo la superficie destinata a parco.
Interviene quindi l'avv. Sabatelli dopo tante insistenze a tirare di fioretto. La Sabatelli attacca mettendo in risalto che l'intera area interessata non è demanio pubblico ma al 100% area privata. Si scoprirà dopo che questo non è un vincolo per l'istituzione del parco in deroga alla legge nazionale sul tema. A dargli manforte però intervengono dalla platea i diretti interessati proprietari terrieri della zona barsentina che gridano ripetutamente il loro disappunto sulla questione.
Dal gioco delle parti è evidente che ne è uscita sconfitta la democrazia partecipata e le cittadinanze dei comuni coinvolti nel progetto. Visto che l'istituzione del parco era nelle idee già dal 2001, forse non era il caso di arrivare al 2012 per sapere che cosa ne pensano gli abitanti della zona direttamente interessati. Se gli stessi fossero stati chiamati in causa sin da subito forse oggi le amministrazioni, e soprattutto quella nocese, non incontrerebbe tanta riluttanza all'apertura del parco naturale di barsento. Di contro i contadini dovrebbero bene informarsi prima di scagliarsi contro qualsiasi cosa gli venga proposta. L'innovazione e la tecnologia insieme potrebbero portare ad indubbi vantaggi anche nel settore zootecnico insieme alla difesa dell'ambiente in cui si lavora.
L'incontro di venerdì ha evidenziato come invece ci sia una partita di scherma ancora aperta tra i favoristi ed i negazionisti che per la prima volta si sono trovati a confrontarsi su di un terreno pubblico. Forse è arrivata l'ora di fermarsi un attimo a riflettere, con calma. Discutere a carte scoperte di vantaggi e di vincoli, di sacrifici e di profitti per entrambe le parti sarebbe forse il primo passo per addivenire ad una soluzione condivisa. Il parco si fa se vogliono i contadini, ed i contadini acconsentono se ne possono ricavare benefici, questa è la condizione primaria. Nella scherma, così come in questo dialogo, c'è chi a fasi alterne attacca e chi si difende, chi affonda e chi para. A chi tocca quindi la prossima mossa? È chiaro che la partita non è ancora chiusa e che i due fronti torneranno ad incontrarsi/scontrarsi.
L'unico dispiacere viene dal fatto che questo duello ha avuto luogo durante la sacralità della festa della Madonna di Barsento buttando all'aria anziché palloni aereostatici (che comunque non se ne sono visti) la tradizione popolare ed il culto religioso. L'incontro, se proprio si doveva tenere, non si doveva svolgere in quella sede o comunque era da tenersi in un altro momento.