Un vero compito di realtà tra Lingua e civiltà Latina
LETTERE AL GIORNALE - Nell'antica Roma l'arte del mangiare era un vero e proprio viaggio attraverso spezie e sapori ricercati: l'ho scoperto svolgendo - all'inizio piuttosto svogliatamente - un compito assegnatomi per l'estate.
Dopo essere entrato virtualmente nei triclini delle domus dei patrizi, ho ristretto in campo al pane, spinto da una sorta di deformazione familiare, dal momento che i miei genitori producono prodotti da forno. Inizialmente ho pensato che in pochi minuti avrei portato a termine la mia ricerca, ma ben presto ho dovuto ricredermi: i Romani avevano un diverso tipo di pane a seconda della farina, del condimento, della consistenza, del cibo che accompagnava, sicché ho dovuto prendere dimestichezza con nomi come panis rusticus (prodotto con farina integrale), panis nauticus (una galletta a lunga conservazione), panis hostearus (servito con le ostriche), panis militaris (duro e pesante), ma in particolare con panis quadratus. Quest'ultimo mi ha incuriosito particolarmente, essendo descritto nelle fonti come una pagnotta di forma circolare, resa simile alla ruota di un carro mediante l'incisione della superficie con uno spago, in modo tale da ottenere otto spicchi, facili da spezzare con le mani. Complici i miei genitori, mi sono cimentato nella realizzazione del panis quadratus, impresa rivelatasi meno semplice del previsto, giacché la consistenza degli impasti oggi è di gran lunga minore rispetto a quella dei tempi di Apicio (autore del De re coquinaria da me consultato), per cui lo spago tendeva a sfuggire da una parte all'altra, non rimanendo fermo nella fase di tracciamento dei diametri. Ad un certo punto l'operazione si è trasformata nella sfida per l'individuazione della farina che consentisse di avvicinarsi al prodotto più somigliante al panis quadratus dell'antica Roma: la farina con cereali è risultata essere la migliore. Il mio panis quadratus, contrariamente a quanto avveniva in passato, quando il pane più costoso si realizzava con siligo (farina tipo 0), si troverebbe sui sontuosi banchetti dei più ricchi, essendo oggi più costose le farine più scure. Finite le vacanze, ho condiviso con i miei compagni sapere e sapori acquisiti e realizzati.
Anastasio Gigante
II A liceo scientifico
IIS "Da Vinci - Agherbino"