La passione per annunciare il vangelo della misericordia

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Messaggio di Papa Francesco per il Giubileo dei ragazzi e delle ragazze

 

Domenica 24 aprile 2016, il Santo Padre incontrerà i rappresentanti dei ragazzi e delle ragazze di tutto il mondo per celebrare, con loro, il Giubileo della Misericordia. Per l’occasione Papa Francesco ha approntato un particolare messaggio, datato, non a caso, 6 gennaio 2016 (cf L’Osservatore Romano, 15.01.2016, 8): il giorno della manifestazione della divinità del “bambinello” è, infatti, all’origine di ogni ulteriore epifania dell’incarnazione salvifica del Signore. Per questo “motivo di sviluppo”, l’attenzione al mondo dei ragazzi è un’attenzione a cui Papa Bergoglio dà un valore importante per l’economia dell’Anno Santo dell’Amore Misericordioso del Cuore del Padre.

“’Crescere misericordiosi come il Padre’ è – dice il Vescovo di Roma – il titolo del vostro Giubileo, ma è anche la preghiera che facciamo per tutti voi, accogliendovi nel nome di Gesù. Crescere misericordiosi significa imparare a essere coraggiosi nell’amore concreto e disinteressato, significa diventare grandi tanto nel fisico, quanto nell’intimo. Voi vi state preparando a diventare cristiani capaci di scelte e gesti coraggiosi in grado di costruire ogni giorno, anche nelle piccole cose, un mondo di pace”. Il Giulibeo della Misericordia non è un evento soltanto ricettivo e passivo: esso è, piuttosto, anche un avvenimento coraggioso per evangelizzare, annunciare e praticare la pace ovvero la riconciliazione, la conversione e la comunione. Dopo il Concilio Vaticano II, i ragazzi e le ragazze, nella Chiesa cattolica, non sono più oggetti ma soggetti d’evangelizzazione: un’evangelizzazione di testimonianza coraggiosa del primato della pace nella vita familiare e sociale. Cucire la misericordia personale alla comunione pacificatrice è l’avventura meravigliosa che attende tutti i ragazzi del mondo in questo Anno Santo del perdono e del dono.

“Non posso dimenticare – continua il Pontefice – voi, ragazzi e ragazze che vivete in contesti di guerra, di estrema povertà, di fatica quotidiana, di abbandono. Non perdete la speranza, il Signore ha un sogno grande da realizzare insieme a voi. I vostri amici coetanei che vivono in condizioni meno drammatiche della vostra, si ricordano di voi e si impegnano perché la pace e la giustizia possano appartenere a tutti”. In sostanza, il Giubileo della Misericordia aziona una grande energia di solidarietà e di fraternità anche per i ragazzi e le ragazze: il segreto di questa “grande unità solidale” sta proprio nella forza della speranza che non delude le attese di chi vive le diverse fragilità umana: l’estrema povertà di milioni di ragazzi può essere vinta se la solidarietà prenderà la strada della giustizia e dell’amore. La giustizia è il prezzo minimo dell’amore se l’Amore grande tocca i cuori delle persone: in questo senso, è necessario rimuovere le cause dell’ingiustizia per instaurare un ordine sociale basato sulla verità e sulla libertà. Se si è amici di Gesù (cf Is 9,6) si può essere amici anche dei nemici: perciò, in questo segmento della “rivoluzione dell’amore” ognuno deve fare la propria parte, andando controcorrente. La pace è un ideale da praticare giorno per giorno, anche attraverso l’azione apparentemente insignificante della passione dell’annuncio del Vangelo della Misericordia, che i ragazzi e le ragazze possono praticare nei propri ambienti vitali.

“So – prosegue il Santo Padre – che non tutti potrete venire a Roma, ma il Giubileo è davvero per tutti e sarà celebrato anche nelle vostre Chiese locali. Siete tutti invitati per questo momento di gioia! Non preparate solo gli zaini e gli striscioni, preparate soprattutto il vostro cuore e la vostra mente”. Per gli addetti ai lavori, questa moltitudine di miliardi di ragazzi e di ragazze che popola il pianeta appartiene al cosiddetto laicato ignoto poiché non fa rumore e non appare sulle prime pagine dei quotidiani, dei settimanali e dei mensili né muove le grandi emittenti televisive: in ogni Chiesa particolare gli educatori e i formatori, gli evangelizzatori e le famiglie cristiane sono invitati a far gustare la gioia che il Signore distribuisce ai suoi figli non ancora giovani e adulti. E’ un lavoro sinodale che richiede il ripensamento del primo e del secondo annuncio nell’ottica della bontà misericordiosa della Santissima Trinità, della Madre di Dio e della Chiesa di Cristo: una Chiesa che attraversa le tante porte sante, insieme, in cammino solidale e attrattivo, che soltanto la preghiera contemplativa può fruttificare in modo invisibile. La preparazione del cuore e della mente dei ragazzi e delle ragazze esige, inoltre, un salto di qualità del consumismo ecclesiale che finisce per omologarsi a quello sociale e civile: per i ragazzi e per le ragazze cristiane che abitano il mondo contemporaneo, il Giubileo va vissuto intimamente e nelle ordinarie condizioni di vita: questa “laicità della ferialità” è, forse, la testimonianza più significativa che i nuovi evangelizzatori adulti sono chiamati ad offrire ai loro “figli” e ai loro “piccoli fratelli”. La Chiesa della Misericordia ha bisogno non soltanto di perdono ma anche di dono: perciò, farsi dono è, oggi, l’eccellente opera di misericordia che i non cristiani e i non credenti si aspettano dai componenti del popolo messianico.

“Meditate bene – conclude il Papa – i desideri che consegnerete a Gesù nel Sacramento della Riconciliazione e nell’Eucaristia che celebreremo insieme. Quando attraverserete la Porta Santa, ricordate che vi impegnate a rendere santa la vostra vita, a nutrirvi, del Vangelo e dell’Eucaristia, che sono la Parola e il Pane della vita, per poter costruire un mondo più giusto e fraterno”. Gli alimenti che danno energia e coraggio, passione e gioia all’annuncio della Misericordia sono, dice Papa Bergoglio, la Parola e il Pane: Parola e Pane che tanti ragazzi e ragazze non ascoltano e non mangiano a causa dell’individualismo, dell’indifferentismo e dell’egoismo degli adulti. Perciò, il segreto di farsi ripulire la coscienza e il cuore è, per i ragazzi e le ragazze del nostro tempo, aprirsi all’imprevedibilità della grazia divina e del soffio vivificatore dello Spirito del Risorto, che spira dove e quando vuole. Nella Chiesa cattolica, però, questo Spirito – che è anima della comunità e primo agente dell’evangelizzazione – è Spirito di libertà, di liberazione e di salvezza. Invocare lo Spirito Santo, vivere secondo lo Spirito Santo e lodare il Signore in compagnia del nuovo Paraclito è la premessa umana e cristiana per attraversare la grande porta che sigilla il peccato e apre alla gloria: si tratta, infine, di pregustare un’escatologia anticipata nella storia del terrorismo internazionale e della terza guerra mondiale “a pezzi”.

 

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