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Vito Plantone, nuovo segretario del PD Noci

11-03-vito-plantoneNOCI (Bari) - Vito Plantone, 36 anni, libero professionista con una lunga esperienza in una società internazionale di consulenza e revisione, è il quarto segretario del PD di Noci. E' stato eletto nella assemblea cittadina odierna con 109 preferenze su 114 votanti. Plantone (in foto) segue nella guida del PD locale Anastasio Fusillo. Fusillo sarà presente nel comitato direttivo di circolo, eletto contestualmente al segretario e composto da venti persone fra cui numerose new entry.

Vito Plantone è stato l'unico candidato a segretario del circolo di Noci ed ha presentato una propria mozione, un documento programmatico su cui ha chiesto la fiducia dei tesserati. Come da regolamento, pur in presenza di una sola candidatura, si è proceduto alla votazione con l'espressione di un sì o un no sulla scheda elettorale a favore o meno della candidato. Dei 153 tesserati al PD nocese, una trentina in più rispetto allo scorso anno, in 114 hanno partecipato alle votazioni per la segreteria, esprimendo 109 preferenze favorevoli a Plantone e 5 contrarie. 

Qui di seguito la mozione presentata dal neo segretario Vito Plantone con una analisi sulla situazione del partito locale e sulle sfide future.

 


 

 

La mozione di Vito Plantone al Congresso cittadino del PD

Non solo un Partito Aperto ma una intera Città Aperta.

Mi è capitato di vivere la straordinaria esperienza di partecipare alla fase costituente, il 14 ottobre del 2007, di un partito, il nostro Partito Democratico. Mi hanno consegnato la ricevuta n.141 ed ho pagato 1 Euro. Assieme a me, quel giorno, 3.554.169 persone hanno scelto di condividere questa straordinaria esperienza umana. Walter Veltroni fu eletto segretario ed io votai per lui. Di lì a poco, il 16 febbraio 2008,l’Assemblea Costituente approvò quello che oggi è il nostro Manifesto dei Valori, che racchiude in sé due dei motivi fondanti il mio personale impegno politico: "Non possono più restare senza risposta le grandi domande dei giovani i quali, perla prima volta dal dopoguerra, non hanno fiducia nel futuro e temono un destino di precarietà e insicurezza permanenti. È tempo di abbattere gli ostacoli che vengono da una società chiusa, soffocata dai corporativismi,  e che difende l’esistente e le rendite di posizione. Ridare voce ai giovani è essenziale perché sono loro a porre quella domanda di valorizzazione dei talenti e delle energie e di liberalizzazione della società che è ormai ineludibile”. Era il 2008 e l’attuale crisi economica era appena iniziata, ma già questo Partito ne aveva individuato le ragioni. E poi “Il Partito Democratico intende contribuire a costruire e consolidare, in Europa e nel mondo, un  ampio campo  riformista, europeista e  di centrosinistra,  operando in un  rapporto  organico con le principali forze socialiste,democratiche e progressiste e promuovendone l’azione comune.”

Quel momento di pubblica partecipazione, era stato preceduto da un altro, privato e di fronte ad un buon caffè in Piazza Plebiscito, nel mese di Agosto. Espressi in quell'incontro e a quella persona tutta la mia voglia ed il mio desiderio di esserci nella costruzione di questo Partito e nello sviluppo di una nuova stagione politica nella nostra Noci. Oggi quella persona riveste il ruolo di Primo Cittadino a Noci ed io mi ritrovo qui a chiedere il vostro consenso per essere eletto Segretario del nostro circolo. Voglio illudermi nel credere che quel caffè abbia sicuramente cambiato la mia storia personale e forse in piccola parte la storia politica di questa nostra città. Ero allora uno dei pochi a non aver precedentemente condiviso, all'interno del Partito, l’esperienza politica della Margherita e dei Democratici di Sinistra, che del Partito Democratico sono stati i fondatori.

Ho creduto allora, e continuo a credere oggi, che quelle due formazioni politiche debbano essere consegnate ormai alla storia ed il solo accennarle oggi appare semplicemente anacronistico e anti-storico. E di questo mi scuso. Ho creduto allora, e continuo a credere oggi, che questo nostro Partito, che sembra sempre apparire un eterno incompiuto, rappresenti la vera e unica prospettiva laburista che si possa concretamente realizzare in Italia, nel contesto dell’esperienza riformista e democratica europea e mondiale. Ho creduto allora, e continuo a credere oggi, che questo Partito debba iniziare a fare a livello nazionale e locale scelte “popolari”, contravvenendo al comune pensare che giudica positivamente una classe dirigente capace di fare scelte solo “impopolari”.

Ho creduto allora, e continuo a credere oggi, che non si possa non partire a livello nazionale e locale dal popolo: dai suoi bisogni e dalle sue difficoltà. Non è pensabile continuare ad abdicare al nostro ruolo di fautori del “Bene Comune”, di convinti europeisti ma contemporaneamente di portatori sani di una unione politica dell’Europa e non solo economica. Ho creduto allora, e continuo a credere oggi, che come uomo, giovane, laureato, professionista ma, soprattutto,persona ragionevole, non possa continuare a credere in una unione europea che propugna il rigore e la rigidità di bilancio e che, invece, non muove un muscolo per evitare che 366 persone, di nazionalità diversa dalla nostra, di cui la maggior parte bambini, muoiano disperati su di una barca di fortuna. Nel nostro mediterraneo si contano già 20 mila morti negli ultimi 20 anni e il massimo livello di indignazione che abbiamo saputo espellere da noi è stato il rammarico.

Ho creduto allora, e continuo a credere oggi, che continuare a spingere su di una politica economica e sociale di assoluta sofferenza per tutta la popolazione e che non è in grado di proiettarsi nel futuro, sta facendo perdere a noi stessi il senso profondo dei termini“riformista” e “progressista”, che di tanto in tanto rispolveriamo come un mobile antico. Credo che continuare a svendere il nostro patrimonio industriale con la cessione ad esempio di Telecom, il fallimento di Alitalia, la sostanziale ineluttabilità a cui stiamo condannando tutte le nostre imprese e soprattutto il nostro manifatturiero, sono il segno evidente di una incapacità di programmazione del nostro modello di sviluppo e di progresso. Da questo vorrei partire infatti per delineare le mie idee per Noci. Ogni volta che si parla di imprese,di crisi, di sviluppo sembra sempre che si parli di un qualcosa di indipendente dalla nostra volontà, dalle nostre capacità e possibilità. Tutti gli organi politici a partire dai Comuni sino ad arrivare al Governo centrale fanno per lo più “spallucce”, rifuggendo dall'idea che si possa, quantomeno, occuparsi del problema.

Di questo credo che questo nostro Partito e questa nostra nuova Amministrazione dovrà innanzitutto occuparsi. Lo so che non dovrei dirlo e che dovrei parlare di TARES, TARI, TASI o di raccolta differenziata, parcheggi e via così fino al più piccolo dei problemi di questa nostra comunità, ma non sarei io e non avrei rispetto della sofferenza quotidiana di chi mi circonda. Questo è il problema e verso questo dobbiamo concretizzare il nostro sforzo politico e programmatico.

Vedete, in questi mesi mi è capitato di occuparmi, per ragioni professionali, di “crisi d’impresa” e una cosa su tutte mi ha particolarmente colpito. Mi sono infatti trovato, ad un certo punto, nella imbarazzante situazione di dover consolare una impiegata in lacrime, che vedeva l’azienda dove aveva lavorato per anni crollare senza poter far nulla. Ma le sue lacrime nascevano non tanto dalla possibile perdita del suo posto di lavoro, di lì a qualche mese, ma dal semplice fatto che, per motivi economici, l’azienda aveva cambiato sede, scegliendone una più piccola e meno costosa, e molti dei suoi colleghi erano già stati trasferiti nei nuovi uffici mentre a lei non avevano ancora comunicato nulla. Questo l’aveva gettata in un profondo senso di solitudine e abbandono. Ecco, se devo dire cosa la politica, il nostro Partito e l’Amministrazione Nisi possono e devono fare nell'immediato futuro per il nostro territorio, beh allora credo che non possa non partire dal combattere la solitudine e l’abbandono in cui nel recente passato le nostre aziende sono state colpevolmente lasciate.

Noi, nocesi, abbiamo visto i nostri grandi gruppi industriali crollare l’uno dopo l’altro e mai ci siamo preoccupati di guardarla per quello che era effettivamente questa crisi: solitudine e abbandono. La fine di una impresa, infatti,non rappresenta soltanto il dissiparsi di un patrimonio economico di cui,evidentemente, potrebbe non importarci. Rappresenta, invece, il dissiparsi di conoscenze, legami, rapporti, know-how tecnico e imprenditoriale, che difficilmente potranno ricomporsi senza, ecco appunto,l’intervento politico e programmatico di una classe dirigente degna di questo nome. Il termine che dovrebbe, a mio avviso, entrare con forza in tutti i nostri discorsi politici si chiama“riconversione”. La Rilter, per iniziare a citare alcuni nomi e fare degli esempi concreti, un tempo leader nella costruzione di banche dati e nella realizzazione di sistemi informativi territoriali, oggi sarebbe potuta essere una moderna azienda informatica, se solo ci si fosse fermati tutti quanti a capirne la evoluzione logica per il nostro territorio. E potrei sul punto farne altri mille di esempi che partono dai grandi gruppi (Intini, Putignano, ecc.)sino ad arrivare alle piccole realtà artigianali e manifatturiere.

Qualche giorno fa mi è capitato di leggere un articolo di “Repubblica” che parlava di quella che è stata denominata la “Fabbrica Lenta” a Vicenza. Il Signor Bonotto, proprietario di terza generazione di questa azienda tessile di Vicenza, ha deciso di avviare un processo di riconversione della sua azienda. Ha deciso infatti ad un certo punto di acquistare macchinari tessili degli anni 50, pagandoli anche pochissimo perché ormai dismessi; e lo ha fatto tra la ilarità dei suoi colleghi tutti,intenti invece a fregiarsi dell’ultimissimo modello tecnologicamente avanzato in grado di consentirgli di combattere la concorrenza cinese. La sua era invece una nuova intuizione imprenditoriale, alla base della quale vi era l’idea di ricreare una bottega “rinascimentale” propria del DNA italiano. Oggi quell'azienda è riferimento produttivo per marchi come  Chanel, Armani,Moncler, Dior, avendo avuto l’intuizione, in un mondo nuovo, di ripercorrere la tradizione.

Oggi molto si dovrebbe discutere del nostro modello di sviluppo, della nostra capacità imprenditoriale ed,invece, anche a Noci ci fermiamo a discutere aspetti, o peggio a polemizzare,su situazioni secondarie, mentre i nostri ragazzi non hanno un futuro, molti sono stati espulsi dal mondo del lavoro e tra questi a soffrirne particolarmente sono le solite categorie più a rischio: giovani e donne.

Si fa un gran parlare da tempo ormai delle nostre campagne o della nostra propensione turistica. Personalmente credo che questi non siano i veri motori della nostra economia locale. Credo però che l’attuale Amministrazione, il nostro Partito e tutti i partiti di Sinistra debbano con urgenza e con estrema sollecitudine interrogarsi proprio su questo e sulla formulazione di risposte che vanno nel segno di un confronto serrato e lungimirante con le nostre aziende artigianali, agricole, turistiche e con chi sino ad oggi ha fatto impresa, per capirne esigenze e necessità. Questo oggi possiamo fare per noi stessi e per il nostro paese. Se noi fossimo in grado di focalizzare, oggi, il nostro lavoro sulla capacità di divenire una comunità pensante, risolveremmo gran parte dei nostri tormenti. La radice vera del disagio sociale che giornalmente viviamo risiede lì, infatti. La disperazione di chi ha perso il lavoro, di chi non riesce ad accedervi o, anche, di chi non riesce a raggiungere traguardi che meriterebbe, perché soffocato dalla drammaticità della situazione che viviamo, ha generato un profondo senso di disperazione e depressione che ci impedisce di guardare oltre.

Questa situazione va combattuta attraverso appunto una comunità pensante. Abbiamo bisogno, infatti,innanzitutto di ricominciare a sentirci vera comunità, di condividere piuttosto che dividerci, di collaborare piuttosto che intralciarci, di vivere insomma una stagione politica ed amministrativa produttiva. Se sapremo ricostruire il nostro essere comunità, che in questi anni è stato il peggior atto compiuto dai nostri avversari politici, saremo in grado di affrontare questa crisi e le nostre difficoltà sociali. Una comunità degna di questo nome non può restare indifferente ai tanti, troppi, suicidi che hanno colpito il nostro paese negli ultimi mesi e anni. Non può e non deve restare indifferente rispetto alla continua richiesta di aiuto di tantissime famiglie nocesi che non riescono materialmente più a sostenere la propria esistenza. Bene fa quindi questa amministrazione a pensare al Banco Alimentare, alla Banca del Tempo e tante altre azioni da porre in essere per ripristinare quel senso civico e di comunità che da troppo tempo a noi manca.

Il senso di essere comunità ci aiuterà, infatti, ad affrontare con reale capacità alcuni problemi irrisolti.Faccio un esempio lampante per spiegarmi. Mi chiedo e vi chiedo, quanto la bassa percentuale di raccolta differenziata in questo paese sia dovuta alla disinformazione o disorganizzazione del servizio e quanto invece non sia dovuto al nostro totale disinteresse? Volete farmi credere che nell'epoca della informazione spinta, delle notizie a portata di mano, noi abbiamo bisogno di qualcuno che dietro la porta di casa nostra ci venga a spiegare che la carta va separata dall'alluminio o che se dobbiamo gettar via dei giornali dobbiamo ricordarci di tirarli fuori da involucri o buste di plastica? Ovviamente sto banalizzando, ed il “porta a porta” è la risposta al problema, ma se continueremo a percepire questo come un problema degli altri o della amministrazione e non della nostra comunità, beh credo che poco o nulla riusciremo a fare. Questo ovviamente non deresponsabilizza l’Amministrazione, che deve necessariamente dare risposte, ma tanto più sapremo condividere questo obiettivo tanto più alti saranno i nostri risultati.

Il Partito Democratico, se avrò la fortuna di guidarlo a Noci, su queste sfide non sarà immobile, non sarà al traino, ma sarà vivo, attivo e propositivo, ribaltando a volte la prospettiva attraverso la quale guardiamo molto spesso le cose. Non vogliamo creare solo un Partito aperto, vogliamo creare una Città aperta, una comunità realmente accogliente, inclusiva, in ascolto, curiosa, coraggiosa, virtuosa . . . . Noci, appagata da un benessere che per anni l’ha collocata fra l’elite dei Comuni pugliesi, ha finito per divenire un paese isolato e senza spirito collaborativo con i paesi limitrofi. Siamo quasi assenti da ambiti sovra comunali che si sostanziano in progetti e progettualità, come ad esempio il GAL o i Piani sociali di zona, che potrebbero invece vederci protagonisti. Per non dimenticare poi la nuova programmazione finanziaria dei fondi comunitari, in fase di approvazione da parte della Regione. Questi sono ambiti su cui il nostro Partito e l’Amministrazione deve confrontarsi a viso aperto, nell'ottica di promuovere la soluzione dei problemi veri di questa città e non di incrementare la cementificazione di altre zone del paese.

Il nostro essere città aperta dovrà passare anche attraverso la nostra capacità di promuovere cultura, di riuscire ad entrare in circuiti di eccellenza e di scambio culturale che ci consentano una crescita personale e di comunità. La promozione culturale oggi in Puglia è vista come volano di crescita e di sviluppo. Le nostre aziende per prime devono capire che la promozione del territorio e la promozione di eventi culturali con elevato standard beneficerebbe loro e tutta la nostra comunità.Allora perché, in questo tempo di ristrettezza economica, non istituire un albo comunale degli sponsor, in grado di finanziare in maniera coesa e non disorganica gli eventi culturali della nostra comunità? Tutti questi obiettivi, tutta questa ambizione non può che trovare sfogo in una azione politica forte e condivisa. Oggi vedo un Partito compatto e forte, del quale va dato merito ad Anastasio Fusillo che con instancabile perseveranza ha creduto in questo progetto. Va dato merito però anche ad una nuova classe dirigente che ha saputo mantenere dritta la barra anche nel mare in tempesta. Al termine delle scorse amministrative, tutti con assoluta certezza hanno condiviso l’idea che a vincere fosse stato Domenico. E’ vero e soprattutto io non potrei dire una cosa diversa. Ma mi permetto di aggiungere che assieme a lui ha vinto un Gruppo, quello del Partito Democratico, che dal primo momento ha posto davanti a tutto l’obiettivo, che ha saputo costruire credibilità e relazioni,che ha saputo promuovere un progetto e una nuova speranza per questo nostro paese, che durante le Primarie non si è piegato di fronte alle difficoltà, che ha saputo avere pazienza e la vista lunga.

Se oggi io sono qui, forte della stima e dell’affetto delle tante persone che in questi giorni ho incontrato, un grosso merito va anche riconosciuto finalmente a loro. Questo gruppo oggi si allarga sempre di più e le adesioni al progetto si fanno nutrite e ben rappresentate.Tante professionalità, tante anime, tanti spiriti innovatori si avvicinano al nostro Partito, sebbene l’antipolitica ancora spadroneggi. Ora credo però che sia giunto il tempo di riorganizzarci. Come Partito di Governo, come da tanto tempo questo partito non è stato, abbiamo la necessità di strutturarci ulteriormente. Abbiamo una mission a cui non possiamo rinunciare e cioè quella di guidare la coalizione programmatica guidata dal nostro Sindaco. Questo non è un dato di fatto, non è qualcosa che ci deve essere riconosciuto; è invece un traguardo che va costruito sul lavoro e impegno quotidiano. La nostra leadership non andrà misurata in funzione dei nostri compagni di viaggio, ma ci dovrà essere riconosciuta dai nostri elettori e da tutta quanta la nostra comunità. A tutti i partiti della coalizione “Noci.Bene Comune” voglio solo dire questo: non abdichiamo al ruolo politico che ci siamo conquistati nelle scorse amministrative. E’ vero, le cose non sono andate esattamente come volevamo, ma ricordatevi da dove siamo partiti, dalle enormi difficoltà iniziali che abbiamo dovuto affrontare, dalla quasi impossibile impresa in cui ci siamo lanciati. Oggi governiamo un paese e noi, Domenico, la sinistra rappresenta una speranza per tanti che solo qualche mese fa hanno creduto nel nostro progetto politico.

Forte deve essere nel paese non solo la nostra azione amministrativa, ma soprattutto la nostra azione politica. Questo deve essere il nostro obiettivo. Bisogna ricordarsi, poi, che un Partito cammina sulle gambe delle persone che lo rappresentano. Io e tutti noi, ci stiamo candidando a rappresentare una generazione mortificata; e allora spetta a Maria Rosaria, Piero, Nicola, Marta, Davide, Valeria, Romina e tutti noi iniziare a dare risposte a problemi complessi, dedicando quotidianamente e,compatibilmente con la vita personale di ognuno, il tempo per formularle proposte e idee. Oggi saremo in 20 nel nostro coordinamento. Ma il nostro Partito può fortunatamente contare sul supporto di moltissime altre persone. La lista che mi supporta, oggi, è fatta da tantissimi giovani e questo grazie anche allo straordinario merito di chi oggi ha accettato di buon grado di lasciar posto ad una nuova generazione in crescita. Mi riferisco a Cosimo, Liborio, Gino, Melino e tanti altri che mi hanno confermato il loro supporto, lasciando a me la libertà di costruire, come ho ritenuto opportuno, le candidature al coordinamento. Di questo li ringrazio pubblicamente, prendendo sin da ora, se sarò eletto, impegno al loro continuo e costante coinvolgimento. Il Partito dovrà divenire un luogo di confronto informato sulle problematiche della nostra comunità e dovrà costituire quel pungolo politico dell’agire amministrativo. Ognuno di noi quindi dovrà avere un compito, un ruolo, una materia di cui occuparsi, per divenire non solo all'interno del Partito, ma in tutta la nostra comunità punto di riferimento credibile e capace.

A tutti noi spetterà essere presenti su questo territorio, a tutti noi spetterà essere fautori di proposte concrete. Questo lavoro darà quindi ad ognuno di noi e al nostro Partito maggiore visibilità e credo, a quel punto,maggiore capacità elettorale. Alle scorse elezioni amministrative il nostro Partito si è fermato a 1.818 voti mentre Domenico, nel turno di ballottaggio, ha raggiunto lo straordinario risultato di 6.688 voti.Questo vuol dire che c’è uno spazio enorme, elettorale, che possiamo riempire solo, però, con una azione politica seria, fatta di proposte concrete e capacità di promozione. Dovremo, come dicevo,maggiormente strutturarci. Le nostre riunioni ed i nostri incontri dovranno avere una loro struttura ed una loro coerenza. Per questo ho immaginato la costituzione di un ufficio di segreteria, con la presenza, oltre che della mia,di una figura femminile e quella di un componente dei Giovani Democratici. Sono cresciuto in una associazione in cui la diarchia di genere rappresentava non una forma di protezione di minoranze sociali, bensì un valore. Questo non l’ho poi riscontrato nell'attuale società, nel mondo del lavoro e nel nostro Partito;ecco perché intenderò quella figura non come “vice di…..” ma nell'ottica di una vera e propria parità di genere, con eguale autorità ed autorevolezza. Se dobbiamo essere credibili dobbiamo farlo innanzitutto promuovendo buone pratiche e non solo parole.

Ai Giovani Democratici, poi, va riconosciuto il merito delle tante iniziative messe in atto in questi anni. A loro quindi voglio chiedere una piena collaborazione nella organizzazione del nostro intero movimento politico, pur nel pieno rispetto dell’autonomia ed indipendenza di un movimento giovanile. Questo nell'ottica di coordinare e condividere maggiormente scelte politiche e agire quotidiano. Non tollererò un certo modo di fare politica, fatto di accreditamenti personali.Questo è stato il difetto maggiore di questo nostro Partito, che a livello sovra comunale ha sempre avuto poco peso e scarsa considerazione. Andrà fatto ora un lavoro maggiormente unitario, di accreditamento di un Gruppo che lavora e si impegna quotidianamente nella propria azione politica. Insomma, immagino che la nostra sede possa veramente divenire cuore pulsante della vita politica di questo paese, luogo di confronto e approfondimento di temi cari alla nostra vita quotidiana. A questo dovremo aggiungere la nostra capacità di comunicare. Dovremo sicuramente modificare il modo con cui utilizziamo la rete e con cui dialoghiamo con le testate giornalistiche locali,partendo però da un forte lavoro di approfondimento e analisi delle azioni da porre in essere per la nostra comunità. 

A tutti coloro che guardano con interesse a questo nostro progetto e che tentennano nel farvi parte, mi sento di esprimervi quello che, mentre decidevo se lanciarmi in questa nuova avventura, una persona mi ha scritto e a cui non ho mai risposto privatamente: “Ci sono passaggi epocali dentro i quali si ha la ventura di capitare,a volte anche inconsapevolmente . . . . . . beh io credo che questo sia uno di quei momenti: è tempo di costruire e coagulare intorno a noi le convergenze che, sole, possono trasformare ragazzi, anzi uomini, talentuosi, preparati,generosi in una classe dirigente finalmente degna”. Come risponderle di NO?!  

Vito Plantone

 

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